VERONA – Dopo un mese e mezzo da incubo, la Sampdoria si ritrova. Claudio Ranieri aveva già regalato un dispiacere a Gian Piero Gasperini e si è ripetuto con il suo figlio prediletto, mettendo i bastoni tra le ruote della macchina perfetta dell’Hellas di Ivan Juric, che resta ai piedi della zona europea dopo la sconfitta del Bentegodi. I blucerchiati si impongono con esperienza, attenzione e grande accortezza difensiva, riuscendo a pungere pur trovandosi con un reparto offensivo ridotto all’osso. Problema simile per il tecnico del Verona, che ha fatto fatica a cambiare lo spartito della gara una volta presi i binari sampdoriani.
Il gioiello di Ekdal
Juric dimentica il piano preparato per l’Olimpico e ridisegna il suo Verona con un 9 vero come Di Carmine, archiviando l’esperimento Tameze: altro avversario, altre esigenze. La novità è l’utilizzo di Faraoni nei tre di difesa, per avere Dimarco con libertà di sparo sull’out mancino: Lazovic viene dirottato a destra. Ranieri, senza l’esiliato Candreva e lo squalificato Thorsby, tiene a riposo anche Quagliarella: tocca a La Gumina combattere con i centrali scaligeri. La Sampdoria non solo punta a non lasciare spazi in profondità, ma ha come obiettivo primario quello di sporcare l’uscita palla dell’Hellas: la pressione è ben portata, forse anche indirizzata da chi, come Verre, ha mandato a memoria i sistemi di Juric durante la scorsa stagione. La Gumina e Barak si fanno carico delle occasioni principali della frazione: un colpo di testa velenoso dell’attaccante, su angolo da destra, obbliga Silvestri ad alzare sopra la traversa, mentre il centrocampista irrompe in area dopo un paio di rimpalli ma si fa bloccare dal piedone di Audero in uscita bassa. Juric perde Ceccherini – dentro Lovato – e a fine primo tempo incassa anche lo svantaggio: Dawidowicz libera malissimo l’area, Ekdal stoppa di petto ai 25 metri e fa partire un destro imparabile per Silvestri.
Finale rovente
Lecito attendersi un Verona arrembante nella ripresa, ma la foga fa un brutto scherzo ai padroni di casa. Squadra scoperta su un angolo a favore, Ferrari intercetta un pallone vagante e sventaglia alla ricerca di Verre, lanciato in campo aperto sulla destra. L’ultimo uomo dell’Hellas è Lazovic, che di mestiere non fa il difensore e si vede: lascia che il suo ex compagno arrivi fino in area per abbozzare un contrasto appena accennato, con la paura di commettere fallo da rigore. Verre ringrazia, va via in dribbling e col sinistro a giro trafigge Silvestri. Juric prova a mescolare le carte inserendo in un colpo solo Colley, Tameze e Ruegg, quest’ultimo si guadagna il calcio di rigore con cui Zaccagni riapre il match. La Samp capisce che è arrivato il momento di indossare l’elmetto e si mette a protezione della porta difesa da Audero, messa in crisi solamente da un tiro-cross del solito Zaccagni. A guastare ulteriormente la notte dell’Hellas, la follia di Barak, che in pieno recupero pesta volontariamente il ginocchio di La Gumina, sdraiato a terra: on field review e inevitabile rosso diretto, che precede la festa della rinascita doriana.
VERONA-SAMPDORIA 1-2 (0-1)
Verona (3-4-2-1): Silvestri; Faraoni, Ceccherini (38′ pt Lovato), Dawidowicz (43′ st Gunter); Lazovic (16′ st Ruegg), Barak, Veloso (16′ st Tameze), Dimarco; Salcedo, Zaccagni; Di Carmine (16′ st Colley). All.: Juric
Sampdoria (4-4-1-1): Audero; Ferrari, Tonelli, Colley, Augello; Jankto (31′ st Leris), Ekdal, Silva, Damsgaard; Verre (25′ st Ramirez); La Gumina. All.: Ranieri
Arbitro: Ros
Reti: 41′ pt Ekdal, 9′ st Verre, 25′ st rig. Zaccagni
Ammoniti: Faraoni, Salcedo, Verre, Tonelli, Damsgaard, Silva
Espulso: Barak
Recupero: 2′ e 6′Original Article
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