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Un buon nome tedesco, le bugie della Russia

Non accade spesso che un sito tedesco di informazione pubblichi una ricerca che in Russia ha l’effetto di una bomba. C’è riuscito recentemente "Abendlich Hamburg“ con un articolo di presunte rivelazioni su Alexej Navalny.

Il leader dell’opposizione russa si trova ancora in Germania in convalescenza dopo l’ avvelenamento da Novichok, un agente nervino. Il giornalista dell’"Abendlich“, Matthias Fritz, sostiene di aver scoperto che ora l’Occidente, invece che su Alexej Navalny, punta su sua moglie, Yulia. Dopo il ritorno in Russia la donna intenderebbe candidarsi alla Duma. Questo dice l’articolo.

Decine di prestigiosi siti russi, tra cui il quotidiano online "Gazeta.ru" e "Komsololskaia Pravda” hanno ripreso la notizia di novembre. Potrebbe sembrare un successo giornalistico di "Abendlich Hamburg“, invece il sito è sparito dalla rete.

È ormai palese che nel portale con sede dichiarata ad Amburgo qualcosa non va: l’articolo sembra tradotto male dal russo, e la maggior parte dei pezzi sono copie di articoli diffusi dai canali di propaganda russi. I dati ufficiali di registrazione conducono a un indirizzo qualunque di Gotha in Turingia. Non c’è dubbio è successo qualcosa di strano. Da un lato siamo di fronte a un esempio di disinformazione russa, ma la questione è più ampia e più complessa. Lo dimostra un’indagine di Die Welt e netzpolitik.org, che hanno analizzato assieme il sito web, scoprendo tracce di regie esterne, modelli ricorrenti e poi l’esistenza di altri siti simili.

Le fabbriche delle fake news

È emersa così tutta una rete di presunti portali di informazione con denominazioni all’apparenza serie, ma i giornalisti che firmano i pezzi in realtà non esistono. Sono fabbriche di fake news.

Su queste piattaforme viene diffusa disinformazione per mano da terze parti provenienti dall’area linguistica russa. I media stranieri fasulli servono a rafforzare la credibilità delle notizie nel momento in cui vengono riportate in territorio russo. Si è consolidato anche un secondo sistema: i burattinai sfruttano persino autorevoli media europei, per diffondere le loro teorie complottistiche. Almeno in un caso hanno piazzato le fake news direttamente su un famoso sito francese di informazione.

Dietro a tutto questo si nasconde una regia riconducibile ai territori separatisti dell’Ucraina orientale e a un canale di propaganda in lingua russa collegato ai servizi di sicurezza russi. È uno dei rarissimi casi in cui si palesano i meccanismi della disinformazione russa. Al contempo si evidenzia quanto siano rudimentali i mezzi con i quali viene oggi condotta la guerra dell’informazione contro nemici interni ed esterni.

Del sito web "Abendlich Hamburg“ qui in Germania quasi nessuno ha mai sentito parlare. Questa inchiesta parte da lì. I burattinai del sito hanno preso precauzioni per restare anonimi. Per nascondere chi gestisce il portale utilizzano il servizio Cloudflare, che indirizza gli utenti attraverso il proprio server. L’effettiva sede del server resta così nascosta.

Il punto debole

Ma Cloudflare ha un grave punto debole quanto alla garanzia dell’anonimato. Dipende dal Domain Name System (DNS). Si tratta di una sorta di rubrica telefonica della rete: su un server DNS sono registrati i domini a cui si viene indirizzati. Cloudflare gestisce migliaia di questi Server DNS . Il servizio assegna i nuovi utenti a due server DNS a caso, che poi restano identici per le pagine web di quell’ account.

Cloudflare denomina i server DNS, depositati per il dominio di "Abendlich Hamburg“,"Candy“ e "Zeus“. Die Welt e netzpolitik.org hanno cercato altri domini internet che utilizzano questa combinazione casuale "Candy“ e "Zeus“, permettendo di individuare i potenziali siti web con lo stesso gestore .

Portali di Fake News in numerosi stati europei

Le indagini conducono a portali di informazione con sede presunta in Germania, Gran Bretagna, Spagna, Francia, Ungheria, Repubblica Moldava e Russia. Vi appaiono anche articoli in varie lingue. I loro contenuti, al pari delle caratteristiche tecniche, rivelano un modello familiare. "Abendlich Hamburg“ evidentemente non è l’unico; i cloni di fake news si nascondono in molti paesi.

