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Marina Confalone: “I cattivi sono interessanti, ma meritavo un personaggio buono”

Marina Confalone, figlia di un cartolaio dal retaggio nobiliare e di Anna Cuccurullo, figlia di uno dei primi pionieri del cinema, è un pezzo di storia del teatro e del cinema. La incontriamo sul set di Il silenzio grande a Napoli di Alessandro Gassmann e a Natale la vedremo in prima serata su Rai 1 al fianco di Sergio Castellitto per Natale in casa Cupiello firmato da Edoardo De Angelis.

Nel film di Gassmann interpreta la governante, ruolo centrale e anima della villa di Posillipo che la famiglia vorrebbe mettere in vendita e in cui lei ha trascorso la vita, senza mai andare oltre il giardino. Semplice e accogliente, l'attrice, classe 1951, saluta ogni operaio che passa nella porzione di giardino con affaccio sul mare. Indica un gruppo di persone "quella è la truppa dei polacchi, Alessandro si è fatto aiutare da loro, il direttore della fotografia, operatore. Noi purtroppo non parliamo mai perché non ci capiamo, solo "buongiorno"… Ma sono bravissimi".

In questo momento in cui il covid rende tutto complicato, si privilegiano le storie intime.

"Sì. In questo momento, malgrado l'emergenza, ci sono parecchi film che si organizzano in poche location: Natale in casa Cupiello lo abbiamo girato in un'unica location ai Tribunali a Napoli. Diciamo che però, per fortuna, le storie sono giustificate dall'unicità di location. Il silenzio grande parla dell'incontro tra persone che svelano il loro cuore, le loro necessità e i loro bisogni intimi. Bisogna ringraziare prima di tutto Alessandro Gassman per il suo progetto e prima ancora Maurizio De Giovanni che ha immaginato questa bellissima commedia, perché questa è una commedia teatrale ancora prima di un film".

Col cast de "Il silenzio grande"

Lei è Bettina, una governante anni Sessanta.

"Sì. Questo personaggio è stato un incontro veramente felicissimo. Bettina è la governante di casa e quando ho indossato la crestina, il grembiule e il colletto di pizzo bianco sono proprio tornata bambina, non solo perché così mi faceva pensare a un grembiule di scuola delle elementari, ma perché lei ha un'anima da bambina, pura. Il personaggio ti costringe a tornare a un animo semplice, dolce che purtroppo negli anni tutti quanti perdiamo. Poi dopo tanti personaggi conflittuali che ho interpretato, forse io ispiro di più un tipo di personaggio stridente e più ancora, dopo i conflitti personali che ciascuno di noi vive, avevo bisogno di Bettina e forse la meritavo pure. E' vero, i cattivi sono interessanti, ma ne ho fatti tanti eh. Arrivare a rappresentare un animo così puro è una gioia per un attore. Lei è come mi piacerebbe essere, saggia, paziente, devota, piena di amore per gli altri ma anche ironica quando serve a svagare il suo amico professore. Ignorante, primitiva, diretta, ma che arriva sempre nel profondo. Non saprei dire se ho qualcosa in comune con lei. La ripetitività con cui spolvera mi fa pensare a certe manie, certe coazioni a ripetere alcuni gesti nello spazio della mia casa, ma a parte questo non le somiglio. Alessandro ci incoraggia un po' dietro ogni nostra frase, ogni nostra battuta e ogni nostro gesto. E' una persona che ti dà una forza inaudita, perché lui come attore conosce le fragilità degli attori e impedisce che possano arrivare sul set, entrare in scena. Noi siamo sempre carichi, sempre positivi, non abbiamo malumori, non abbiamo mai crisi: questo è rarissimo, devo dire".

Gassmann avverte che i duetti con Massimiliano Gallo, il dialogo tra cultura e ignoranza saranno tra momenti più strepitosi del film.

"Con Massimiliano abbiamo un'ottima intesa sulle improvvisazioni, vista la provenienza comune dal teatro comico napoletano. Ci divertiamo parecchio. Capisco come possa adattarsi a tanti ruoli e a tante produzioni perché ha molte qualità: una bella presenza, una buona preparazione e un carattere dolce. Adoro Margherita Buy. E' molto divertente con le sue insicurezze, lei che forse non si rende conto di essere una maestra italiana della recitazione".

