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Zucchero: “Non mi parlate dei social, per me sono soltanto falsità”

Un viaggio nella memoria musicale per parlare anche di quanto accade intorno a noi. Complice la battuta di arresto forzata dovuta alla pandemia, con 150 date del tour mondiale da rimodulare (si ripartirà, se tutto va come deve andare, ad aprile con la serie dei concerti all’Arena di Verona) Zucchero ha scritto sei nuove canzoni per la riedizione deluxe di D.O.C. appena pubblicata. Accanto a pezzi scritti durante la lavorazione dell’album, come Succede cui mancava ancora il testo (un rhythm and blues ironico, ricco di doppi sensi su un amore passato) e Facile, con la splendida voce soul della cantante Chance, il cantautore emiliano si è immerso tra le sue passioni musicali, e in particolare nel grande songbook popolare americano per affidare alcune riflessioni a melodie immortali.

Come Don’t make promises, cantata a metà degli anni Sessanta da Tim Hardin, che ora diventa Non illudermi così, un brano in cui Zucchero attacca la falsità dei social: “Su Facebook e sui social in genere viaggiano molte false notizie ma anche molti modi falsi di rappresentarci agli altri, è un mondo in cui ci si vuole bene tutti, ci si scambia baci sul collo, io che invece sono un po’ orso preferisco una stretta di mano all’antica. Insomma, per dirla breve, i social stanno a me come una cravatta sta al maiale. Ho deciso di lavorare ad un testo in italiano con l’aiuto del cantautore Mimmo Cavallo, trasformando il senso originale del brano in un concetto più attuale. Alla luce del momento storico che stiamo attraversando, la trovo davvero molto adatta”.

Ma nella scelta degli inediti e delle cover della versione Deluxe del suo disco Zucchero ha seguito anche semplicemente i suoi gusti. Convinto che una cover debba “sempre affrontare una canzone poco conosciuta, di cui si voglia cogliere un’anima diversa, anche trasformandola nel suono, perché fare la copia dell’originale non mi interessa”, Zucchero cita due modelli di riferimento, la versione di Hurt dei Nine Inch Nails realizzata nel 2007 da Johnny Cash e soprattutto la beatlesiana With a little help from my friends che Joe Cocker cantò sul palco a Woodstock, “rendendo epica una marcetta, detto con tutto il rispetto”, commenta Zucchero.

Ecco allora Wichita Lineman di Jimmy Webb, “un brano che ascoltavo molto da ragazzo, quando iniziavo a strimpellare i primi accordi con la chitarra. L’ho voluta rifare in modo minimalista, trovo che abbia una melodia molto bella e attuale, è una canzone che avrei voluto scrivere io. Anche questo brano, cantato da Glen Campbell, è già stato riproposto da tanti altri artisti, tra cui Ray Charles e James Taylor. In questo caso ho deciso di lasciare il testo in lingua originale, così come il titolo, perché è davvero una storia d’amore bellissima”.

E poi c’è Don’t cry Angelina, che anche se nel titolo richiama il brano di Madonna, è in realtà una canzone nata ai tempi di Oro, incenso e Birra e rimasta dunque nel cassetto per 31 anni: “L’ho ritrovata recentemente in un nastrino, in una versione abbozzata fatta in inglese maccheronico. L’ho ripresa, riarrangiata e a luglio ho scritto il testo in italiano. Narra la storia, molto particolare, di una giovane ragazza partigiana innamorata di un partigiano dal quale è stata costretta a separarsi. È una storia d’amore raccontata con poche parole, molto intensa e ispirata da Angela, una storia d’amore nella guerra partigiana di Ezio Meroni”.

La serie di inediti che aprono la nuova versione di D.O.C. si chiude con il duetto con Sting, September, una delle tante collaborazioni di questo difficile periodo per tutti gli artisti: “Per via della pandemia ci siamo sentiti più spesso” dice Zucchero, “e sono nate molte collaborazioni: ad aprile ho collaborato con Bono suonando al Colosseo, poi ho suonato e cantato in piazza San Marco a Venezia Amore adesso, versione di No Time for Love Like Now, un brano di Michael Stipe, quindi ho partecipato all’iniziativa di Lady Gaga intitolata "One together". Tutte mie vecchie conoscenze che in questi mesi si sono rinnovate. Sting mi ha chiamato a giugno per propormi di adattare un testo in italiano alla melodia che aveva appena scritto. A me il brano è piaciuto subito, poi lavorandoci insieme è venuto fuori questo duetto che risente e parla del periodo che stavamo vivendo quando l’abbiamo composto, e che ancora viviamo: speriamo che questo ideale ‘settembre’ arrivi presto con la sua pioggia a lavare via tutte le brutture”.

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