AGORDO – Vivere la devastazione e averla davanti agli occhi ogni giorno, ormai da due anni. Per Luxottica, quel fianco di monte non è solo un panorama: è storia, la propria storia. Per questo il colosso dell’occhiale ha deciso di adottare le sue montagne, sistemando quel cimitero di alberi creato dalla tempesta Vaia del 2018. L’azienda di Leonardo Del Vecchio si prenderà cura di 15 mila alberi, recuperando i tronchi abbattuti dalla tempesta, ripristinando il suolo, curando gli alberi risparmiati e favorendo la crescita di quelli che nasceranno spontaneamente per la rigenerazione naturale della foresta.
Viaggio nel bosco che rinasce: “Pianteremo 30 milioni di alberi”
Giampaolo Visetti
“Sono piccoli gesti in grado di fare la differenza e di restituire alla comunità un bosco rigenerato e una montagna ancora più bella. Una sorta di regalo di Natale che Luxottica vuole donare a un territorio con cui ha un legame storico e speciale”, dice Giorgio Striano, chief operating officer del gruppo. Lì, ad Agordo, in provincia di Belluno, nel 1961 sono iniziate le fortune della società che produce componenti e accessori per aziende del settore ottico. Il fianco della montagna alle spalle dello stabilimento è un cimitero di alberi.
Il gigante di lenti e occhiali, che ai piedi delle Dolomiti ha la sua fabbrica più grande con 4.500 dipendenti, ha deciso intervenire con il piano di ripristino boschivo più imponente dalla devastazione di due anni fa. Il fianco della montagna è un’area di 30 ettari in località Larion-Baster: una zona impervia, ripida e scoscesa, grande quanto 50 campi da calcio. “La devastazione era visibile da ogni angolo del Comune”, racconta il sindaco di Agordo Roberto Chissalè. Una ferita aperta e in bella vista. Per l’ente pubblico l’intervento sarebbe stato troppo oneroso e allora si è fatta avanti Luxottica. Sono stati interpellati un centinaio di piccoli proprietari terrieri e con loro è stato concordato l’intervento di restituzione del bosco. Un lavoro di comunità con alle spalle il gruppo dell’occhialeria di Leonardo Del Vecchio, che sulle Dolomiti è non solo un’azienda ma anche storia di una comunità.
La fase iniziale, che si concluderà entro il primo trimestre del 2021, prevede la pulizia dell’area e la rimozione del legname abbattuto. Sarà cruciale per raggiungere due obiettivi: mettere in sicurezza i terreni riducendo il rischio di frane e smottamenti e salvaguardare le altre foreste dall’attacco di insetti dannosi che proliferano nel legname abbandonato a terra. Per la rigenerazione bisognerà attendere la primavera. L’intervento è realizzato in collaborazione con Etifor, spin-off dell’Università di Padova specializzato in consulenza, progettazione, ricerca e formazione in ambito ambientale. “Nell’affrontare il progetto, prima di piantare nuova foresta, abbiamo voluto prenderci cura dell’esistente e degli alberi risparmiati dalla tempesta”, aggiunge Striano.
Commenti recenti