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Effetto lockdown, boom di siti che vendono false assicurazioni sul web. Ecco come difendersi dalle truffe

MILANO – La pandemia che ha balzare in avanti gli italiani nella presenza sul web, anche per quel che riguarda la gestione delle proprie finanze, ha d'altra parte aperto praterie a chi sfrutta lo spazio online per truffarli. Lo sanno bene all'Ivass, l'Autorità che vigila il comparto assicurativo, dove da inizio anno si sono ritrovati a segnalare, a tutela dei consumatori, ben 230 siti irregolari che vendevano rc auto in realtà inesistenti.

Assicurafacilerca.com, ilpreventivatore.com oppure assicurazioniprimaonline.com: sono solo alcuni esempi dell'ultima tornata di segnalazioni dell'Ivass, risalente a una decina di giorni fa, di siti che vendono polizze assicurative rc auto semplicemente false.

Facendo un giro sui portali, un consumatore un po' più esperto può notare dettagli che dovrebbero allarmare. Si pubblicizza l'accensione delle polizze via whatsapp, lo scambio di documenti in chat, il pagamento dei premi attraverso le ricariche di carte di credito prepagate. Strumenti che renderebbero facile la vita a chiunque, ma che sono evidentemente privi di qualsiasi carattere di tutela dell'utente. Per attirare i meno avveduti, molti portali mettono in vetrina simboli di compagnie conosciute al grande pubblico, talvolta rubano l'identità di broker e società realmente (e legalmente) attivi e in alcuni casi si parla di una autorizzazione da parte della stessa Ivass (fasulla) con tanto di matricola di riferimento.

L'escalation di questi casi è preoccupante: "Tra gennaio e novembre, Ivass ha segnalato ben 230 siti irregolari rispetto ai 168 individuati nel 2019 e ai 150 nel periodo 2017-2018 – spiega la responsabile delle relazioni esterne dell'Autorità, Antonella Dragotto – Una crescita che preoccupa parecchio perché fa leva sui comportamenti e sulle vulnerabilità degli utenti. La truffa colpisce prevalentemente il settore delle polizze rc auto perché queste sono obbligatorie, sono percepite come costose e sono semplici da acquistare via web. Gli utenti che ne cadono vittime sono cittadini che cercano di risparmiare sui costi della polizza, spesso anche giovani, abituati a navigare e ad interagire su internet".

Una delle leve più potenti in mano agli utenti è poi il prezzo, che è ovviamente a sconto rispetto a quel che si trova sul mercato: si parla in media di poche centinaia di euro per una polizza annuale e 40-50 euro al giorno per le cosiddette "coperture temporanee". Questo "fa abbassare le difese dell'utente: c'è la buona notizia del risparmio e c'è una maggiore propensione al rischio perché è in gioco una somma di denaro non elevata", spiega Dragotto.

Dalla soddisfazione per il risparmio alla beffa della truffa, il passo è breve. Le conseguenze non sono da sottovalutare perché, oltre a perdere i propri soldi, gli automobilisti rischiano di circolare senza la copertura obbligatoria: potrebbero incorrere in multe e sequestro del veicolo. "In genere circa il 70% dei siti fake sparisce dal web nel giro di qualche giorno dal momento in cui l'Ivass ne dà informazione pubblica e all'autorità inquirenti". Durante l'estate, ad esempio, con una maxi-operazione gli uomini del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza sono riusciti a identificare 44 responsabili di oltre 220 siti-truffa, coronando l'operazione "Fake Insurance" coordinata sin dal 2019 dalla Procura della Repubblica di Milano. In quell'occasione, per altro, sono stati segnalati anche sei fornitori dei servizi sul web in quanto – secondo le forze dell'ordine – avrebbero potuto usare le informazioni in loro possesso per 'spegnere' prima i siti.

Anche quando ciò accade per l'intervento delle autorità, spiega Dragotto, "purtroppo ne rinascono presto di nuovi. Il giro d'affari è elevato e non facilmente quantificabile", anche perché i diretti interessati probabilmente ne vengono a conoscenza solo nel momento in cui subiscono un controllo.

Dragotto spiega che proprio quei meccanismi che attirano i consumatori dovrebbero esser i principali campanelli d'allarme rispetto al rischio di frodi. "Ad esempio, questi siti chiedono di pagare la polizza mediante accredito su una carta di credito ricaricabile ovvero di intrattenere contatti solo attraverso messaggistica veloce. Ecco, in questi casi bisognerebbe allarmarsi subito. Anche perché pagare ricaricando una carta di credito, magari alle Poste o presso un tabaccaio, è proprio vietato dalle norme. È sempre prudente e opportuno richiedere un preventivo ufficiale, che deve essere identificato da un codice assegnato dalla singola compagnia, e verificare la coerenza e corrispondenza dei dati riportati sul preventivo con quelli indicati sul sito web. E qui purtroppo entra in gioco anche la scarsa cultura assicurativa, tema su cui l'IVASS sta molto lavorando per aumentare la consapevolezza deli utenti anche nei confronti di queste truffe".

Per un doppio controllo, gli utenti possono fare riferimento agli elenchi ufficiali delle imprese italiane che possono legittimamente operare in Italia, oppure al Registro unico degli intermediari assicurativi (RUI). I consumatori, comunque, se hanno sospetti possono chiamare il contact center dell'IVASS (800-486661).

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