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Masterchef 10, la prima puntata dell’era Covid, tra quiz di cultura, fornelli e tanta pasta

La decima edizione di MasterChef inizia ricordando, se ce ne fosse bisogno, che viviamo in tempi di pandemia: tutti i casting che di solito vedevano centinaia e centinaia di aspiranti cuochi aspettare in affollati backstage, si sono svolti online. E in studio, alla prova dei fornelli, sono arrivati solo quelli che hanno superato un esame di domande di storia e tecniche di cucina. Anche se non è detto esplicitamente, questo pone l’accento sulla ricerca di un concorrente che sia preparato anche dal punto di vista della teoria.Ora in studio, dopo le prime selezioni si passa alla pratica. E si conferma l'attaccamento tutto italiano alla pasta: secca, più spesso fresca, anche ripiena, scelta dalla stragrande maggioranza dei candidati.

A giudicarne le prove torna il trio affiatato composto da Bruno Barbieri, giudice del programma sin dalla prima edizione, elegante nell’outfit come severo in cucina, Antonino Cannavacciuolo, un mix di simpatia e rigore e con quell’ironia scanzonata che sa prendere in giro senza offendere, Giorgio Locatelli, il tocco British dal cuore italiano.

Nell’attesa di entrare nel vivo e vedere l’azione con le mani in pasta, scopriamo le novità del regolamento: chi riuscirà a convincere i giudici all’unanimità potrà accedere direttamente alla Masterclass indossando l’ambito grembiule bianco col proprio nome ricamato. Chi, invece, guadagnerà due approvazioni su tre, otterrà il temporaneo grembiule grigio, che dà accesso alle sfide per giocarsi il posto nella classe.
Inoltre, Barbieri, Cannavacciuolo e Locatelli avranno la possibilità, anche quest’anno, di scommettere su un candidato a testa – bocciato dagli altri colleghi – firmando un grembiule grigio, consentendo l’accesso del concorrente alle sfide successive. Altra novità: i concorrenti non arrivano con i loro prodotti, ma hanno 5 minuti per cercarli in dispensa, poi 40 per cucinarli.
E con buon ritmo si parte.

Il primo è Igor. Cantava Death Metal poi ha conosciuto la sua attuale moglie, un soprano che lo ha convertito alla lirica. Così mentre cucina gli gnocchi improvvisa un’aria da tenore. Però è un po’ disorganizzato. È arrivato a MasterChef con l’idea di cucinare dell’anatra e una volta in dispensa ha scelto gli ingredienti per degli gnocchi di patate all’arancia. Conquista un grembiule grigio.

Rita ha 55 anni, arriva cercando gamberi e mazzancolle, ma trova un pesce. Ravioli di ricotta al profumo d’arancia, voleva farcirli con mazzancolle, ma non trovandole ha preso un pesce. Peccato che non sappia nemmeno riconoscerlo.

Claudio chiama il suo piatto “dal panico al rimedio”, perché ha dovuto rimediare a un errore grave: in dispensa si è dimenticato il burro e ha usato solo un filo d’olio per mantecare il risotto, ma la cosa peggiore è che il riso è evidentemente troppo cotto.

Ilda 43 anni vive a Novara da 8, ma fa i passatelli romagnoli (ha vissuto a Rimini 15 anni) in brodo di pesce. È sorridente e lieve (ha un che di Nicoletta Braschi). Nata e cresciuta in Albania racconta una storia molto toccante, il suo primo matrimonio combinato quando aveva 17 anni. Da adulta ha deciso di rompere il matrimonio e suo padre non le ha più rivolto la parola ed è morto lasciando questo peso sul suo cuore. I giudici sono colpiti e quasi a Locatelli esce una lacrimuccia. Cannavacciuolo apprezza il fatto che Ilda abbia fatto prima un brodo bianco poi un brodo rosso, usando il pesce crudo, che si è cotto col calore del liquido. I suoi passatelli convincono tutti e tre i giudici.

Dopo una serie di ben 18 no (tra cui, uno non ben comprensibile per un ragazzo toscano che ha presentato cappellacci alla mortadella e una goccia di Alchermes), arriva Antonio, studente di chimica, che comincia sicuro con la sua spigola cotta con tutte le squame con olio bollente e finito in forno, con porcini trifolati con salsa al gorgonzola e un concentrato di brodo di paniscia. Il piatto piace e colpisce per la complessità tecnica, ma Barbieri cerca di metterlo in difficoltà con domande di cultura culinaria. Gli chiede come si chiarifica un "consumato di manzo" e gli ingredienti del ragù alla bolognese. Il piatto piace (addirittura chapeau gli dice Cannavacciuolo) e pure la teoria è superata a pieni voti, con Antonio che spazia da padronanza tecnica a citazioni di Pellegrino Artusi e conquista il grembiule bianco, quello col suo nome che lo proietta di diritto nella masterclass.