"Die Welt" e "netzpolitik.org" hanno scaricato gli interi archivi di vari siti web appartenenti a questa rete i disinformazione. L’analisi mostra come i portali diffondono disinformazione in maniera sistematica e con quali procedure. Si tratta anche di creare credibilità; una serie di articoli corretti deve far sì che la disinformazione non salti agli occhi – e venga presa per buona.

Da anni i gestori riempiono questi siti di articoli che provengono da altri portali di informazione. Spesso copiano anche articoli di media autorevoli come il britannico "Guardian“ o l’emittente televisiva "Euronews".

Di tanto in tanto però appaiono post chiaramente non allineati. In lingua spagnola un portale riferisce del presunto odio diffuso dai media statunitensi dopo che la Russia ha annesso la penisola di Crimea. Il testo termina con una minaccia: "le provocazioni contro la Russia condurranno a una dura reazione militare di Mosca che significherà una vera catastrofe per l’Ucraina". Un ipotetico colpo di Stato dei nazionalisti ucraini potrebbe "far saltare in aria il mondo “.

A volte sono spuntate traduzioni dello stesso articolo su vari portali “europei” della rete.

I burattinai non si sono sforzati molto: la maggior parte dei siti sono sciatti. Manca la testata, il layout non ha un aspetto professionale. Nel caso di due portali che si dichiarano indipendenti l’uno dall’altro e dovrebbero aver sede in paesi diversi, per via di un errore tecnico di allineamento sono visibili persino le informazioni sul webserver. Da queste si evince che i siti di notizie sedicenti indipendenti sono gestiti chiaramente dallo stesso account col codice "u0453810“.

Il layout rozzo suggerisce che i siti non sono concepiti per i lettori veri dei rispettivi paesi. Ma anche se già al primo sguardo insospettiscono – non vanificano il loro effetto: i siti sono infatti ingranaggi di una grande macchina che si è messa in moto. Lo dimostrano esempi concreti: questa rete attacca di continuo il leader dell’opposizione Alexej Navalny. Vale anche per l’intervista pubblicata da "The Capital News” nell’ottobre di quest’anno. L’americano Greg Butterfield semina dubbi sul fatto che dietro l’avvelenamento di Navalny si possa celare il Cremlino. L’intervistato ipotizza anche legami dell’oppositore russo con la CIA – una narrazione comune ai media di Stato russi, per screditare il politico dell’opposizione.

Greg Butterfield esiste realmente, ma non è affatto un "noto esponente dell’opposizione USA “, come lo definisce "The Capital News". Butterfield, che consultato in relazione a questa inchiesta non ha risposto, è attivo in un partito di nicchia marxista-leninista ed è stato nel Donbass occupato dalla Russia. L’americano è stato forse solo un cosiddetto utile idiota sfruttato dalla rete di propaganda per dare il via libera agli sviluppi successivi.

L’intervista concessa da Butterfield a "The Capital News“ ha agitato le acque. Inosmi, il servizio appartenente al gruppo statale russo Rossija Sewodnja l’ha ripresa e tradotta in russo. Anche la filiale tedesca dell’agenzia di stampa Sputnik, finanziata dal Cremlino, ne ha dato notizia inasprendo i termini della questione. Sputnik ha spacciato le supposizioni di Butterfield come verità.

Il caso dimostra che i portali di questa rete di disinformazione sono sorprendentemente piccoli. Diventano grandi solo quando altri media riprendono le loro pubblicazioni, conferendogli in tal modo credibilità e attenzione – ove necessario, persino con l’ausilio di strutture statali.

"Abendlich Hamburg“ ha tentato evidentemente di ripetere questo giochetto – e ci è riuscito. Anche in questo caso il portale di traduzione Inosmi è servito da primo diffusore. Cercando informazioni sul motore di ricerca russo Yandex nel frattempo si trovano circa 40 articoli di diversi siti in lingua russa che fanno riferimento alla storia su Navalny diffusa dall’ "Abendlich Hamburg“. Si aggiungono post e link sui social, letti e cliccati migliaia di volte.

Inosmi si propone di dare ai russi una visione dall’esterno del loro paese. Il portale traduce perlopiù articoli di famosi mezzi di informazione, ma anche di piccoli blog. Alla domanda come mai abbia promosso proprio questo sconosciuto portale di Amburgo, non ha dato risposta.

