Decima edizione multiculturale "nel segno dell'inclusività" come sottolinea Giorgio Locatelli. Masterchef Italia riparte dal 17 dicembre ogni giovedì alle 21.15 su Sky Uno e in streaming su Now Tv con concorrenti dalla Cina, dagli Stati Uniti, dal Marocco, dall'Albania. Trio dei giudici sempre più affiatato con Antonino Cannavacciuolo, Locatelli e Bruno Barbieri, protagonista fin dalla prima edizione, veterano del cooking show, vestito di rosso come un diavoletto. Ha detto ben 28 no. "Abbiamo alzato l'asticella" racconta "se prima alle selezioni mi facevo convincere anche dalle storie personali, mi commuovevo – perché ho un cuore anch'io – quest'anno mi sono imposto il rigore. I concorrenti hanno dimostrato di avere grande talento".
Per il Covid le selezioni, il primissimo incontro con i concorrenti, è avvenuto via Zoom: "Siamo entrati nelle case attraverso i video, con i pc, è stato intimo – spiega Locatelli, al suo terzo Masterchef, considerato unanimamente il buono del trio – Abbiamo visto come erano organizzate le cucine, che tipo di strumenti avevano. Certo non abbiamo potuto assaggiare i piatti, ma se vedi come lavora una persona ti fa capire molto". Cannavacciuolo sottolinea come Masterchef abbia cambiato il costume: "In molte case ora i figli protestano per l'impiattamento, Bruno criticando un piatto, ha lanciato una definizione che usano in tanti: mapazzone. La cucina è cambiata grazie al programma ma ha fatto anche divertire tanti spettatori, fa spettacolo". Il Covid non ha fermato Masterchef. "Non abbiamo avuto dubbi" dice Nils Hartmann, direttore produzioni di Sky "abbiamo seguito tutte le regole. Questo lockdown ci ha regalato chef in forma strepitosa, siamo arrivati alla decima edizione ed è un successo, passeremo tutto Natale chiusi in casa a cucinare".
Per i concorrenti – che non potevano più portare gli ingredienti da casa – una difficoltà in più, è stato scegliere nella grande dispensa. Momenti di panico con i giudici che regolarmente scuotevano la testa: "Gli spinaci c'erano: non li hai visti?", "La noce moscata c'era: non l'hai trovata?". Per gli chef pedana più alta, postazioni ancora più distanziate, sanificazione: i concorrenti hanno dovuto fare 14 giorni di quarantena. "Tutto quello che si poteva fare per dare maggiore sicurezza è stato fatto" dice Leonardo Pasquinelli di EndemolShine che produce il programma, "abbiamo avuto un solo caso di positività di un collaboratore che rientrava da un viaggio e ancore la post produzione sta avvenendo da remoto".
Barbieri "il cattivo", Locatelli "il buono", Cannavacciuolo "il simpatico" che con le sue pacche incoraggia i concorrenti. "Dieci anni sono tanti, faccio i miei complimenti a Barbieri e agli autori: sono riusciti a trasformare in positività anche questi tempi di Covid e a portare allegria nelle case, si vede che ci siamo divertiti molto". "Tutto il team ha reagito positivamente a questa sfida", aggiunge Locatelli "è bello vedere che i concorrenti venivano da diversi paesi, rifletteva quella che è l'Italia di adesso e la comune passione della cucina. Poi abbiamo chef Barbieri tra noi, non abbiamo paura di niente". "Come sono buoni oggi i giudici con me" dice ridendo il diavoletto, che Cannavacciuolo chiama affettuosamente 'nano malefico'. "Mi associo a tutto il gruppo, abbiamo fatto un grandissimo lavoro. Era il decimo anno e siamo riusciti a mettere una marcia in più. Dopo dieci anni avevo bisogno di essere duro, è vero, credo di aver detto 28 no ma avevamo bisogno di scegliere concorrenti fortissimi. Noi giudici siamo stati molto complici, abbiamo sempre portato le mascherine. Ci sono mancati gli abbracci".
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