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I malumori di Sileri. Il viceministro grillino contro il dirigente del suo ministero

Il viceministro all’attacco del ministero. Pierpaolo Sileri, chirurgo grillino di Tor Vergata a Roma con in tasca una cattedra al San Raffaele di Milano dove ha vinto un concorso, torna a prendere di mira la struttura tecnica della Salute come aveva già fatto nel corso della prima fase. Ieri in tv ha polemizzato di nuovo con Giuseppe Ruocco, il segretario generale del ministero, accusandolo di non partecipare alle riunioni del Cts pur essendone membro, e invitandolo a dimettersi.

Il malessere di Sileri è cominciato nella prima fase della pandemia e ha probabilmente motivi più ampi dell’avversione per un solo dirigente. A quel tempo non aveva ancora ottenuto le deleghe dal ministro Roberto Speranza e dopo un periodo di grande coinvolgimento nelle operazioni legate al Covid, quando era pure andato in Cina a recuperare i nostri connazionali rimasti bloccati nel Paese dove stava esplodendo l’epidemia, era finito nell’oblio. Non tanto mediatico, visto che è sempre stato molto disponibile a rilasciare interviste e dichiarazioni, quanto operativo. Il ministero non lo coinvolgeva nelle scelte e nemmeno lo faceva partecipare alle riunioni più importanti. È ormai noto in tutte le stanze ministeriali un suo confronto con il capo di gabinetto Goffredo Zaccardi, uomo forte e di esperienza lunghissima (ha 78 anni e il 18 agosto il suo contratto è stato allungato con un’ordinanza della Protezione civile sull’emergenza) che lo ha letteralmente buttato fuori dalla sua stanza. Il rapporto tra i due è sempre andato malissimo e ci sarebbero anche i problemi con Zaccardi, che però non viene mai direttamente criticato dal viceministro in quanto uomo di fiducia da Speranza, dietro agli attacchi ai dirigenti del ministero.

Sileri è un tipo abituato a battagliare. Non solo all’interno del suo ospedale e dell’università ma anche in Parlamento. È qui che, da presidente della commissione Sanità del Senato ha fatto di tutto per mettere in difficoltà l’ex ministra Giulia Grillo, sua compagna di movimento. “Vorrebbe il suo posto”, si diceva nei corridoi del potere. Ora la sua lotta è con la struttura ministeriale, dalla quale probabilmente non si sente ascoltato. Difficilmente però la polemica lambisce Roberto Speranza ma è ovvio che chiedere le dimissioni del segretario generale del ministero non possa non essere anche un attacco al ministro.

A far nascere l’avversione di Sileri per Ruocco, il dirigente di maggior esperienza di tutto il ministero, dove lavora da oltre trent’anni, sarebbe stata la mancata comunicazione al viceministro di una serie di passaggi importanti legati alla pandemia. Come informazioni su atti e misure che il ministero aveva intenzione di adottare. Da allora gli attacchi si sono susseguiti, con tanto di accusa di assenteismo, fino a placarsi un po’ quando il viceministro ha finalmente ottenuto le deleghe, il 5 giugno scorso. È stato incaricato di occuparsi di ricerca scientifica sanitaria, finanziamento pubblico-privato, valorizzazione del personale, nonché di igiene e sicurezza degli alimenti, di dipendenza, assistenza nelle carceri disciplina dei medici militari. Tutti, o quasi, temi che non lo tengono in prima fila nella lotta al Covid.

Ma Sileri è uno che non si arrende. Dopo alcuni mesi di tranquillità, con poca esposizione sui media, è tornato all’attacco di Ruocco in prima serata tv. Intanto perché non risponde alle sue richieste sulla storia dei piani pandemici (quando è stato fatto il primo, se è stato aggiornato o integrato, chi lo ha scritto a suo tempo). Tra l’altro proprio in questo periodo si sta scrivendo il nuovo piano pandemico ma se ne occupa un altro dirigente, Gianni Rezza, il responsabile della Prevenzione. E poi perché il dottor Ruocco “non partecipa al Cts, dovrebbe dimettersi”. Il segretario generale in effetti fa parte anche del Comitato tecnico scientifico, insieme ad altri 25 esperti, ma non è quasi mai presente. Ci sono altri rappresentanti del ministero che partecipano e non risulta che dentro al Comitato qualcuno abbia avuto da ridire per la sua assenza, dovuta a impegni su altri fronti. Ruocco non interviene quindi agli incontri ma gli servono i verbali e le carte prodotte dagli esperti per portare avanti il suo lavoro. Se la battaglia di Sileri, che di certo non si chiude con l’uscita tv di ieri sera, avrà il risultato di mettere davvero in crisi il segretario generale lo si capirà nei prossimi giorni. Comunque l’ultima parola toccherà a Speranza.

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