Le tracce portano a territori controllati da Mosca

Questa via di diffusione è solo l’indicazione più palese in direzione della Russia. Anche dettagli tecnici rafforzano il sospetto che "Abendlich Hamburg“ e gli altri portali della rete vengano tutti pilotati a partire dallo spazio russofono. La maggior parte dei server ha come host REG.ru a Mosca. L’analisi della rete di disinformazione rivela inoltre numerosi indizi del coinvolgimento di terze parti notoriamente vicine al Cremlino.

Che il gestore o i gestori dei siti creino intenzionalmente piste false, per nascondere l’origine e le dimensioni della rete di disinformazione lo mostrano i dati depositati presso DENIC il registro centrale che amministra tutti i siti con estensione ".de“. Nel caso di "Abendlich Hamburg“ conducono ad otto diversi indirizzi nel centro della città di Gotha in Turingia. Ne aveva già dato notizia Die Zeit. Ma nei dati di registrazione non compare alcun nome.

I burattinai non sono sempre stati così attenti però. I dati di registrazione ad altri domini, chiaramente riconducibili alla rete, includono un vero nome: Maxim G., il cui cognome è noto alle redazioni. Stando alle indagini di Die Welt e netzpolitik.org si tratta di un ventiduenne di Luhansk, una città dell’Ucraina orientale controllata dai separatisti. Anche gli indirizzi di posta elettronica depositati appartengono a lui. In varie iscrizioni è stato fornito persino un numero di telefono collegato a un account del servizio di messaggistica Telegram. L’immagine del profilo mostra la foto di un ragazzo.

Chiamiamo quindi il numero di Maxim G. Risponde una voce giovane e cordiale in russo. Gli chiediamo di "Abendlich Hamburg“ e degli altri siti web e sorprendentemente non tergiversa – ammette subito il suo coinvolgimento. Dice di essere stato contattato su Telegram, non sa da chi. Si trattava di creare siti che sembrassero portali di informazione, cosa che lui ha fatto velocissimamente e in modo approssimativo “per un paio di copechi” – sostiene di aver ricevuto l’equivalente di undici euro a sito. All’inizio i siti dovevano essere dieci, racconta Maxim G. – ne sono rimasti sette.

Dice di aver sentito che c’era qualcosa che non andava con "Abendlich Hamburg“, si è spaventato e ha rimosso il sito. "L’ hosting è registrato a mio nome, ma non ho niente a che fare con i contenuti” dice. "Sono solo un Freelancer. Non ho nessuna responsabilità”. Ma l’indagine mostra chiaramente che non è così semplice.

Un noto canale di propaganda russo

In rete Maxim G. offre i propri servizi come sviluppatore di siti. Il suo portfolio include anche lo sviluppo di bot, ossia programmi informatici automatici. Sul suo profilo sulla piattaforma per sviluppatori Github ha caricato il codice sorgente di un software da cui si evince che Maxim ha lavorato a programmi destinati a raccogliere automaticamente contenuti e diffonderli. Stando alla descrizione, ha anche sviluppato "strumenti per lavorare con News-Front“ e inoltre un’ ampliamento di News-Front per l’internet browser Chrome.

News-Front è tutt’altro che un normale sito di informazione. L’origine del portale risale alla caduta del presidente filorusso Viktor Yanukovich e all’annessione della Crimea nella primavera del 2014. Inizialmente sul sito prevalevano gli articoli sulla guerra del Donbass. Nel frattempo News-Front è stato potenziato, diventando un mass media multilingue con sede in Crimea, che diffonde in altre lingue, tra cui il tedesco, la visione russa.

Gran parte della dotazione finanziaria, stando a quanto riferito da un ex collaboratore, proviene dai servizi segreti russi, come riferiva Die Zeit già nel 2017. In un’analisi pubblicata ad agosto il Global Engagement Center (GEC) del governo USA ha definito il sito “un medium di disinformazione e propaganda”. Il sito non fa mistero del proprio orientamento: "Noi, l’agenzia di informazione News-Front, combattiamo da volontari la guerra dell’informazione” dichiara il sito web.

E Maxim G. cosa dice a questo proposito? Interpellato, spiega che è stato “un caso” se ha sviluppato il programma di ampliamento per il portale. Dice che un collaboratore di News-Front, che conosceva, gli ha proposto di scriverlo. Sostiene di non aver ricevuto un compenso in denaro. Poco dopo la conversazione telefonica il software sparisce dal suo profilo pubblico.

