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Nuova Alitalia, svelato il piano della compagnia di bandiera

ROMA – Dopo mesi di incertezze, false partenze e ripensamenti – e l'ondata pandemica che ha spazzato via sogni e speranze di un immediato decollo – ecco come sarà Ita o la newco Alitalia. La compagnia di bandiera, grazie all'iniezione di 3 miliardi di denaro pubblico e una profonda sforbiciata a spese, personale e flotta, dovrebbe partire già in primavera se le condizioni lo permetteranno. Infatti la domanda è proprio se le condizioni saranno tali da permettere il decollo ad una compagnia appena nata (quando molte, invece, hanno chiuso i battenti per la crisi). Intanto però sono esplose le prime polemiche sui tempi e modi della presentazione del progetto di rilancio che doveva passare, prima, in Parlamento e poi sui media.

Secondo il piano industriale che prevede un arco temporale dal 2021 al 2025, il gruppo avrà una testa (quella relativa alle operazioni di volo) e due braccia: handling, ovvero servizi di terra e bagagli, e manutenzione degli aeromobili. Il personale dovrebbe toccare all'inizio circa 5 mila unità per poi crescere con la ripresa dell'attività, anche se difficilmente tornerà alle 11.500 persone di oggi. Nel piano è previsto il rafforzamento della flotta che dovrebbe ruotare intorno alle 52 macchine nel 2021 – oggi sono 104 – per poi arrivare, a fine arco di piano nel 2025, oltre le 110, grazie all'acquisto o leasing di nuovi velivoli (anche qui si gioca su sconti e saldi dell'ultim'ora, visti i tempi). Il trarget è il break even Ebitdar (Ebitda specifico del settore aereo, ovvero equilibrio del margine operativo prima delle spese per la flotta) e stesso target per l'Ebit nel 2023. Al 39% del totale gli aerei di proprietà. Malpensa potrebbe sviluppare traffico "full cargo" ovvero destinato a questa tipologia di trasporto che nei prossimi mesi avrà un focus sui vaccini. L'obiettivo al 2025 è di ricavi per 3,4 miliardi di euro, 93 rotte e 9.500 dipendenti a pieno regime. Intanto per il 2021 si punta a ricavi per 920 milioni con 8 milioni di passeggeri.

Inoltre c'è il capitolo alleanze, ancora tutto da scrivere: i due concorrenti in pole position sono Lufthansa (che vale oggi meno del doppio di Alitalia a livello di capitalizzazione di Borsa) e Delta Airlines che con Air France è il vecchio alleato del gruppo italiano. La scelta è ardua ma visti i legami già in essere potrebbero essere proprio gli americani a stringere alleanze con il vettore romano. Nel pacchetto del rilancio sarà inclusa anche una alleanza a livello di marketing e biglietti con Ferrovie dello Stato: le Frecce dovrebbero occuparsi di collegare la periferia (le città servite dall'alta velocità) all'hub di Fiumicino o Malpensa in modo da razionalizzare i voli nazionali. Milano Linate si occuperà, invece, di lanciare l'attacco alle low cost sul terreno del breve e medio raggio con un rafforzamento dello scalo milanese.

(ansa)

Ma i tempi non sono forse i migliori per iniziare una sfida di questo livello. Secondo un report appena pubblicato da Hsbc, il 2021 sarà l'anno delle low cost non certo delle "compagnie di bandiera". Vettori aggressivi e abituati al risparmio come Wizz Air, easyJet o Ryanair vengono date per risorte a fine anno grazie ai collegamenti di corto e medio raggio che sono il loro pane quotidiano. Tempi più lunghi, al contrario, per gli altri vettori tradizionali che i propri ricavi e quindi gli utili, sono abituati a incassarli con il lungo raggio che per anche per i prossimi mesi e fino al termine del 2021 resteranno per molti un ricordo.

"Vogliamo creare occupazione di lungo periodo" ha spiegato il presidente Francesco Caio nell'introdurre le linee guida del piano industriale, "abbiamo fatto un lavoro credibile e non fantasioso, guardiamo al medio periodo: per questo c'è necessità di un'alleanza forte che consenta un ampliamento del raggio di azione del nuovo vettore". Secondo Fabio Lazzerini, ad di Ita "sono appassionato di montagna e nel corso del cda di stamattina, mi piace pensare ad un viaggio che ci porterà in cima partendo da fondovalle. La storia precedente non ci servirà, siamo in tempi nuovi dove le sfide sono molte. Viaggi e incertezze economiche dei Paesi sono interconnesse – aggiunge Lazzerini – E allora perché creare una compagnia in questo periodo? Perchè abbiamo la possibilità di partire con una profonda discontinuità rispetto al passato: noi siamo una start-up".

Ma per i sindacati questi numeri sono negativi: "Un piano non condivisibile in quanto assolutamente inaccettabile per noi". Così unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo sul piano industriale della nuova Alitalia Ita, evidenziando che "con poco più di 50 aerei si va verso l'avvio di una mini compagnia, contraddistinta da un piano insoddisfacente da tutti i punti di vista, industriale ed occupazionale". E aggiungono: "Si riducono i collegamenti, soprattutto il lungo raggio, le attività di volo. Sparisce dal piano il cargo e ci sono inevitabili riflessi sulle attività di manutenzioni e sui servizi di handling".
"Serve più coraggio da parte dell'azionista Mef – chiedono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl TA – per dare un indirizzo chiaro al cda e all'ad, visto che i 3 miliardi, investiti dal governo sono stati stanziati per rilanciare Alitalia e tutto il trasporto aereo, non per licenziare. Non si può sprecare questa occasione unica ed irripetibile per un rilancio vero e duraturo della compagnia che, nelle intenzioni di tutti, deve tornare ad essere un asset strategico del paese e competere con le altre compagnie aeree europee. La base di partenza – sottolineano infine le quattro organizzazioni sindacali – rimane per noi la salvaguardia di tutti i posti di lavoro attraverso un piano di sviluppo".

Infine per Marco Veneziani presidente di Associazione Nazionale Piloti, "è un piano con luci e ombre che dovrà essere ampliato. In ogni caso aspettiamo con ansia che l'amministratore delegato Lazzerini ci convochi per una più puntuale illustrazione del piano".

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