La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per 10 indagati, tra cui Gloria Bresciani, in qualità all'epoca di manager di Uber Italy, nell'ambito del procedimento per caporalato sui rider, ossia sui fattorini delle consegne di cibo a domicilio, e reati fiscali. Indagini che, il 29 maggio scorso, avevano portato il Tribunale a disporre, con un provvedimento mai preso prima nei confronti di una piattaforma di delivery, il commissariamento della filiale del 'colosso' americano.
I rider, come emerso dalle indagini del pm Paolo Storari e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, venivano "pagati a cottimo 3 euro a consegna", "derubati" delle mance e "puniti" se si ribellavano. Nell'udienza preliminare alcuni indagati potrebbero anche provare la strada del patteggiamento.
Bresciani è accusata di caporalato in concorso con Giuseppe e Leonardo Moltini e Danilo Donnini, responsabili delle società di intermediazione Frc e Flash Road City (la Frc è indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa). Altri 5 gli indagati ma per reati fiscali. Era stata, invece, stralciata la posizione di Uber Italy, indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa.
Alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale milanese (presidente Fabio Roia) è in discussione la prosecuzione o meno del commissariamento di Uber Italy. I rider del servizio Uber Eats hanno continuato a lavorare, ma a controllare "i modelli di gestione" della filiale italiana del gruppo americano c'è dal primo giugno un amministratore giudiziario: il Tribunale deciderà se revocare o meno il commissariamento.
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