Oltre ai programmi che Maxim ha scritto, c’è un altro indizio di possibili stretti rapporti che legano la rete di disinformazione ora smascherata a News-Front. Le tracce conducono nella Repubblica moldava. Lì, dopo il disfacimento dell’Unione sovietica, la regione Transnistria, all’estremità orientale della repubblica, si è dichiarata indipendente. La Transnistria è sotto la sfera di influenza russa, ancora oggi vi stazionano truppe russe. L’interesse strategico russo è quindi elevato. Può darsi che sia questo il motivo per cui nella repubblica moldava si trovano i siti più sofisticati della rete.

Il sito in lingua russa "Pravdorub“ con sede in Moldavia appare chiaramente molto più sofisticato rispetto a "Abendlich Hamburg“ o "The Capital News“. Anche sul suo dominio internet sono depositati "Candy“ e „Zeus“– gli stessi server DNS dell’"Abendlich Hamburg“. La presidentessa appena eletta Maia Sandu, che prende le distanze dalla Russia, è oggetto di aspri attacchi da parte di "Pravdorub“.

L’indagine conduce indirettamente anche al portale "Echo Moldaus“. Nel dicembre 2019 il moldavo Institutul de Politici Publice aveva stabilito in una analisi del portale che i gruppi Facebook relativi erano stati in origine fondati come un gruppo di News-Front.

Poche settimane prima delle elezioni presidenziali in Ucraina, nella primavera del 2019, “Echo Moldaus” pubblicò un articolo in lingua russa che accusava di corruzione il presidente in carica Petro Poroshenko. Giorni dopo lo stesso articolo apparve in lingua inglese su canali gestiti da News Front. Era stata tradotta persino i diagrammi, in precedenza in cirillico.

Lo schema torna : il fatto di copiare articoli da un sito all’altro è usuale anche nella rete di disinformazione attorno a "Abendlich Hamburg“. In parte i portali di informazione agiscono come la longa manus di News-Front. Cosi su "Britisherald“ nel giugno 2019 apparve un articolo in lingua inglese sull’abbattimento del volo 17 della Malaysia Airlines in Ucraina, con l’obiettivo di seminare dubbi sull’attività degli inquirenti occidentali.

Lo stesso giorno anche "La tarde republicana“ pubblicò una versione del pezzo in lingua spagnola. L’articolo originale era stato pubblicato cinque giorni prima su un sito affiliato a News-Front. Pare che lo abbia diffuso qualcuno all’interno della rete di disinformazione.

Nell’ottobre dello stesso anno "La tarde republicana“ e "The Capital News“ ripresero un altro articolo sullo stesso argomento da un sito di News-Front, che conteneva addirittura un riferimento alle fonti. L’analisi del testo originario rivelò inoltre che su "La tarde republicana“ quando gli utenti cliccano su un articolo la grafica viene caricata direttamente dal server di News-Front.

Emerge con sempre maggiore chiarezza che non si tratta di voci isolate, bensì di un coro.

News-Front ha persino risposto a una serie di domande dettagliate sulla rete di disinformazione inviate da Die Welt e netzpolitik.org , ma le accuse sono state respinte come “fantasie”.

Anche all’ambasciata della federazione russa a Berlino non si vuol sentir parlare di un coinvolgimento. Quanto alla disinformazione ad opera di "Abendlich Hamburg“ e "24-7news.eu“ circa Alexej Navalny si afferma che l’ambasciata di principio non si esprime riguardo a “notizie non ufficiali”.

Anche siti storici occidentali di informazione vengono sfruttati.

Diffondere il più possibile la propria propaganda – è una strategia in cui News-Front vanta esperienza pluriennale. Questa inchiesta mostra che l’organizzazione non utilizza a tale scopo solo i propri canali. Per diffondere disinformazione il portale sfrutta anche i siti di prestigiosi media occidentali. Il 4 aprile 2017 a seguito di un attacco con armi chimiche nella cittadina di Chan Schaichun in Siria perdono la vita 87 persone. L’Occidente ne attribuisce la responsabilità al regime di Bashar al-Assad ma il dittatore respinge le accuse e anche Putin lo difende.

Pochi giorni dopo una certa Kate Matberg pubblica un primo articolo sul sito ddi Madiapart, portale francese noto per il giornalismo investigativo. Matberg elenca una serie di tesi mirate a evidenziare che i video di Chan Schaichun sarebbero dei falsi e che l’attacco potrebbe non aver avuto luogo. Ma Matberg non è una giornalista di "Mediapart“.

