BOLOGNA. La marcia su Bologna è partita. Il centralino del Comitato Regionale della Federcalcio suona occupato, il momento cruciale è fissato. Sabato 9 gennaio è stata convocata – rigorosamente "in presenza" – l'Assemblea Ordinaria Elettiva dalla quale scaturirà, tramite votazione, il nome del nuovo presidente regionale del Crer, il comitato regionale della FIGC, (posto al 4 punto all'ordine del giorno). Sono altresì da eleggere i nove componenti del Consiglio Direttivo, i membri del Collegio dei Revisori dei Conti, di sei delegati assembleari, e quattro supplenti, il responsabile del calcio femminile, quello del calcio a cinque, il candidato a Presidente della Lega Nazionale dilettanti e del suo vice e del vice vicario, dei consiglieri federali nazionali, infine i rappresentanti del settore dell'attività regionale scolastica e giovanile. Un iter normalissimo.
Nulla di strano, si direbbe, ordinaria amministrazione che da lungo tempo caratterizza la vita del calcio del nostro Paese. Solite schermaglie elettorali hanno preceduto il voto, ma la battaglia per la poltrona, stavolta, dicono fonti autorevoli, sia stata piuttosto intensa. Incerta fino all'ultimo spoglio. E così i giochi di potere dei Biden e dei Trump della provincia sportiva si sprecano: la corsa alle deleghe, cose viste dalla storia dell'uomo che corre dietro al pallone e dei suoi organi organizzativi.
Allora, cosa c'è di strano? Sono molte le componenti del nostro pallone regionale che sono rimaste sorprese, basite, da questa convocazione, considerata improvvida, se non addirittura in controtendenza, rispetto ai decreti del Presidente del Consiglio, rispetto alla prudenza che il Governo italiano, non quello del calcio, continua a invocare fino a condizionare le festività natalizie. Cause di forza maggiore finiscono per spostare la messa del Santo Natale, ma il nove gennaio prossimo venturo, i delegati di 700 società dilettantistiche regionali, marceranno verso Bologna, come magi (un po' in ritardo) per adorare il nuovo presidente, forse l'uscente ferrarese Braiati, e sarebbe il terzo mandato, da presidente e il quarto in Consiglio.
Una fretta di agire incomprensibile, secondo alcuni figlia della paura che altre cordate (tre, forse quattro, tutte emiliane) possano togliere lo scettro all'attuale reggenza. Se l'Associazione Arbitrale ha scelto per opportunità e precauzione il voto on line il Comitato Regionale Emilia Romagna ordina il voto in presenza all'inizio di gennaio. Fissando come sede di votazione l'Hotel Savoia Regency di Bologna, struttura che fa sapere di non poter ospitare contemporaneamente, in assemblea, non più di 350 persone.
Come si fa, quindi, a garantire a settecento società il voto valido, espresso "in presenza"? Nella sede del Crer di via Marco Emilio Lepido stanno pensando a scaglionare i votanti, dando un orario di convocazione diverso categoria per categoria. In parole povere, alle 10,30 potrebbe essere il turno dell'Eccellenza, e poi a seguire nella giornata, le altre categorie, fino alla terza. Ma è poi da considerarsi un criterio legale?
La procedura "in presenza" – è il caso di dirlo – comporta qualche sospetto, inevitabile, in chiave elettiva. Non resta che girare il quesito al presidente della Regione Bonaccini e alla sua Giunta: in attesa di possibili strette natalizie, di altri obblighi da rispettare e di altri sacrifici da fare, per evitare la terza ondata di pandemia, il calcio resta un mondo a parte?Original Article
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