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Aperture e castighi: cortocircuito Conte

Tale è ormai la distanza tra azioni e parole pubbliche che i discorsi sul Covid del ministro coreano, del virologo americano o della cancelliera tedesca diventano virali in Italia. Assistiamo con sincero stupore allo spettacolo di leader che dicono cose sensate e coerenti.

L'esempio più lampante è il cashback. Neanche il tempo di esaurire il sarcasmo sul governo che vara il bonus vacanze e poi si lamenta degli assembramenti da spiaggia e già spunta il bis. Negli stessi giorni rompono la clausura degli abitanti di Regioni rosse e arancioni e varano un incentivo a fare shopping di persona. Di più: non solo il cashback è concepito per favorire gli acquisti in negozio escludendo l'online, ma con il massimale di 15 euro di risarcimento a transazione spinge a moltiplicare gli acquisti girando per negozi. Aprono i cancelli ai buoi, sventolano il fieno e se abboccano li mettono in castigo.

Il governo ha ripetuto l'ignobile giochetto così tante volte che ormai è scoperto. Giuseppe Conte ha l'inedito potere di decidere tutto da solo a colpi di Dpcm ma, sarà che è avvocato e non giudice, non si è voluto prendere la responsabilità di sentenziare l'abolizione delle ferie estive o delle feste di Natale. Gli assembramenti del weekend non sono la conseguenza involontaria delle decisioni contraddittorie e last minute: sono l'alibi perfetto costruito dal pastore per dare la colpa al gregge. Il capro espiatorio ideale per lo scaricabarile dei leader.

Certo, si dirà, noi pecore e buoi avremmo potuto dimostrare maggiore prudenza. Ma deresponsabilizzare i cittadini è stata una scelta deliberata. Dall'inizio della pandemia si confrontano due modelli. Svedese: non vieta, responsabilizza il singolo ed evita autocertificazioni o sanzioni inapplicabili. All'estremo opposto l'italiano: vieta i comportamenti a rischio e sforna continue regole minute. Con un limite: se chiedi ai cittadini di crederti e obbedire, sorpresa, quando dirai loro di andare per negozi lo faranno per davvero. Questo non può assolvere i singoli da tutte le leggerezze, ma mette brutalmente in mostra i limiti di una classe dirigente troppo impantanato tra verifiche politiche e task force per organizzare in modo efficace la convivenza con il virus. E passi che giochino con le nostre vite a colpi di slogan emozionali, se non fosse che il prezzo è il record europeo di morti e un'economia in pezzi. E ora chi se ne assume la responsabilità?

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