L’articolo appare in "Le Club“, un’area del sito in cui i lettori possono pubblicare post propri. Evidentemente viene visitato soprattutto da chi conosce il francese. I testi di Matberg però sono pubblicati in inglese. Finora ha pubblicato sul blog 115 articoli.

Un post riguarda l’hackeraggio dell’account email privato di un diplomatico USA che, stando a quanto riportato dai media, era responsabile dell’attività dei servizi segreti in Russia. Matberg ha inserito il link a un sito da cui chiunque poteva scaricare il contenuto della casella di posta elettronica. "News-Front“ ha ripreso il post sul suo portale, corredandolo con una specifica mirata a conferirgli ulteriore credibilità : "Questo articolo è apparso in origine su Mediapart".

Stando alle indagini di Die Welt e netzpolitik.org anche l’autrice Kate Matberg è un’invenzione di "News-Front“. Quasi un quinto dei suoi articoli contiene chiari rimandi a "News-Front“ o ai siti affiliati, di nuovo la grafica erano inserita direttamente da server con sede a Mosca.

Il direttore di "Mediapart“ Edwy Plenel, interpellato, ha dichiarato che nessuno ne sapeva niente. Domenica ha fatto cancellare tutti i post dell’account e ha ordinato un’indagine sull’account dell’utente. "L’abbonamento risulta intestato a uno dei responsabili del sito di "News-Front‘“, dice Plenel. Non ha voluto entrare in ulteriori dettagli per motivi di protezione dei dati.

Il blog dei lettori sul sito di "Mediapart“ non è un caso isolato, e Kate Matberg non è l’unico pseudonimo sotto cui News-Front diffondeva i suoi articoli in rete. In parte gli stessi testi sono apparsi a firma Anastasia Frank sul sito di informazione cipriota "The Duran“.

"Non ne sapevamo nulla “, scrive per email Alexander Christoforou, uno dei vertici del portale. Chiunque può inserire articoli su "The Duran“, dice. Il sito è noto per esser filorusso e già in passato è finito sotto il mirino dei fact checker per disinformazione. Dopo l’interpellanza tutti e 42 i post di Anastasia Frank sono stati cancellati.

Articoli attribuiti a Matberg o Frank, sono apparsi anche sulla rete di disinformazione a cui apparteneva "Abendlich Hamburg“.

Una strategia doppia

Secondo Konstantin Kuhle, portavoce del gruppo parlamentare FDP, "Abendlich Hamburg“ è dimostazione esemplare di come opera la disinformazione”. Questo caso è relativamente semplice da individuare. "Il fatto che siano riconoscibili portali analoghi in altri Stati e in altre lingue evidenzia le dimensioni del problema”, dice il parlamentare.

Sulla base di questi elementi Kuhle ipotizza una doppia strategia da parte degli Stati con regimi autoritari: da un lato tramite campagne di disinformazione viene attuata una interferenza mirata sulla costruzione della volontà politica nei paesi democratici. Dall’altro lato gli Stati autoritari hanno cercato di sfruttare il paesaggio mediatico aperto qui da noi per danneggiare gli esponenti dell’opposizione al loro interno.

"La risposta degli Stati europei deve essere un’azione comune contro campagne del genere. Paesi come la Germania devono riflettere anche sull’utilizzo attivo e l’ampliamento di propri canali di comunicazione” ha dichiarato Kuhle a Die Welt e netzpolitik.org.

L’europarlamentare SPD Tiemo Wölken ha dichiarato in riferimento all’inchiesta: "Le campagne di disinformazione mirate come questa fanno spesso parte di operazioni ibride provenienti da Stati terzi.“ Attraverso la diffusione di fake news si tenta di influenzare il dibattito pubblico in Europa per trarne vantaggio. "Molte fake news collegate al Covid-19 ad esempio sono da ricondurre a campagne provenienti da Russia e Cina” dice Wölken. Riconoscerlo sarebbe un primo passo importante: "È come nella storia del mago di Oz, in cui si scopre che il potente mago è solo un vecchio, che da dietro una tenda aziona una macchina”.

"Abendlich Hamburg“ si è spento. La disinformazione però è ancora viva.
(Copyright Die Welt/Lena-Leading European Newspaper Alliance. Traduzione di Emilia Benghi)

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