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Coronavirus, è strage di anziani anche in Germania. Ma i primi vaccini andranno a loro

BERLINO – “Un morto su due ha più di ottant’anni”. Nel giorno in cui la conta dei deceduti ha superato di nuovo quota 800, il ministro della Salute, Jens Spahn, sintetizza il motivo per cui la Germania comincia a somigliare ad altri Paesi, e anzitutto all’Italia. L’eta media dei contagiati sta salendo perché il coronavirus “si sta diffondendo più uniformemente nella popolazione”, come ha spiegato nei giorni scorsi anche il presidente dell’Istituto Koch, Lothar Wieler.

Essendo la Germania, insieme all’Italia, il Paese dall’età media più avanzata d’Europa, ciò significa che rispetto alla prima ondata il virus sta colpendo maggiormente gli anziani, dunque i più vulnerabili. L’anomalia tedesca della primavera, quando il tasso di mortalità rimase basso, non si spiega solo per la generosa disponibilità dei posti in rianimazione e un sistema sanitario che è indubbiamente solidissimo. I focolai di quella fase furono molto diversi rispetto all’Italia: famiglie che tornavano dalle vacanze in montagna, feste di carnevale, insomma un’età media dei contagiati che in quella fase fu costantemente più bassa di quella italiana.

La seconda ondata è diversa. Tra l’altro, il virus è arrivato nelle Rsa, dove sta facendo una strage. Secondo calcoli della Bild, che ha interpellato i Land sul periodo che va da inizio da ottobre a oggi, nello Schleswig-Holstein addirittura il 90% dei morti da Covid proviene dalle case di riposo. Nel Saarland è il 71%, ad Amburgo il 65%, a Berlino il 63%, in Assia il 54%, a Brema il 48%. Ed è il 41% del totale anche nel land più popoloso, il Nordreno-Westfalia, che conta quasi gli abitanti di Lombardia, Piemonte e Toscana messi insieme.

Le polemiche sulla diffusione del Covid nelle strutture di cura per anziani dominano ormai il dibattito pubblico. A fine ottobre alcuni virologi tra cui Hendrik Streeck, dell’università di Bonn, e il capo delle casse mutue, Andreas Gassen, avevano chiesto una protezione maggiore in particolare per le fasce a rischio e nelle case di riposo. Ma Angela Merkel ha sempre detto di ritenere inaccettabile l’idea di isolare completamente alcune categorie di persone. Anche il virologo Christian Drosten ha sempre rifiutato l’idea di focalizzare le restrizioni su determinati cittadini: “È una strategia che respingiamo”.

Al contempo, in Germania continuano ad accelerare i contagi: in 24 ore hanno toccato il secondo numero più alto registrato dall’inizio della pandemia: 33.777. Ma il ministro Spahn ha fornito finalmente i dettagli su una delle buone notizie di questa fase: l’inizio delle vaccinazioni. Anche se il piano sembra lento e Spiegel già accusa il governo del “disastro vaccini”. La Germania ne avrebbe ordinati troppo pochi: 200mila a dicembre, poi soltanto 11-13 milioni entro marzo. “Un frangente di quello che arriverà negli Usa”, lamenta il settimanale. Ma Spiegel suggerisce sostanzialmente al governo Merkel di buttare alle ortiche la solidarietà europea che vincola Berlino ad aspettare che tutti i partner europei ricevano abbastanza dosi.

In ogni caso, proprio con un occhio rivolto agli ultimi, allarmanti sviluppi nel tasso di mortalità, Spahn ha annunciato che “cominceremo anzitutto proteggendo coloro che sono particolarmente fragili”. Il 27 dicembre il vaccino sarà somministrato nelle Rsa, sia ai pazienti sia al personale medico. Ma in questa “fase uno” saranno inclusi anche gli ultraottantenni, che in Germania sono 5,4 milioni di persone. Ci vorranno mesi, ha pronosticato il politico cristianodemocratico, per questa primissima fase. Spahn ha invitato “ad avere pazienza” e ha ribadito che “dovremo ancora convivere per un prolungato periodo di tempo con il virus”. Nelle fasi successive si passerà a categorie via via meno anziane e fragili. Agli under-60 e al resto della popolazione, quella non a rischio, potrebbe toccare nella seconda metà del 2021: “A loro la proposta di fare un vaccino potrebbe arrivare in estate”, ha puntualizzato il ministro.Original Article

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