NEW YORK – C’è anche il leggendario laboratorio di Los Alamos del “progetto Manhattan”, quello dove venne preparata la bomba atomica durante la seconda guerra mondiale, tra i siti informatici violati dagli hacker russi. L’intelligence Usa è certa che ad operare sia stata una “agenzia di élite” dei servizi segreti russi. I vertici dell’intelligence ne hanno informato le commissioni competenti del Congresso. Molti i siti di massima sicurezza del governo federale americano che hanno subito attacchi micidiali, tutti recenti, forse tuttora in corso, e riconducibili alla regia di Mosca.
Joe Biden annuncia che responsabili e mandanti “pagheranno un prezzo sostanziale”, mentre Donald Trump tace. Tra i bersagli più strategici figurano l’Energy Department e la National Nuclear Security Administration. Quest’ultima è responsabile della custodia e del mantenimento in condizioni di sicurezza dell’arsenale nucleare statunitense. Gli hacker russi sono stati in grado di penetrare nei network di queste e di molte altre agenzie federali ("una mezza dozzina" secondo le fonti del Congresso).
Per adesso l’intelligence americana cerca di valutare le dimensioni del danno, quali dati sono stati violati, quali informazioni sono finite nelle mani degli hacker di Mosca. L’indagine durerà molte settimane, prima che si possa avere un’idea del danno subito dalla sicurezza degli Stati Uniti.
In altri termini, questo è uno dei primi dossier che il 46esimo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, dovrà affrontare a partire dal suo insediamento tra un mese e due giorni. Ne avrà conosciuto i dettagli prima: su una vicenda di questa gravità e di questa importanza strategica, il presidente-eletto sta già ricevendo un “briefing” quotidiano dalla comunità d’intelligence, secondo le regole della transizione.
Al momento si sa che gli hacker russi sarebbero penetrati nei siti del governo americano usando almeno una “porta di servizio”, cioè violando il software di una società privata, la SolarWinds, che vende soluzioni informatiche alla pubblica amministrazione.
Non è neanche scontato che l’offensiva russa sia terminata, benché sia ormai di pubblico dominio. Il controspionaggio della polizia federale (Fbi), la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, e l’Office of the Director of National Intelligence ammettono di aver scoperto l’aggressione solo da alcuni giorni, e parlano di una “cyber-offensiva in atto”.
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