Sta lavorando molto…

"Sì, ho lavorato sempre durante tutta l'estate sul set della fiction Mina Settembre, sono la mamma di Serena Rossi, c'è uno scambio vivace tra i nostri personaggi. Saranno dodici puntate. E poi Natale in casa Cupiello. Lavorare sul testo di Eduardo è stata una gioia, ed è stato un privilegio poter fare questo personaggio. Io l'avevo fatto in teatro, Natale in casa Cupiello, ma in un piccolo ruolo. Stavolta invece ho fatto il ruolo di Concetta e tutti hanno detto che in qualche modo mi appartiene…certo è stata una grande emozione. E' un periodo molto bello. Poi diciamo che venivo da parecchi anni di fermo, per me non recitare fino all'ultimo giorno della mia vita sarebbe una sorta di vilipendio alla recitazione. E' tutta la mia vita".

Con Pina Turco

Perché la fase di fermo?

"Un po' era dovuta a questioni con persone del teatro napoletano e un po' anche per problemi personali, fisici. Per questi due motivi ho dovuto affrontare una separazione dal lavoro. Poi con il film di Edoardo De Angelis con Il vizio della speranza vengo da un anno in cui ho vinto addirittura nove tra i premi più prestigiosi, dal David al Nastro d'argento. E' stata una bellissima rinascita perché io mi sentivo anche quasi fuori gioco, ed era soltanto dovuto al fatto che non avevo delle vere occasioni".

La cosa peggiore?

"E' molto brutto che quando ti trovi in certi momenti ci sono tante persone che vogliono speculare sulla tua disponibilità e che magari ti propongono delle cose assurde. Mi ricordo mi hanno proposto di fare una cosa completamente nuda, oppure mi hanno proposto robaccia… ma per fortuna mi sono sempre tenuta alla larga, nonostante ci fosse una grande voglia di lavorare, però non ho ceduto. Finché ho fatto questo provino con De Angelis. Ho capito subito che aveva funzionato. Poi lui mi ha chiamato ed è stata un'esperienza nella quale ci siamo trovati benissimo. Ho vinto nove premi, io che non sono appartenuta mai a gruppi artistici, e sono felice far parte della famiglia artistica di Edoardo, a cui mi lega un karma speciale, lo dico da buddista. Lo stesso accade con Pina Turco, attrice con una luce speciale che ci farà vedere cose bellissime. Di Edoardo voglio aggiungere che è un ricercatore dell'amore. In ogni storia della sua filmografia fino a oggio sublima la forza dell'amore anche tra le macerie dei sentimenti. E' stato bello ritrovarlo in Natale in casa Cupiello".

Una prova molto attesa, anche al varco. Specialmente Castellitto.

"Quando me lo hanno proposto ero disperata perché avevo un altro impegno televisivo, ma alla fine siamo riusciti a conciliarli. Ci tenevo moltissimo, anche perché l'avevo fatto con Eduardo, anche se in un piccolo ruolo nel terzo atto. Con Sergio Castellitto ci siamo incontrati tanto tempo fa, protagonisti del film di Felice Farina Sembra morto…ma è solo svenuto, nel 1986. Il titolo alludeva già alla crisi del cinema italiano e sembrava profetico, anche se poi il cinema italiano è sempre risorto e prima della pandemia stava conoscendo un periodo felicissimo. Con Sergio nel film eravamo fratelli e cercavamo di sbarcare il lunario, ognuno con dei piccoli lavoretti. Ho subito capito che avevo davanti un grandissimo attore, il migliore per me, dopo Eduardo. L'ho detto anche a De Angelis, quando mi ha chiamato per il provino: è un regalo per me lavorare con lui. Con Sergio sul set si tratta solo di reagire, è talmente forte la sua direzione, e certe volte anche l'impeto, che lui mette nei dialoghi. Non ho ancora visto il film, ma me ne dicono cose bellissime. E ci credo, anche pensando che la versione televisiva di Eduardo arrivava dopo centinaia di repliche teatrali, mentre per la nostra ci sono state quelle, più brevi, che si possono fare quando si gira un film. Da maniaca della preparazione avrei voluto più tempo, ma ho seguito Sergio e la sua intuizione".

Castellitto è molto diverso da Eduardo.

