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Un incubo sventato per poco: “Avrebbe distrutto l’umanità”

"Credo che con l'arrivo dell'estate saremo fuori, o quasi, dalla pandemia". A dirlo è l'immunologo Francesco Le Foche, medico specialista del Policlinico Umberto I di Roma, nel corso di un'intervista al Corriere della Sera. "Se avremo raggiunto una buona percentuale di vaccinati, credo che ne saremo fuori", aggiunge.

Ottimista e schietto. Nel tam-tam mediatico che ha dato lustro a numerosi virologi e infettivologi, Le Foche si distingue sicuramente per la lucida capacità di interpretare l'andamento della curva epidemiologica e l'evidente decorso dell'infezione virale. Scienziato di conclamata fama, è speranzoso circa gli scenari futuri della pandemia. "Credo nella scienza. – spiega – E anche nella storia. L'uomo ha sempre usato la scienza per risolvere i problemi che si è trovato ad affrontare. Quando ero bambino, un mio compagno di classe aveva la poliomielite. Oggi la polio non c'è più, perché abbiamo il vaccino. Ecco, credo nella scienza e nella storia".

Pochi giorni fa, Gino Strada ha espresso notevole preoccupazione riguardo alla trasmissione repentina dei contagi, favorita da comportamenti talvolta imprudenti e "scriteriati". "Non penso si riferisse alla situazione mondiale. – commenta l'immunologo del Policlinico Umberto I – E ha senz'altro ragione. In alcune zone del pianeta, l'Africa ma non solo, la vaccinazione andrà avanti molto più lentamente che altrove. Quindi il virus continuerà a circolare a livello globale. Ma, se noi avremo messo in sicurezza le persone fragili, la situazione sarà gestibile. Proprio per questo bisogna accelerare sui vaccini".

Il vaccino Pfizer, così come quello Moderna, sembrerebbero avere un'elevetissima efficacia contro il Coronavirus al punto che, già a partire dalla settimana prossima, potrebbero essere somministrati, in via emergenziale, anche ai pazienti gravi. Un'accellerazione che rischia di ingenerare un clima di sfiducia sulla reale incisività del siero. "Sono stati tagliati i tempi della burocrazia e quelli per la ricerca dei fondi, – spiega Le Foche – visti gli stanziamenti pubblici e privati che sono arrivati. Ma il rigore scientifico non è stato toccato. Dopodiché sia chiaro, io non ho paura dei no vax. Sono nati nell'800 dopo che era stato trovato l'antidoto per il vaiolo, furono messi in crisi da Napoleone che lo impose alle sue truppe, poi hanno ripreso piede. Ci sono sempre stati ma restano una minoranza. Quelli che mi interessano sono i dubbiosi, quelli che tentennano. Per loro serve una comunicazione comprensibile, empatica". Le prime dosi saranno destinate a medici e infermieri: "Spero che abbiano la sensibilità scientifica, etica e morale di scegliere il vaccino per raggiungere l'immunità di gregge, che non a caso si chiama anche immunità solidale. Il valore del vaccino è proprio questo: proteggere anche chi non lo può fare. Un bambino che ha il tumore, per esempio

". Poi, un monito per i miscredenti: "La vaccinazione ha risolto tutte le patologie più importanti del mondo. – chiarisce – Anche se oggi sembra impossibile, i bambini morivano di tetano, di pertosse. Se oggi non succede più è proprio grazie ai vaccini. E andrà così anche con il Covid che, ricordiamocelo, se avesse avuto due tacche di mortalità in più avrebbe distrutto l'umanità".

Il Natale è di là da venire, così come le nuove (attesissime) misure restrittive al vaglio dell'esecutivo proprio in queste ore. L'ipotesi profilata da fonti vicine a Palazzo Chigi è che si designi un'unica, grande "zona rossa" per l'Italia con forti limitazioni per gli spostamenti a ridosso della ricorrenza sacra. "Serve la massima prudenza. Anche se, per chi deve chiudere, occorrono ristori immediati e pieni. Cosa che non è stata, generando una certa insofferenza per le regole".

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