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Janelle Monáe: ‘Le mie donne in lotta contro l’orrore del razzismo’

Antebellum, l'horror di Gerard Bush e Christopher Renz, disponibile su Amazon Prime Video, poggia tutto sul carisma di Janelle Monáe. L’iconica attrice, musicista, produttrice e modella afroamericana, 35 anni, interpreta il doppio ruolo di una scrittrice e attivista dei nostri giorni, con una bella famiglia e un gran seguito nella comunità, e una schiava costretta a vivere in condizioni agghiaccianti in una piantagione prima della Guerra Civile. Un nuovo ritratto che si aggiunge alla filmografia dell'attrice, che si è fatta apprezzare nel film Oscar Moonlight, in Il diritto di contare e nella serie Homecoming.

I registi di "Antebellum" definiscono "Via col vento" una storia horror, offensiva per i neri. Quanto è importante rivendicare la propria narrazione, raccontare le proprie storie?

“Molto, ed è proprio quello che fa questo film, incentrato su una donna che è una leader forte e un pilastro della sua comunità, è un’autrice. Quando ho letto la storia mi ha spaventato, anche per il collegamento con quello che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, la questione della supremazia bianca, il razzismo sistemico e l'oppressione. È una storia che potrebbe accadere nella realtà. Il mio personaggio si trova in questa orribile realtà in cui deve confrontarsi con il passato, il presente e il futuro, prima che sia troppo tardi. Ho pensato che questa fosse un'opportunità per evidenziare il lavoro che le donne nere stanno facendo in questo momento: decostruire la supremazia bianca”.

Com’è stato vivere la condizione di schiava nella piantagione?

"Da donna libera ho dovuto ricordare a me stessa che i miei antenati hanno combattuto per questa mia libertà. Io sono il loro sogno più folle. Ho voluto essere autentica, onorare la loro esperienza. Abbiamo girato in una piantagione di New Orleans che era la stessa che aveva fatto da set a Django. Ho sentito la loro presenza guidarmi e darmi la forza, sostenermi perché raccontassi la loro storia”.

Alcuni momenti del film sono difficili da sostenere.

“Non penso ci sia un modo di descrivere l’orrore della schiavitù senza mostrarne la violenza. Questo è ciò che succedeva, sono eventi veri. E ci sono circostanze ancora peggiori di cui eravamo a conoscenza. Ma quel passato così tremendo va ricordato perché serve a spiegare perché siamo ancora in un paese in cui i l razzismo è radicato. Questo film è anche uno specchio per chi ha assistito alla violenza contro le donne nere senza dire e fare nulla”.

Cos'ha imparato di sé stessa facendo questo film?

“Che sono più dura e allo stesso tempo più sensibile di quel che pensavo. Penso che sono le donne nere a salvarci, a salvare il Paese. Il film parla di una donna nera che guida il movimento. Rispecchia tutte le donne nere che hanno fondato Black Lives Matter e che oggi stanno guidando la nostra comunità”.

Per il personaggio della scrittrice e attivista si è ispirata a qualcuno in particolare?

“Sì, è una fusione di donne che ammiro: Harriet Tubman, Bell Hooks, Angela Davis, Maxine Waters, Angela Rye. Mia nonna, Bessie Quinn. Ho pensato a loro per la lotta che hanno combattuto per proteggermi e per proteggere le voci emarginate. Alcune di loro hanno ricevuto minacce di morte ogni giorno a causa del fatto che parlavano contro la supremazia bianca e la violenza sui neri. E ancora, donne come loro, si collegano online ogni giorno per dire la verità, contro il fascismo. Sono loro a darmi la forza per andare avanti”.

'Antebellum', direttamente in streaming l'horror con Janelle Monáe

Qual è il criterio con cui sceglie i personaggi da interpretare?

“Scelgo quelli che mi danno l’opportunità di rendere umana una donna di colore sullo schermo, penso che ci sia tanta disumanizzazione delle donne nere nella vita reale. Donne che meritiano di essere viste come sorelle, come amanti, come amiche. Come esseri umani completi. Questo è il filo che lega le mie scelte. Quanto all’uso dell’horror per raccontare il razzismo, beh, non c’è niente di più orribile di quel che è successo ai neri, al fatto che siamo stati rapiti e costretti a vivere in America. Il fatto che hanno rubato dottori, scrittori, artisti è orribile, orribile in ogni senso della parola, uno degli atti più terribili compiuti nella storia dell’uomo. E oggi questo sta ancora accadendo i molti modi e forme diverse”.

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