"Per questo film Sergio lo paragonerei piuttosto al Robert De Niro di New York, New York, il sassofonista sempre un po' fuori tempo, rispetto al personaggio quadrato interpretato da Liza Minnelli. Sergio ha regalato al personaggio una frustrazione, creato quasi un clima da persecuzione domestica, un clima di prevaricazione che non c'era assolutamente nella versione di Eduardo. E' un attore autore che ti trascina. Come ha detto lui, è come se il cinema desse la possibilità di mostrare l'isteria di questa famiglia. Francamente non capisco tutte queste chiacchiere in rete sulla sacralità della versione di Eduardo: un testo teatrale è un testo e potrà essere interpretato in mille modi anche tra trecento anni. Sono sicura che il pubblico amerà questo nostro film".

Che ricorda del "Natale in casa Cupiello" fatto con Eduardo? E del vostro primo incontro?

"Debuttai alla Pergola a Firenze in Il coraggio di un pompiere napoletano. Ho avuto la fortuna di entrare nella sua compagnia quando registrava tante commedie per la tv. Fin dal primo lavoro, vedendomi sul palco, ha iniziato a ridere e con lui rideva tutta la compagnia. Poi c'è stato il Natale in casa Cupiello, che abbiamo portato avanti per due anni. Ricordo la sua bacheca, come all'università, su cui Eduardo scriveva comunicazioni per tutti. Una volta scrisse "I signori attori sono pregati di recitare". Le sue note potevano essere anche dure e sarcastiche. Una volta leggo sulla bacheca della commedia nuova che si andava a mettere in scena, Le voci di dentro, e accanto al nome di Maria, la protagonista, il mio. Mi venne un brivido perché avevo pochissima esperienza e mi si regalava un ruolo bellissimo. Una domestica, una ragazza ingenua di paese, com'ero io, ma con una carnalità forte, anche se io ero magra con un viso lungo. Un'esperienza straordinaria".

La volta in cui Eduardo l'ha fatta ridere e quella in cui l'ha fatta piangere?

"Eduardo non mi ha fatto piangere mai. E' stato un padre per me, dato che i miei genitori avevano fieramente avversato la mia decisione di fare l'attrice. Ma una volta mi disse parole dure. Era un periodo in cui ero turbata perché innamorata di un uomo che stava per sposare un'altra. In scena con Eduardo, quando lui faceva uno sbadiglio grande, lo faceva così bene che io all'improvviso vedevo il buio e mi sentivo svenire. Così me ne correvo dietro le quinte per non farmi vedere. La terza volta che succede viene da me in camerino per capire che succede. Gli spiego e lui "vuol dire che lo sbadiglio non lo faccio più, non è essenziale". Però aveva intuito che stavo male e mi chiese la ragione. Gliela dissi e lui "non conta il sesso, devi pensare al teatro, perché solo quello ti resterà nella vita". Mi venne un brivido lungo la schiena, quindi non avrò mai l'amore? mi chiedevo. In realtà anche lui ha avuto una famiglia, ma quel che voleva dire è che dovevamo mettere al centro questa nostra meravigliosa professione. E così è stato, anche se ho un compagno adorabile che mi è al fianco. Quanto al ridere, beh, mi ha fatto ridere moltissimo, Eduardo. Con quelle improvvisazioni che faceva come un ragazzino quando era in scena e dopo centinaia di repliche succedeva qualcosa di imprevisto sul set: accoglieva l'evento come un bambino, con gli occhi pieni di gioia. Ricordo in Natale in casa Cupiello in una scena si rompeva un piatto, ogni volta in modo diverso. Una volta, incredibilmente, si ruppe solo il fondo e la corona restò integra. Eduardo prese il piatto, lo mise dietro la testa del figlio Luca, "E così pari Santa Elisabetta"…venne giù il teatro. Però non era un fan delle improvvisazioni, "bisogna essere artisti di razza perché la commedia sia di qualità". Era una lezione anche quella, ogni sera era una lezione con lui".

Come trascorrerà il Natale?

"Sono preoccupata perché vedo la folla degli acquisti e questo ci farà tornare indietro. Per quel che ci riguarda io e il mio compagno staremo a casa buoni buoni, senza andare in giro. Il mio dovere io lo faccio fino in fondo. Ma sappiamo tutti che se non arriva questo vaccino le cose non cambieranno".

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