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Morta la partigiana Giulia Re, staffetta per la libertà nella Milano che reagì al fascismo

Aveva visto i milanesi uccisi dai fascisti in piazzale Loreto e ne era rimasta sconvolta. Ma era già da tempo una staffetta partigiana e dal quel giorno il suo impegno nella Resistenza divenne ancora più assiduo. E' morta Giulia Re, nata a Milano nel 1926, nel quartiere Calvairate, in via degli Etruschi, dove ci sono le case popolari. Era di famiglia antifascista, il padre, tornitore alla fabbrica Brown Boveri era iscritto al Partito Comunista. La mamma Adele era molto attiva nella Resistenza e in stretto contatto con Emma Gessati, responsabile dei Gruppi di Difesa della Donna di Calvairate. "Il fascismo era una realtà che ci faceva sentire prigionieri, ma c'era in noi una gran voglia di vivere e di cambiare il mondo".

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Era la stessa voglia di vivere e di cambiare il mondo per la quale tanti giovani e meno giovani hanno combattuto per tutti noi", diceva Giulia Re, quando doveva spiegare la sua giovinezza. "Il 10 Giugno del 1940 fu dichiarata la guerra. Ero nel cortile di casa mia a Milano, a ridere e giocare spensierata e ignara di quello che la guerra portava – raccontava Giulia ai ragazzi -. E i mesi che seguirono furono per me tempi di paura, e da ragazzina che ero divenni grande e consapevole di quello che stava accadendo. Il tempo dei giochi era finito".

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A dar notizia della sua morte è Roberto Cenati, presidente di Anpi provinciale di Milano, che conosceva Giulia da tantissimi anni e ne racconta la vita. "Nel 1944, Giulia appena diciottenne, agisce come staffetta partigiana, invia messaggi segreti e diffonde centinaia di volantini contro il regime nazifascista. Una sera era insieme al marito in un cinema di Viale Umbria. Nella borsa aveva più di 200 volantini che avrebbe dovuto diffondere. All'uscita vi fu una retata dei nazifascisti. Gli uomini vennero separati dalle donne e si formarono subito due lunghe file. Giulia non si separò dal marito, impiegato alla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde. Il marito fu riconosciuto da un fascista e lasciato passare con la moglie. Giulia riuscì così miracolosamente a scampare da un sicuro arresto".

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Non fu protagonista di grandi combattimenti, come spesso le donne nella Resistenza, ma il suo ruolo fu fondamentale nella logistica. Le staffette portavano i messaggi da una postazione all'atra, consentendo ai partigiani di comunicare e di essere coordinati. "Il 10 agosto 1944 Giulia era in piazzale Loreto e rimase, come tantissimi milanesi, inorridita di fronte allo scempio dei corpi dei 15 Martiri fucilati all'alba da un plotone fascista della Muti, per ordine del capitano della Gestapo Theodor Saevecke", ricorda ancora Cenati, che ogni anno era con lei a ricordare l'eccidio in piazzale Loreto. "Aveva la stessa voglia di vivere e di cambiare il mondo per la quale tanti giovani e meno giovani hanno combattuto per tutti noi". Giulia, presidente Onoraria dell'Anpi di Calvairate, ha ricevuto nel 2015 il diploma e la medaglia di partigiana da parte del Ministero della Difesa.

Dal diario della partigiana Giulia una compagnia teatrale umbra ha tratto uno spettacolo andato in scena nel 2013. 'Quando c'era Pippo' – questo il titolo dell'opera alla quale collaborò lei stessa con la voce di sottofondo durante le messe in scena – nasce proprio così: una nonna racconta per anni una storia alla nipote, la nipote crescendo capisce che tutte quelle parole spese a raccontare il passato erano intrise di ammonimenti per il futuro. Lo spettacolo (finalista al Premio Scenario infanzia 2012) porta i giovani di oggi a guardare, coi loro occhi, un piccolo frammento di vita di quegli anni: conosceranno Giulia Re e Emilio Oldoni, due adolescenti che coi loro sogni hanno affrontato i loro incubi, negli anni durante i quali una guerra potentissima si infilava nella quotidianità delle persone, a dettare un tempo e un clima in cui era difficile sperare. Eppure in questo contesto terribilmente buio, c'è stato chi ha avuto il coraggio di agire in favore della libertà.

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