ROMA – Con la conversione in legge dei 4 decreti Ristori, che valgono 13 miliardi, si può dire che siamo alla penultima pagina dell'anno orribile del Covid. Tanti segnali sono stati inviati da parte dello Stato, a cominciare dalla decisa conferma delle risorse della cassa integrazione e del blocco dei licenziamenti fino a marzo del prossimo anno. Ma forse l'atto più nuovo, dal punto di vista qualitativo, è quello che potremmo definire lo "sdoganamento delle partite Iva". Lo Stato ha teso la mano al mondo dei commercianti, degli artigiani e delle piccole imprese, senza pregiudizi fiscali.
Anzi ha affidato al proprio braccio operativo della lotta all'evasione, l'Agenzia delle entrate, il compito di versare, direttamente e velocemente sul conto corrente i cosiddetti ristori: circa 2,3 miliardi sono erogati dai quattro provvedimenti che sono serviti nei due mesi di ottobre e novembre a far fronte alla inaspettata e seconda ondata del virus. Mal vissuta dai ristoratori, dagli albergatori e da tutto il mondo degli affari forse perché dopo l'estate si pensava di aver messo tutto dietro alle spalle. Eppure rincorrendo le zone arancioni e rosse, e scoprendo il meccanismo dei codici merceologici Ateco, più di 160 categorie hanno avuto diritto ai rimborsi, ci si è accorti che in due mesi sono stati raggiunti 613 mila imprenditori con invii automatici che, ad esempio, nel caso delle disco-teche hanno addirittura moltiplicato per quattro i sussidi avuti in giugno.
A conti fatti durante tutta la crisi sono state raggiunte 3 milioni di partite Iva, buona parte dell'intera platea dei 5 milioni del cosiddetto "popolo". Tanto per fare un esempio i ristoratori beneficiati sono stati 523 mila per 1,7 miliardi. Nonostante le zone d'ombra dove, per un motivo o per l'altro, i sussidi non sono potuti arrivare molte imprese, con fatturati di base alti, hanno potuto contare su assegni netti di alcune migliaia di euro.
Con l'occasione anche dal punto di vista degli ammortizzatori sociali per le partite Iva c'è stata una svolta. In particolare per le 300 mila iscritte alla gestione separata Inps che rappresentano le nuove professioni, dai web-master ai consulenti si apre un mondo inedito. Con la manovra di Bilancio in discussione in queste ore nasce l'Iscro, l'indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa. Chi perde oltre il 50 per cento del fatturato rispet-to al triennio precedente, potrà avere una sorta di cig con un massimo di 800 euro al mese per sei mesi.
Forse una svolta c'è stata nei rapporti dello Stato con il popolo delle partite Iva anche sulle tasse: con i decreti ristori ci sono stati consistenti rinvii dei pagamenti fiscali e dei pignoramenti. Ora si attende il quinto che dovrà chiudere la partita dell'orribile 2020.
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