Nell'ospedale più grande della Liguria, il policlinico San Martino, nella prima ondata di coronavirus fra il personale sono stati registrati 172 casi di Covid. Nella seconda ondata, quando la capacità di fare tamponi è enormemente cresciuta, il conto – in aggiornamento – è salito a 524 casi. Attualmente fra medici, infermieri e operatori socio-sanitari ci sono 154 persone positive. Solo la scorsa settimana, 59 nuovi contagiati.
Pur in un ospedale che conta circa 5000 dipendenti (i numeri dei positivi vanno ovviamente messi in relazione all'intero personale) è facilmente comprensibile perché un terza ondata potrebbe mettere in ginocchio il sistema regionale ligure. Una nuova impennata di casi a gennaio, quando ancora si stanno facendo sentire gli effetti della seconda (che neppure è finita), rischia di avere ripercussioni pesantissime in primis sul personale sanitario. Che se tutto va bene inizierà la vaccinazione dalla seconda settimana di gennaio.
San Martino è solo un esempio. Restando in territorio genovese, nei presìdi della Asl3 fra il primo agosto e il 6 dicembre si sono registrati 181 casi. In fin dei conti numeri fisiologici, coerenti con una fase acuta della pandemia. Ma che possono fare molto male se si registrano in un ospedale: un infermerie positivo vuol dire fra i 10 e i 20 giorni a casa, sempre che le sue condizioni non siano così gravi da richiedere un ricovero.
Senza contare che, come in qualsiasi altro posto di lavoro, ci sono assenze per motivi personali, per altre malattie e ferie. Tutti gli ospedali genovesi a tal proposito chiariscono di aver sempre garantito le ferie a tutti i dipendenti, dopo quella circolare di Alisa sulla "sospensione" che aveva scatenato proteste e polemiche.
E guardando i numeri ben si comprende anche l'auspicio del presidente della Regione Liguria Toti e del commissario di Alisa Walter Locatelli quando si augurano che "le adesioni del personale al vaccino anti Covid siano pari al 100 per 100".
Ieri la Regione ha comunicato sia il numero definitivo di chi riceverà il siero prodotto da Pfizer nella prima fase, 68mila circa, sia i 15 ospedali dove verranno somministrate le prime dosi. In Asl 1 gli ospedali di Bordighera, Imperia e Sanremo, in Asl 2 gli ospedali di Cairo Montenotte, Pietra ligure e Savona, in Asl 3 sono stati individuati l'ospedale Evangelico di Voltri, Galliera, Gaslini, Policlinico San Martino, Villa Scassi, in Asl 4 gli ospedali di Lavagna e Sestri levante, in Asl 5 gli ospedali di Sarzana e La Spezia.
Secondo quanto comunicato da Alisa, "il fabbisogno iniziale comunicato al governo che contava circa 50.000 unità tra personale ospedaliero e territoriale, ospiti e lavoratori delle rsa (27.516 unità di personale ospedaliero e territoriale, 12.780 ospiti e 9.114 lavoratori delle Rsa) è stato integrato con operatori che afferiscono a strutture sanitarie private accreditate con il Sistema sanitario regionale (strutture che erogano prestazioni di ricovero ordinario e day care in ambito chirurgico, medico, riabilitativo e hospice), personale delle Pubbliche assistenze che si occupano dei trasporti sanitari, inclusi quelli in emergenza-urgenza, operatori che operano nel complesso ospedaliero del Sistema sanitario ligure (a titolo esemplificativo, cuochi, personale delle pulizie ecc.)".
Nel frattempo, nei prossimi giorni l'ospedale Evangelico, negli scorsi mesi nuovamente trasformato in Covid Hospital, tornerà all'attività ordinaria: "Resta solo un ricoverato in terapia intensiva dice Toti – che verrà trasferito al San Martino" Ieri sono di nuovo saliti i ricoveri (più 10) ma secondo Toti "si tratta della fiosologica diminuzione di dimissioni nella giornata di donenica".
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