Sembrerebbe quasi uno scherzo, un cast del genere apparirebbe spericolato anche per un festival di fricchettoni in mezzo all'Appennino, e invece è vero, il prossimo Sanremo sarà, con rarissime eccezioni una carrellata di giovani, giovanissimi, alternativi, indipendenti allergici al mainstream, e altre insolite presenze. Altro che Primo Maggio, altro che Primavera Sound. Il nuovo, se volete, dovrete cercarlo proprio nel più antico dei tempi della canzone. Campeggia come da un astratto empireo il nome di Orietta Berti, appaiono vecchi perfino Arisa, Max Gazzè, Malika Ayane, Noemi e Francesco Renga, in confronto a una stupefacente sequenza di artisti dell'ultima generazione disponibile, gruppi, rapper e trapper di nome Madame, Coma Cose, Gaia, Gio Evan, Fasma, Fulminacci, Aiello, Maneskin, Extraliscio, Random, Colapesce e Dimartino, tanto che Fedez e la Michielin, in coppia, sembrano quasi dei veterani, Ermal Meta, Annalisa e Stato Sociale dei consumati intrattenitori, perfino Willie Peyote, un rapper della prima ora, a confronto con La rappresentante di lista e Irama. Un elenco che rischia di essere addirittura poco conosciuto e familiare al pubblico televisivo.
Questa sì che è una rivoluzione e non vediamo l'ora di scoprire se e quanto le canzoni saranno all'altezza del giusto rinnovamento e, perché no, anche di vedere come la Orietta Berti nazionale figurerà in mezzo a tanti ragazzi. E che ci sia aria di radicale cambiamenti lo testimonia un dettaglio non da poco. Gli Extraliscio si presentano insieme a un gruppo storico del rock alternativo, i Tre allegri ragazzi morti. E che sarebbe stato possibile un giorno vederli sul palco dell'Ariston nessuno lo avrebbe mai potuto lontanamente immaginare. C'è anche Bugo, quasi un risarcimento per le disgrazie dello scorso anno, e ovviamente non c'è Morgan, neanche dove doveva essere per contratto, ovvero ieri sera in diretta a fare da giudice per la gara dei giovani.
Sanremo 2021, Morgan attacca e insulta Amadeus dopo l'esclusione: "Prendi Bugo e non me? Sciacalli"
Che le polemiche sul festival comincino già prima di Natale è decisamente un record. Ma con Morgan di mezzo e la sua esclusione dal cast del festival per "scelta artistica" non poteva certo passare liscia e indolore. Morgan, offeso, si è scatenato in attacchi alzo zero, e l'organizzazione ha deciso di lasciarlo a casa, temendo intemperanze o forse la sostanziale alterazione della correttezza della gara per manifesta rabbia del giudice incaricato. Ovviamente ha spruzzato veleno sui social, in una diretta Instagram che era praticamente una trasmissione alternativa, culminata in un appello sublime: "Dovreste incazzarvi tutti voi italiani. E anche stranieri". Morgan non c'era, pesando come convitato di pietra su una serata che doveva dirci soprattutto l'identità dei ventisei big che si sfideranno dal 2 al 6 marzo al festival di Sanremo. Tante, tantissime donne, in omaggio al rosa che avanza, anche molti gruppi, come mai prima, coppie, ma soprattutto tanti emergenti, e tanti big in assoluto considerando che, scartabellando negli annali, dovrebbe essere record assoluto. Del resto ci vuole coraggio per arrivare a 26 canzoni in gara, che aggiunte alle otto dei giovani fanno 34, ed è una sfida alla resistenza auditiva degli ascoltatori.
Rimane un dubbio, perché mantenere la separazione tra Nuove proposte e Big? Che senso ha se alcuni tra i big sono più giovani dei giovani delle Nuove Proposte? La divisione appare sempre più incongrua, lo è già da anni, ma ora, man mano che si completa questo rinnovamento, e si arriva a presentare una lista così ricca di artisti emergenti, sembra ancora più insensata. A parte l'incongruenza il cast annunciato è sbalorditivo. Non è un cambiamento, è un benefico golpe, un positivo ribaltamento che cambia di molto la prospettiva della gara del festival che tutti sperano possa essere un momento di riscatto dall'anno terribile che stiamo vivendo visto che, non va dimenticato, il Sanremo 2020 fu l'ultimo evento di rilievo prima della chiusura del mondo. Nessuno può dire con certezza come sarà, se ci sarà pubblico, quali saranno le limitazioni obbligate, come far vivere l'infernale macchina festivaliera nelle condizioni della pandemia. Ma di sicuro Amadeus, Fiorello, i cantanti, la Rai, tuti gli italiani hanno lo stesso desiderio. Vorremmo tutti che fosse il festival della liberazione.
Commenti recenti