Condanna a 30 anni all’infermiera di Lugo per la morte di un paziente 95enne

BOLOGNA – E’ stata condannata a 30 anni la 48enne ex infermiera dell'Ausl Romagna, Daniela Poggiali, imputata per l'omicidio di un suo paziente, il 95enne Massimo Montanari, morto il 12 marzo 2014 all'ospedale di Lugo, nel ravennate. Lo ha deciso alla fine del rito abbreviato celebrato il giudice Janos Barlotti del Tribunale di Ravenna. I pm Alessandro Mancini e Angela Scorza avevano chiesto l’ergastolo, il giudice l’ha condannata a 30 anni in funzione del rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo della pena.

Secondo quanto ricostruito dall'accusa, Montanari era stato datore di lavoro dell'allora compagno di Poggiali che, il 3 giugno 2009, andando negli uffici per consegnare un certificato relativo a una pratica infortunistica dell'ex convivente, per la segretaria aveva pronunciato questa minaccia che proverebbe la premeditazione del delitto: “State attenti te e Montanari di non capitarmi tra le mani”.

Una testimonianza resa nel processo di primo grado celebrato davanti alla Corte d'Assise di Ravenna e costato alla Poggiali l’ergastolo per l’omicidio con una iniezione di potassio di un’altra sua paziente, la 78enne Rosa Calderoni deceduta l'8 aprile 2014 a poche ore dal ricovero sempre a Lugo. Una sentenza che era stata ribaltata in appello (per ben due volte) e poi annullata in Cassazione (per altrettante volte). L’infermiera, difesa dagli avvocati Lorenzo Valgimigli e Gaetano Insolera, attende ora la data dell’Appello-ter. La difesa ha sempre sostenuto l'innocenza della Poggiali. L’Ausl Romagna si è costituita parte civile.

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