Dimenticate l’ironia pungente e le atmosfere eleganti de La fantastica Signora Maisel. Nel suo nuovo film intitolato I’m Your Woman – sempre targato Amazon Prime, già disponibile sulla piattaforma – la sempre più lanciata Rachel Brosnahan ha cambiato totalmente pelle immergendosi in un ruolo diametralmente opposto: il film diretto da Julia Hart è infatti un thriller ambientato negli anni 70 e ha come protagonista la taciturna Jean, la quale all’improvviso si ritrova braccata dopo che suo marito ha tentato di truffare dei criminali. Costretta a nascondersi con il suo neonato, la donna dovrà imparare a difendersi con ogni mezzo per sopravvivere. I’m Your Woman ci è stato presentato dall’attrice che a soli trent’anni ha già vinto l’Emmy Award e due Golden Globe.
Partiamo dal principio: cosa l’ha spinta a scegliere un progetto come 'I’m Your Woman'?
"Prima di tutto volevo lavorare con Julia, ho amato uno dei suoi film precedenti intitolato Fast Color. È una donna estremamente intelligente e generosa con il tempo che ha a disposizione. Si immerge nel processo di collaborazione con gli altri e si assicura sempre di testimoniar loro quanto ne apprezzi il talento. È stata un’esperienza magnifica e stiamo già cercando qualche altro progetto da realizzare insieme. Julia è che porta una prospettiva nuova dentro generi ben consolidati presso il pubblico. Fast Color riesaminava i film di supereroi, I’m Your Woman lo fa con i thriller degli anni 70. Anche alle donne piace il cinema di genere, il pubblico femminile vuole riconoscersi nei film che ama. Abbiamo bisogno di molte più registe e produttrici al comando di progetti come questo, e maggiori opportunità di realizzarli".
Questo è appunto anche il suo esordio come produttrice: che tipo di esperienza è stata?
"Ero interessata da qualche tempo all’idea di produrre, volevo essere vicina a un progetto dal suo concepimento in fase di scrittura fino alla presentazione al pubblico. Jordan Horowitz, (produttore di La La Land, ndr) mi ha dato questa opportunità, insegnandomi molto ma ha anche lasciando che mettessi la mia impronta sul progetto. Non volevo che I’m Your Woman fosse soltanto un tributo alla mia vanità, alla fine penso mi abbia reso anche un’attrice migliore: nella maggior parte dei casi la preparazione per un ruolo avviene da sola, nel tuo appartamento. Mentre avere la possibilità di partecipare allo sviluppo del personaggio di Jean, spendendo molto tempo con Julia e Jordan, mi ha permesso di capire il ruolo più in profondità. Quando le riprese sono cominciate mi sono sentita molto più preparata del solito. Vedere ad esempio in anticipo i luoghi dove avremmo lavorato è qualcosa che di solito non accade, arricchisce la comprensione della storia e del ruolo".
Cosa può dirci del personaggio di Jean? Le somiglia?
"Sotto alcuni aspetti sí. Sono piuttosto introversa, il che è strano per un attore. Qualche volta trovo difficile aprirmi a persone che non conosco, mi sento vulnerabile e non abbasso la guardia. Lo stesso nel film capita a Jean: impiega molto tempo a fidarsi di chi tenta di aiutarla. Il suo percorso di crescita passa soprattutto attraverso la scelta di iniziare credere negli altri. A questo ho potuto relazionarmi fin dal principio, anche se ovviamente in circostanze differenti".
Cosa vorrebbe il pubblico apprezzasse maggiormente guardando questo film?
"Abbiamo realizzato una versione diversa ma ugualmente efficace di un’eroina dei film d’azione. Jean è una donna comune che si trova a vivere circostanze straordinarie: il suo percorso come madre ad esempio comincia in maniera non convenzionale e le crea alcuni problemi. L’idea di avere delle difficoltà con la tua identità di donna e di madre è qualcosa di cui non si parla spesso al cinema: ci sono donne che all’inizio faticano a connettersi con i propri figli e attraversano questa fase complessa in silenzio, magari sentendosi in colpa".
La sfida più grande che questo ruolo le ha posto?