Daiana, giovane avvocata siciliana, dichiara che, se vincesse, userebbe i 100mila euro di premio per frequentare un importante corso professionale. Cannavacciuolo è molto ben impressionato nel sentire che il primo pensiero dopo la vittoria sarebbe studiare ancora. Però l'assaggio non è all'altezza delle aspettative. "Quando chiude gli occhi sente la Sicilia? Sente La Norma, sente la mia passione?" domanda la concorrente a Barbieri, ma lui la gela: "sento solo l’unto delle melanzane". Il suo sarà infatti un no. Il piatto non convince nessuno dei giudici e la rimproverano per aver presentato un piatto mai cucinato prima a casa. Sono tre no, ma proprio mentre si avvia all’uscita, Cannavacciuolo ci ripensa. E mette la sua firma sul grembiule grigio.

Massimiliano, grafico con esperienze da bartender, tenta con un piatto ambizioso, che i giudici definiscono presuntuoso: le cappesante con maionese al passion fruit e scalogno affumicato. Le chiama “Scallops Level Up”. Ma fa due errori clamorosi: per addensare la salsa usa dell’amido (Barbieri ha la faccia da “inorridisco”) e per guarnizione delle uova di pesce, ma lui non è in grado di dire quale pesce. “Non si usa nel piatto qualcosa che non si conosce”. Tuona Cannavacciuolo. Bocciato. In particolare non gli hanno perdonano quell’atteggiamento di supponenza.

Francesco, maitre pugliese accompagnato dai genitori, è un chiacchierone inarrestabile: in due minuti racconta la storia di mamma e papà che a 18 anni hanno fatto la “fuitina” per sposarsi, di sua figlia di tre anni, della sua separazione. È anche un grande incassatore: lo prendono in giro per il mignolo alzato e lui ribatte: me lo taglio. È coraggioso: presenta un cappelletto ripieno di passatelli. Alla fine, convince – sia pur con remore – Cannavacciuolo e Locatelli. Può togliere la giacca da maitre e indossare il grembiule grigio.

Nel frattempo, gli spettatori possono vedere quel che succede in dispensa. “Madò che bello. C’è frutti di male, frutti di male”. Jiabi è nata a Shangai e vive a Bari, città di suo marito. È divertentissimo sentirla parlare perché è molto emozionata e salta da un argomento all’altro, in un italiano-cinese deliziosamente incerto. Dice sicura: “questo è Masterchef Italia quindi porto un piatto italiano, non cinese. Ecco allora i cavatelli”. È un suo cavallo di battaglia, tanto che suo marito le dice sempre che non è davvero cinese, è di “Bari vecchia”. I suoi cavatelli ai frutti di mare convincono Barbieri e Locatelli, ma non Cannavacciuolo che le critica una sproporzione tra pasta e condimento (troppo poca pasta). Comunque, è grembiule grigio.

Il siparietto con Giuseppe, idraulico, è esilarante: lui vorrebbe parlare del piatto e Cannavacciuolo chiede se è vero che gli idraulici ‘rimorchiano’ durante gli interventi nelle case. “Sì” risponde l’idraulico, suscitando le proteste ironiche della moglie che gli ricorda: “Oh guardate che io sono qui”. Ma dopo aver parlato di tubi di rame, si passa al cibo. I suoi tagliolini col cacciucco ottengono due sì e il grambiule grigio. Stessa cosa per Filippo e il suo branzino con i cavoli colorati.

Irene è giovanissima, alta e magrissima, arriva perché vuole cambiare il suo rapporto conflittuale col cibo. “Soffro di disturbi del comportamento alimentare, per questo ho concentrato nel piatto tre elementi che faccio fatica a mangiare, riso pasta e patate. Perché credo che mi aiuti a cambiare”. Ecco, allora i ravioli ripieni di pomodori di riso con un consommé di pomodoro. E il grembiule grigio.

Alessandra di Cagliari studia giurisprudenza ma si sente infelice ed è bloccata con gli esami e solo la cucina le dà allegria. Presenta le lorighittas, tipico formato di pasta sardo. Riceve il grembiule bianco perché, le dice Cannavacciuolo, ha passione, determinazione e talento.

