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Gigi D’Alessio: “Con The Voice Senior vince la voglia di normalità”

«Questi sono artisti come noi, solo che noi siamo quelli fortunati» ha detto Gigi D’Alessio dopo l’ennesima esibizione perfetta. Il talent che non ti aspetti è The Voice Senior, successo di Rai 1 condotto da Antonella Clerici (venerdì 18 la semifinale, domenica 20 la finale) in cui i protagonisti sono gli over 60. «Vincono l’umanità e il talento. Sono persone che avrebbero sempre voluto cantare» dice il cantante, giudice dello show con Loredana Bertè, Clementino, Al Bano e la figlia Jasmine «ma la vita ha deciso altro. Prendersi la rivincita è un bellissimo messaggio di speranza».

D’Alessio, poteva esserci lei dall’altra parte?
«Certo. Nella vita non sai mai cosa può succedere, mi ha commosso Perla, che dopo le operazioni al cuore ha potuto di nuovo cantare. Non rispetto le persone per il successo. The Voice Senior ha fatto conoscere persone vere, al di là della voce. Quando uno ti dice: “Cantavo per paura quando all’alba consegnavo il pane”, ha detto tutto».

Si aspettava il successo?
«Siamo consapevoli di fare una bella trasmissione, ma c’era tanto pregiudizio e il pregiudizio ammazza tutti. Era stato definito “il programma dei vecchi”, invece ha colpito al cuore e i concorrenti hanno avuto il loro momento di gloria: un bel dono. Hanno talento ma sono umili. Vedi certi giovani senza talento che hanno una spocchia…».

Gigi D'Alessio, 53 anni, sulla poltrona di 'The Voice Senior'

Ci vuole più coraggio a esibirsi da giovani o da vecchi?
«Se sali sul palco a 20 anni hai la sfrontatezza, da adulto fai i conti con la dignità: i figli e i nipoti che diranno? Magari c’è chi è stato un grande imprenditore e si sottopone al giudizio. Poi ci sono momenti magici, quando è salito Gennaro il non vedente, questo è il suo momento, mi sono messo al suo servizio».

Uno show come questo nell’anno del covid in cui qualcuno sosteneva che si potevano sacrificare i vecchi: che effetto fa?

«Per me tutte le persone vanno rispettate, anche se un genitore muore a mille anni, è sempre un genitore. Sono discorsi completamente sbagliati. Le persone che si avviano alla vecchiaia mi fanno ancora più tenerezza. È passata l’idea: “Muore uno di 80 anni, sti cavoli”. Ma come si fa? Speriamo di arrivarci: come ci sentiremmo nel momento in cui lo dicessero a noi? Pure i miei figli si sono preoccupati per me, il covid ha fatto tanti guai e una cosa importante: ci ha messo tutti sullo stesso livello e ci ha fatto riscoprire la famiglia. La malattia ha colpito i più fragili. Pensiamo sempre che le cose succedano agli altri, quando succedono a noi capiamo».

Oggi che padre è?
«Ho capito di essere padre quando non ero più figlio: ero arrivato all’attico, bussi a vuoto. Sei senza protezione».

Lei è stato molto giudicato, ora fa il giudice.
«Non giudico, do solo consigli. Certo, se in squadra ho una persona che merita di più, nasce il dibattito perché devi scegliere. Ma non mi permetto di giudicare. Non sono il tipo».

È scattata una complicità con Loredana Bertè: vi divertite?
«Loredana – non parlo dell’artista perché la conosciamo tutti – sarebbe stata una grande mamma e una grande moglie, forse non ha trovato la persona giusta sul suo cammino. Io le voglio bene, dietro quella corazza c’è una persona buona. La senti parlare e capisci quanta vita ha vissuto, quanti dolori ha superato».

Antonella Clerici conduce il programma di Rai 1

Quanto conta l’umanità in uno show come questo?
«Il pubblico si accorge se le cose sono finte o costruite. Oggi siamo tutti vittime del giudizio immediato, basta andare su Twitter, Instagram e ti accorgi di quello che sta arrivando a casa. Fai un disco e in un’ora capisci se va bene o va male. Da Fiorello a Morandi al salumiere mi parlano solo di The Voice Senior. Questo è un programma normale, la voglia di normalità vince, Ha qualcosa di speciale, se no rischiavamo di fare un altro tipo di programma. Abbiamo perso il senso della normalità. Si ricorda 20 anni che siamo italiani con la Incontrada?».

Certo.
«Sa perché Vanessa piace alla gente? Perché il 90% della gente è così. Lei dice "mi sudano i baffi" e si mette allo stesso livello di chi guarda, la senti vicina. Il problema è quando in tv vogliono fare le superstar».

D’Alessio, ci ha preso gusto a fare televisione?
«Faccio televisione ma con la musica, Medicina 33 non mi appartiene, non saprei fare solo il “conducente” di un programma. Mi sento tranquillo se non devo interpretare la parte di qualcuno. Quando ho parlato con gli autori cinque minuti, basta e avanza».

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