"La differenza di ritmo rispetto a La fantastica signora Maisel. Ho passato gli ultimi anni a interpretare una figura di donna che ha una velocità interiore elevata, è sicura e adopera la propria voce ogni volta che lo ritiene necessario. Un usignolo se paragonata a Jean. Abbiamo iniziato a girare I’m Your Woman poche settimane dopo aver finito la terza stagione della serie, quindi lavoravo sul set dello show di giorno e alla pre-produzione del film di notte. Ero preoccupata di non riuscire a rallentare, a trovare il giusto tempo interiore per il personaggio di Jean. Era fondamentale. Per fortuna abbiamo potuto girare il film quasi totalmente in ordine cronologico. È un dono molto raro, l’anima della storia di sviluppa una maniera naturale. Ci ha aiutato a scoprire la giusta tensione e il tono emotivo dei personaggi. È complicato trovare una verità psicologica quando devi saltare avanti e indietro nello script".
C’è qualche differenza fondamentale nell’interpretare un ruolo per un film rispetto a uno per una serie tv?
"Penso dipenda dai personaggi invece che dal tipo di progetto. La fantastica signora Maisel era qualcosa di distante da tutto quello che avevo fatto in precedenza, ci ho messo molto per entrare nel personaggio: non si adattava al mio metodo, che richiede un sacco di ricerche e un approccio che parte dalla vita interiore del ruolo. Non stava funzionando, non mi stava aiutando a comprendere chi fosse Miriam “Midge” Maisel. Quindi per la prima volta ho fatto il contrario, cercando di capire prima come parlasse oppure come camminasse. Ho fatto lo stesso con Jean: il suo linguaggio del corpo molto contenuto, quasi immobile, mi ha aiutato a scoprire le sue paure. La cosa interessante di lavorare per la tv è che vieni costantemente sorpreso: non ci sono inizio, sviluppo e fine come succede per un film. Quando pensi di conoscere un personaggio succede sempre qualche di inaspettato. Prendiamo House of Cards ad esempio: la mia Rachel doveva comparire soltanto in un paio di episodi mentre è entrata in tre stagioni. A un certo punto, tra la fine della prima serie o l’inizio della seconda, non ricordo, ho scoperto che era della Virginia! Mi sono sempre chiesta se avessi dovuto avere un accento…".
Sia 'La fantastica signora Maisel' che 'I’m Your Woman' sono progetti d’epoca: quanto è importante per un'attrice adoperare costumi e acconciature al fine di capire un ruolo?
"Nessun personaggio è davvero completo finché non ti guardi allo specchio e lo vedi riflesso. Costumi, acconciature e aggiungerei anche trucco sono una parte fondamentale di questa trasformazione. È quello che amo del recitare: essere capace di immergerti completamente in una personalità anche molto lontana dalla tua. Il processo di trovare i vestiti o il taglio di capelli adatti diventa l’ultimo tassello di un mosaico costruito con pazienza, tassello dopo tassello. Qualche volta tutto inizia ad avere un senso proprio quando scopri l’estetica di un personaggio".
Chiudiamo con il chiederle dei suoi progetti futuri, e se c’è qualche regista o collega con cui vorrebbe lavorare nei prossimi tempi.
"Con la mia compagnia Scrap Paper Pictures abbiamo molti progetti in fase di sviluppo. Nel futuro immediato c’è uno speciale comico sempre con Amazon, andrà in streaming il 30 dicembre. Si intitola Yearly Departed, è una satira sotto forma di funerale del 2020. Alcune delle attrici più divertenti in circolazione mi hanno aiutato a raccontare in maniera ironica cosa abbiamo perso quest’anno, come ad esempio casual sex al primo appuntamento. Spero sia un’esperienza catartica che ci aiuti tutti a superare quest’anno terribile. Poi sto lavorando a un film intitolato The Switch prodotto dalla Amblin: parla di una giovane donna e di sua nonna che devono affrontare il dramma di una perdita. Si trovano a scambiarsi abitazioni: la nonna si trasferisce a Londra mentre la ragazza va a vivere in campagna. Impareranno a capire meglio chi sono dopo che la loro vita è cambiata. Non so ancora chi interpreterà mia nonna ma sono comunque molto eccitata dal progetto, la sceneggiatura è davvero ben scritta. Per quanto riguarda i registi, un giorno vorrei essere diretta da Wes Anderson o Michael Mann: per prepararmi a I’m Your Woman Julia mi ha consigliato di vedere il suo primo film Strade violente, è un thriller entusiasmante. Tra le attrici con cui vorrei recitare invece ci sono senza dubbio Viola Davis ed Emma Thompson. Sono una loro fan sfrenata".
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