A guardarla da lontano sembra un palo, anzi una semplice palina, quei sostegni dove abitualmente ormeggiano gondole e altre imbarcazioni. Se ci si avvicina, però, si scopre qualcos'altro: una presa per la ricarica elettrica. In questo piccolo ma fondamentale dettaglio c'è una speranza visivamente poco impattante ma che potrebbe davvero trasformare l'impatto delle barche in Laguna sull'ambiente: c'è infatti tutta la scommessa per un futuro di una Venezia con sole imbarcazioni elettriche. La "palina" trasformata in una colonnina di ricarica per barche a energia elettrica è oggi solo un prototipo, chiamato "e-dock" ed è stato presentato di recente dalla startup di tre giovani imprenditori chiamata "e-concept", con il benestare del Comune e l'appoggio di Confindustria Venezia.
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Si tratta, di fatto, di una colonnina di ricarica pensata non per le auto ma per le barche, da quelle private a quelle per i trasporti e in futuro magari anche i mezzi pubblici. Visivamente davvero poco impattante, la ricarica permette grazie a un accordo con Enel X tre tipi diversi di potenze di erogazione (3,2 – 7,4 e 22 kW) e a seconda delle imbarcazioni tra una e due ore si può ricaricare la propria imbarcazione.
Quello delle "paline" elettriche, se sviluppato, e soprattutto se garantita una ricarica con energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e non da combustibili fossili, è un sistema giudicato anche dall'amministrazione veneziana come molto interessante.
Non c'è un fastidioso impatto visivo – vincolo fondamentale nella splendida e turistica cornice veneziana – e il sistema se pensato su larga scala potrebbe implementare un traffico di imbarcazioni basato proprio sull'elettrico. Sebbene sia il Comune che privati lavorino da tempo e con diversi investimenti per trasformare entro il 2030 il traffico dei natanti in Laguna, sempre più votato all'uso di energie rinnovabili, Venezia resta ancora oggi una città fortemente inquinata. Pochi anni fa Legambiente stimava che il 45% dello smog locale fosse proprio legato alle imbarcazioni e all'uso di motori a diesel, e recentemente la città è stata inserita nella classifica stilata dall'Alleanza europea per la salute pubblica (Epha) fra le dieci città europee dove l'inquinamento atmosferico ha il costo pro capite più alto.
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Lavorare in direzione dell'elettrico, per poter migliorare l'impatto ambientale, compreso l'inquinamento acustico, richiede però la partecipazione di diversi attori, un impegno che deve andare in una direzione univoca. Per esempio, come ha sottolineato durante il lancio dell'iniziativa Marino Masiero di Assonautica Venezia, "i privati devono essere incentivati per cambiare motore oppure barca. Oggi ci sono evoluzioni interessanti sulle batterie ma serve un sistema che permetta di accedere ai prodotti sia di piccolo cabotaggio commerciale che di diporto. Servono incentivi per la conversione elettrica".
E servono anche fondi per finanziare il progetto. Le "paline", a seconda dei siti, costeranno cinquemila euro più i costi di installazione, e saranno realizzate con materiale "interamente ricavato da plastiche riciclate da RSU al posto del legno" garantiscono i tre giovani imprenditori di "e-concept", Claudio Iannelli, Matteo Bartoli e Francesco Pannoli.
Per far sì che il progetto funzioni dal punto di vista economico e-concept ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Ecomill con l'obiettivo minimo di raccogliere 100mila euro per l'espansione dell'iniziativa https://www.ecomill.it/progetto/?progetto=12377
Come ha spiegato uno dei fondatori, Claudio Iannelli, nella speranza di un rapido sviluppo dei natanti elettrici in Laguna lo scopo di e-dock è "inserire nel classico palo di ormeggio nautico la tecnologia che permette di attingere energia e ricaricare il natante nel rispetto della tradizione storica e del paesaggio di Venezia".Original Article
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