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Dall’ardua lotta alle paludi alle coltivazioni bio: la lunga storia di Bonifiche Ferraresi

Iniziava in Inghilterra una storia che sarebbe giunta a noi nello stesso anno in cui echeggiavano le prime note nella Royal Albert Hall, il 1871, inaugurata il 29 marzo. In Italia veniva firmata la legge che spostava la capitale del Regno da Firenze a Roma e in quelle terre di Albione prendeva vita la ‘Ferrarese Land Reclamation Company Limited', i cui intenti riportati in sede di costituzione erano di operare “nella bonifica di laghi, nell’acquisto di paludi e terreni nelle vicinanze di Ferrara (…), nonché nella costruzione e la compera di canali, corsi d’acqua, lavori di irrigazione, moli, scali” etcetera". Già nel 1580 Alfonso II D’Este aveva dato il via a opere di bonifica estensiva delle paludi, combattendo l’acqua che prevaleva sulla terra, avvalendosi di mezzi e strumenti dell’epoca. Ma in breve tempo la palude aveva riconquistato i suoi spazi, tanto che nel 1782 rimanevano pochi terreni coltivabili. Proseguiva così una lotta fra i benefici delle acque sui fertili terreni e i problemi delle travolgenti sovrabbondanze, lotta che da secoli immemori il territorio combatteva. Si prefigurava un arduo lavoro per la nuova società inglese che l’anno successivo alla sua fondazione, nel 1872, veniva abilitata per decreto regio a operare nel Regno d’Italia con il nome di Società per la Bonifica dei Terreni Ferraresi. Anno in cui ben due inondazioni avevano colpito la provincia di Ferrara con dirompenti rotte del Po: la prima nel 28 maggio quando 50mila ettari finirono sommersi dalle acque, la seconda nel 23 ottobre con il fiume che rompeva gli argini a Ronchi di Revere.

Dalle terre dei duchi D'Este alle coltivazioni bio: la storia coraggiosa di Bonifiche Ferraresi

Iniziava così, figlia del tempo, delle sue innovazioni tecnologiche e dell’ingegno umano, la bonifica delle terre paludose avvalendosi delle pompe idrovore azionate da macchine a vapore. Il sollevamento delle acque si avvaleva di questa nuova forza meccanica, permettendo una proficua esecuzione e manutenzione della rete idrografica: nuove tecnologie per uno scopo antico, porre al sicuro terreni produttivi e zone urbanizzate e rendere coltivabili territori con adeguate irrigazioni. Salda nei successi e forte dei progressi in pochi anni giungeva ai vertici del mercato agricolo nazionale e internazionale, incrementando la proprietà fondiaria che nel 1929 annoverava più di 25mila ettari. Nel 1942 la Banca d’Italia diventava la maggiore azionista e nel 1947 la Società veniva quotata in Borsa.

Nel 2014 con la costituzione di BF Holding S.p.A., oggi BF S.p.A., una cordata di investitori italiani accomunati da menti visionarie ha rilevato la quota di maggioranza del capitale da Banca d’Italia, ponendosi l’obiettivo di rendere la società un polo agricolo di eccellenzain Europa per dimensioni e capacità produttive, e di offrire ai consumatori una vasta gamma di prodotti alimentari sostenibili che siano ottenuti con agricoltura innovativa ma allo stesso tempo in grado di valorizzare la filiera agroalimentare italiana e tutelare il territorio con le sue risorse naturali. Fino a questo anno Bonifiche Ferraresi S.p.A. aveva proseguito la coltivazione dei terreni di proprietà avvalendosi di un modello tradizionale di agricoltura. Una serie di virtuose operazioni e acquisizioni a partire da Zorzi 1828, marchio nella realtà dei legumi, e SIS (Società Italiana Sementi), leader nella produzione sementiera autoctona, seguita poi nel 2017 dall’acquisizione di Bonifiche Sarde e tenute in Val di Chiana, la portano a essere oggi la più grande azienda agricola italiana. Con circa 7750 ettari totali fra le tenute in Sardegna, Emilia Romagna e Toscana, affermandosi come il primo proprietario terriero in Italia, sotto la prosperità di un polo agroalimentare capace di controllare tutta la filiera dalla produzione di sementi ai prodotti che giungono sulle tavole italiane con il nome di Stagioni d’Italia e Zorzi dal 1828.

Ancora una volta la tecnologia e le più moderne strumentazioni costituiscono, insieme alle conoscenze dei professionisti e alla biodiversità dei territori in cui le diverse referenze sono coltivate, un elemento fondante e fondamentale per il lavoro. Sulle coltivazioni sono impiegate tecniche di agricoltura di precisone come la mappatura del sottosuolo e la sovrapposizione dei mappe satellitari per definire gli indici di caratterizzazione delle colture e gli indici vegetativi. Ciò consente di differenziare le condizioni di fertilità e le semina delle single sezioni con estrema precisione, una gestione senza sprechi dell’acqua e dosare interventi sui campi di fitofarmaci; tutto questo si somma al sapere manuale dei gesti e alle conoscenza della terra degli uomini che la curano, avvalendosi di queste tecnologie. Registrando dati di ogni interventi in campo, meccanico o manuale che sia, si costruisce un sistema di tracciabilità di ogni fase di coltivazione, prima e successivamente di ogni passaggio produttivo.

