"Sarà un Natale diverso ma dobbiamo essere ancora di più responsabili: abbiamo un dovere come Paese, riaprire le scuole superiori. Più saremo responsabili e cauti durante le vacanze, più quell'obiettivo sarà realizzabile. Invito tutti ad abbracciare il mondo della scuola e a proteggere la nostra scuola essendo responsabili". Lo ha detto la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina (M5S) partecipando al Natale digitale del ministero. Una sollecitazione che arriva nel giorno in cui il premier Conte dovrà decidere le modalità del lockdown natalizio: l'ipotesi è di portare tutta l'Italia in zona rossa dal 24 al 27 dicembre e dal 31 al 3 gennaio con deroghe solo per le messe e per incontrare genitori o partner. Chiusi negozi, bar e ristoranti, vietato uscire di casa salvo i casi consentiti. Ma sul tema si sta discutendo ancora in queste ore con l'obiettivo di arrivare a un compromesso con quella fetta di governo – i ministri Speranza e Franceschini – ben più rigorista e in attesa di conoscere la posizione di Matteo Renzi e dei suoi. Oggi Conte incontra i capi delegazione di maggioranza e alle 17 è previsto anche un confronto tra governo e Regioni.
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Lockdown natalizio per 8 giorni. Pranzi in famiglia con 2 congiunti
di
Tommaso Ciriaco
Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, ospite di The Breakfast Club su Radio Capital ha detto in merito: "Non abbiamo ancora deciso, ma si tratta di aspettare poche ore. Oggi la decisione. Le misure vanno verso una restrizione ulteriore per mettere in sicurezza la vita delle persone e per consentire un ritorno a una relativa normalità. Il ministero della Salute ha proposto misure più severe che prevedono qualcosa che somiglia a una zona rossa. Si sta discutendo su misure più stringenti ma non c'è gran differenza – spiega – tra quello che accade in Italia e quello che accade negli altri Paesi. Il Dpcm aveva già dato regole fondamentali per la vita delle persone. Siamo passati dai 40mila ai 18mila nuovi positivi al giorno. Noi dobbiamo immaginare cosa succederà a gennaio. Io penso che vadano aperte le scuole, ma 18 mila nuovi contagi giornalieri sono assolutamente troppi perché si possa ripartire. Ho già avvisato i miei fratelli: quest'anno il giorno di Natale ci saluteremo via Skype".
Le Regioni
Tra i governatori, particolarmente critico è Giovanni Toti, presidente della Liguria ed esponente del centrodestra: "Se il governo deciderà, come sempre ha lasciato poco margine di discrezionalità alle Regioni, quindi necessariamente ci adegueremo. Ma ritengo che sia un'ingiustizia che si cambino le regole in modo ulteriormente restrittivo, anche dove se ne potrebbe fare a meno – ha sottolineato intervenendo a Radio anch'io, su Radio 1 – Mi sembra una pandemia emotiva quella che stiamo vivendo e non un modo razionale di gestire il Paese".
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