Valeria da Campobasso è accompagnata dal marito di sua madre. “Sono fortunata ad avere lui, perché mio padre ha deciso di non essere nella mia vita”. La storia è toccante, i suoi cavatelli però, non perfetti al cento per cento, ottiene due sì e il grembiule grigio.

Poi è la volta di Cristiano 46 anni, saldatore, che arriva accompagnato dal marito e racconta di una vita che vorrebbe cambiare da sempre. “Da 31 anni per necessità faccio un mestiere che non mi appartiene, sogno una svolta”. Che potrebbe arrivare, grazie al grembiule grigio.

Monir è di Bevagna, in Umbria, di genitori marocchini. Ha viaggiato per il mondo. Sbaglia le tagliatelle, suo piatto forte. Sembra stiano per escluderlo, ma lo salva Locatelli che firma il suo grembiule grigio.

Poi arriva una sequenza di situazioni bizzarre: Daniela cucina sui tacchi a spillo e ritiene la sua cucina erotica. “Non parla, sospira” dice Antonino, mentre la regia mette di sottofondo la sexy canzone je t’aime. Ma non basta: la tartare non prende nessuno per la gola.
Concetta, scollatura vistosa e zeppe di 20 centimetri ai piedi, è simpaticissima: voleva fare le mezze lune con ricotta e spinaci, ma non ha trovato gli spinaci. L’insuccesso del piatto e l’esclusion e non le toglie comunque il sorriso.
Laura cucina “polpette greche” a cui vuole dare la forma del fico d’India, ma sul piatto il risultato è decisamente d’aspetto equivoco.

A rimettere di buon umore il trio di chef giudici arriva Azzurra, croupier sulle navi da crociera. Prepara “tricolore che va in Asia”, cioè dei gyoza con ripieno e salsa tutto italiano, “per raccontare la mia identità ma anche i miei viaggi”. Antonino le fa i complimenti: “le tue mani non sono fatte solo per dare le carte”. E scatta il grembiule bianco.

Barbara appare molto sicura di sé, tanto da irritare i giudici: “ho un palato sopraffino e una grande mano e voglio il grembiule bianco”. Ce la fa solo perché Locatelli e Cannavacciuolo apprezzano come ha usato le spezie nel riso e nella salsa tunisina.

Non manca il tocco eccentrico, con Max, scrittore americano 63enne e con Corinna di San Marino, che scherzando dice di essere extracomunitaria. Barbieri apprezza la sua eleganza ma Cappellacci ricotta limone e vongole non le valgono la promozione.

Mentre il grembiule grigio arriva per Sedighe Iraniana e il piatto tipico del suo paese, di melanzane cipolle e pomodoro.

Francesca vorrebbe mantecare il riso ma sembra piuttosto sbattere la padella. Il piatto proprio non va bene. Delusione anche per Luca, che porta delle tagliatelle alla menta e cioccolato e sostiene di aver avuto l’idea della ricetta da un sogno in cui gli sono apparsi i giudici.

Eduard di Santo Domingo, commesso in un negozio di abbigliamento a Verona, va in totale confusione e rovina il purè scordando il burro. Sarebbe escluso, ma viene salvato dalla firma di Barbieri: “scommetto su di lui, assicura lo chef, ho visto una bella anima”.

Non manca un altro momento di commozione, grazie a Marco, 31enne di Roma, che presenta un piatto di riso, simbolo della sua riconquista della vita: “Pesavo oltre 130 chili, ero triste e introverso, vestivo solo di nero, non avevo il coraggio di parlare con nessuno. Poi mi sono messo a dieta e ho mangiato tanto riso”. Ed un piatto di riso gli vale il grembiule grigio.

Adriana, casalinga di Macerata, è un momento di leggerezza. Racconta agli chef di aver portato spiedini di tonno (in realtà è pesce spada) con perla di cappasanta e pancetta, la ricetta del suo chef preferito, Jemie Oliver: “Non l’ho presa da uno di voi per non fare torto a nessuno”. Ma i trucchi di Jemie non bastano: tre no. “Rimarrò vostra fan lo stesso” conclude tranquilla.

Chiusura in bellezza con Irish Soldani, che porta ai giudici i ravioli del plin secondo la ricetta di famiglia. Risultano ottimi nonostante abbia scordato le uova. Tanto che ottiene comunque il grembiule bianco.

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