Cittadini e lavoratori in difficoltà avranno più tempo per pagare le rate dei mutui per liquidità, seconde case o ristrutturazioni e anche per ripagare le rate dei prestiti per il credito al consumo.
Banche e associazioni di consumatori hanno appena raggiunto un accordo per rinnovare la moratoria che era già stata concessa a fine aprile 2020: saranno altri nove i mesi di sospensione, dopo i 12 concessi mesi fa.
Poche ore più tardi anche Assofin, che riunisce le più importanti finanziarie del Paese, ha rinnovato la sua moratoria di primavera per altri sei mesi, che si aggiungono ai sei di allora.
Sospensione mutui. È destinata soprattutto a chi non aveva aderito allora o ha aperto un mutuo nel frattempo. Perché è vero che potranno aderire anche i beneficiari della prima moratoria, ma a patto che lo stop complessivo non superi, appunto, i nove mesi. Le domande potranno essere fatte fino al 31 marzo 2021, ma non si escludono proroghe.
Quali mutui si possono sospendere. L’Abi specifica che sono tre i principali prestiti per i quali si potrà premere il tasto “pausa”:
Tutti, comunque, devono avere come garanzia un immobile non di lusso e devono essere erogati a persone fisiche. E per accedere alla moratoria bisogna che il mutuo sia stato stipulato prima dell’accordo, cioè in data precedente al 16 dicembre 2020.
Chi può aderire. La moratoria è pensata per venire incontro a chi ha perso il lavoro o ha comunque visto ridursi in modo significativo il proprio reddito a causa della pandemia da Covid-19. Sospensione possibile per questi casi:
Potranno accedere alla moratoria anche i liberi professionisti che, nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, abbiano subito una riduzione del fatturato di almeno il 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre 2019. La riduzione deve però essere legata a “chiusura o restrizione della propria attività” a causa delle misure anti-Covid.
In cosa consiste. Come già detto la sospensione potrà durare fino a un massimo di 9 mesi. Si potrà scegliere di sospendere solo la quota capitale continuando a pagare gli interessi seguendo le scadenze originarie, oppure di sospendere l’intera rata. In quest’ultimo caso non verranno applicati interessi sugli interessi. Chi la ottiene non dovrà pagare alcuna commissione e non ci saranno interessi di mora. Alla fine della sospensione il finanziamento ripartirà e il piano di ammortamento si allungherà per il numero di mesi in cui è rimasto fermo.
Sospensione prestiti. Come detto, durerà sei mesi in aggiunta i sei di aprile. Chi aveva già ottenuto sei mesi di stop ad aprile non potrà aderire, chi invece aveva ottenuto, ad esempio due mesi, non potrà chiederne più di quattro.
Chi può aderire. I casi sono gli stessi di quelli indicati da Abi. L’unica differenza è il confronto temporale per calcolare il calo di fatturato del 33% per i professionisti. Assofin prende in considerazione il trimestre precedente a quello della domanda, sempre rispetto all’ultimo trimestre 2019.
In cosa consiste. Si potranno sospendere tutti i finanziamenti per importi superiori ai mille euro e di durata non inferiore ai sei mesi, a patto che al 21 febbraio 2020 non siano stati accumulati ritardi tali da essere considerati in default o comunque deteriorati. Così come per i mutui, anche per i prestiti si può sospendere l’intera rata oppure solo la quota capitale, continuando così a pagare i soli interessi rispettando le normali scadenze già stabilite. Nel caso in cui si sospenda l’intera rata, alla ripresa si applicheranno gli interessi previsti dal contratto. Alla fine della sospensione il piano di ammortamento verrà allungato dello stesso numero di mesi di stop.
“Conviene a tutti”. Sospendere i mutui può sembrare una misura a favore dei soli consumatori, “ma in questa fase gli interessi di consumatori e banche sono gli stessi. E questo dà la misura della gravità del momento” spiega Stefano Cherti, responsabile banche e assicurazioni per Unione nazionale consumatori (Unc) che plaude all’accordo. “Per gli istituti di credito è meglio rinunciare per qualche mese al denaro, piuttosto che inseguire i morosi con costose procedure di recupero crediti. Con la giustizia al palo, poi, anche i tempi sarebbero molto incerti”.
Secondo Cherti a questa seconda moratoria aderirà “soprattutto chi non l’aveva chiesta in primavera perché pensava di farcela, mentre la crisi non solo sta proseguendo, ma gli ultimi dati dicono che sta addirittura peggiorando. La speranza è di passare indenni questo momento e poi, tra nove mesi, rivedere la luce”.
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