In tutte le tenute la gestione dell'acqua è altamente sostenibile

In questo IBF Servizi è specializzata – azienda parte del gruppo – e si occupa di impiegare le più moderne tecnologie e strumentazioni a servizio del mondo agricolo. “Con IBF Servizi siamo i primi a fare agricoltura di precise anche per altri agricoltori” sottolinea Erica Furini, responsabile marketing di B.F. Agro-Industriale, raccontando come IBF supporta la coltivazione di oltre 70mila ettari nel Paese. Alle tecniche di precision farming si aggiungono nel 2017 azioni virtuose che comprendono una stalla nel distretto zootecnico di Jolanda di Savoia dove gli animali nati e allevati in Italia, dopo le prima fasi di crescita, vengono portati all’ingrasso nella stalla dei possedimenti: materia organica per ripristinare l’equilibrio di azoto nel terreno, sostanze organiche con consentiranno anche la futura realizzazione di impianti di produzione di biometano in partnership con Eni per la produzione di energia sostenibile. Azioni che mirano a “lasciare al futuro un territorio migliore di quello che abbiamo trovato” sintetizza la dottoressa Erica Furini.

Operazione salva acqua: nelle campagne ferraresi la tecnologia per coltivare senza sprechi

Nasce dai possedimenti nelle tre regioni e trae forza dai valori che accomunano le società del Gruppo BF il marchio Stagioni d’Italia – la grande agricoltura italiana che dalla fine del 2018 offre ai consumatori una ampia gamma di prodotti dal riso ai legumi, dalla pasta anche da grano Senatore Cappelli al miele, tisane e olio, ognuna testimone del territorio. Nelle quattro tenute si diversificano le produzioni per consentire alle coltivazioni di esprimere il meglio e raccontare nei sapori il luogo di origine. Dalle terre a Jolanda di Savoia il riso con otto referenze e tre linee di cui ‘I Tipici – IGP’ consta delle IGP Arborio, Carnaroli, Baldo e Volano previste dal disciplinare del Consorzio Riso del Delta del Po, l’olio prodotto a Cortona nella tenuta Santa Caterina in Toscana. Dalla tenuta Jolanda si Savoia, la più estesa e quella situata nel punto altimetricamente più basso in Italia ma uno dei più votati per l’agricoltura dove ha luogo la riseria, oltre al riso anche il grano cui si aggiungono prodotti dal frutteto, dai terreni a Mirabello in provincia di Ferrara grano duro, patate, soia ed erbe officinali.

Campi di grano nella tenuta di Santa Caterina, Cortona

Dai terreni ad Arborea, in provincia di Oristano, la produzione cerealicola, orticola e officinale rappresenta la più grande estensione bio a corpo unico in Italia: nei complessivi 894 ettari di superficie agricola utilizzata ben 508 sono coltivati in biologico. Qui le condizioni climatiche, alta insolazione e ventilazione naturale, permettono di coltivare al meglio le piante officinali che si trovano nelle tisane e negli infusi di Stagioni d’Italia: melissa, passiflora, lavanda, camomilla, malva, menta e altre piante mediterranee vengono coltivate con il protocollo biologico certificato da Valoritalia e raccolte singolarmente nel momento in cui i principi balsamici sono al culmine. Essiccate sul posto per non disperdere le proprietà nutritive e i benefici funzionali, mediante appositi forni ventilati a bassa temperatura, vengono poi tagliate nello stabilimento di Cortona, anche in tagli per l’industria e la farmacia, non solo in filtri per il consumo, garantendo l’intera filiera nel nostro paese. Miele da erba medica dalle arnie collocate fra le coltivazioni in provincia di Ferrara, millefiori dalle api che volano nelle tenute e si posano per nettare dalle corolle delle stagioni che si susseguono nei mesi, legumi che custodiscono il sapore della tradizione italiana, cerali come farro e orzo che alimentano ricette dai diversi sapori e l’olio di oliva, tutti elementi basilari per la cucina italiana di qualità. Da semi certificati in purezza dalla Società Italiana Sementi, nasce la linea di pasta di Grano duro Senatore Cappelli che usa solo questa varietà antica di grano risalente ai primi del ‘900: altamente digeribile, trafilata al bronzo ed essiccata lentamente per preservare la qualità e la tenuta in cottura. Come novità, che si aggiunge alla linee di pasta, è stata introdotta in produzione e sul mercato anche la versione integrale di pasta da questo particolare grano, in quattro formati ma soprattutto con un sapore accessibile ai gusti di tutti e una consistenza di estrema piacevolezza.

Una storia che inizia negli ultimi decenni del XIX secolo e vede, alla fine del primo ventennio del XXI secolo, l’arrivo con il suo marchio sulle tavole degli italiani. Una storia fatta di impegno, intessuta sulla tradizione e avvalorata dalle innovazioni che si sono sviluppate nei decenni, dove uomini e territorio hanno portato ingredienti, conoscenze e tradizioni a sommarsi alla qualità dei prodotti della più grande azienda agricola italiana. Un legame con il territorio suggellato dalla grafica delle confezioni: verde come gli orizzonti che racchiudono le tenute, verde come l’agricoltura e le attenzioni alla sua cura, tratti di aratura che rievocano nei solchi memorie e lavori nel terreno e a completare una rappresentazione di una casa Leopoldina. Dal Granduca Pietro Leopoldo che le fece costruire, queste case sono il simbolo della vita e del lavoro agricolo, rappresentando la vicinanza ai campi; case che saranno anche un progetto futuro che suggelli l’adesione al territorio. Lungo tre secoli di storia non è cambiato l’impegno, si è rafforzato il rispetto per la stagionalità e la produzione di qualità, la volontà di contribuire al benessere dei territori e di chi li abita e lavora, portando sulle tavole degli italiani prodotti che racchiudano tutti questi valori, insieme alla ricchezza irripetibile che l’Italia possiede. Tutto racchiuso nei prodotti de ‘Le stagioni d’Italia’, una lunga storia che ha il sapore tradizionale dei luoghi e il valore delle innovazioni.

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