Una storia nata quasi 60 anni fa, in un paesino in provincia di Bergamo: Sombreno, frazione di Paladina. Emilio Bombassei e Italo Breda fondano una piccola officina meccanica che inizia a lavorare anche nel settore automobilistico per Alfa Romeo e Pirelli. E’ il 1961. Tre anni dopo, la svolta: un camion che trasporta freni a disco, prodotti in Inghilterra per Alfa Romeo, si ribalta. Preoccupata per i danni possibili, l’azienda chiede ai due amici dell’officina bergamasca di controllare i freni ed eventualmente ripararli. Il resto è genio. Leggenda. Oggi Brembo è una protagonista mondiale nel settore dei sistemi frenanti, quotata in borsa, sede a Curno e 2.519,7 milioni di euro di fatturato nel 2019. Brembo come l’acronimo dei due fondatori, Breda Emilio Bombassei, e come il fiume che scorre vicino. Quest’anno l’azienda festeggia 500 titoli mondiali vinti in 45 stagioni nel motorsport, tra due e quattro ruote: dalla Formula Uno alla MotoGP, più le altre categorie cosiddette “minori” (F2, F3, Moto2 e Moto3), passando pure per le versioni elettriche, e la Superbike, il rally, il cross, Nascar, campionati Gt, Indycar, enduro. E non è finita. Il 2020 ha regalato 42 campionati iridati tra piloti, costruttori e team.
Da Hamilton e Valentino
Hamilton, Valentino Rossi, Leclerc, Marquez, Vettel, Mir, Verstappen, Morbidelli, Bottas, Dovizioso: l’elenco dei “clienti” sarebbe troppo lungo. In Formula 1, tutti i gran premi disputati fino ad ora sono stati vinti da vetture che hanno utilizzato componenti Brembo. Sono 442 successi su 785 gare disputate dal 1975 ad oggi, per un totale di 26 campionati del mondo piloti e 30 costruttori. In MotoGP poi, è un trionfo da sempre: è la quinta stagione consecutiva che gli italiani forniscono tutti i team, comprese Moto2 e Moto3. Nella categoria “regina” i 27 piloti scesi in pista hanno scelto le pinze freno, i dischi e pastiglie in carbonio, le pompe freno e pompe frizione dell’azienda bergamasca: in 40 anni di avventura, le vittorie hanno superato anche qui quota 500, con 32 titoli piloti e 33 costruttori.
Formula E, la Superbike
L’esordio di Brembo nel campionato di World Superbike è datato 1988: da allora, 29 successi nel campionato del mondo piloti e 33 in quello costruttori ottenuti in oltre trent’anni di presenza con i principali team. Le 24 monoposto full electric della nuova generazione di Formula E sono state equipaggiate con freni Brembo tramite il costruttore Spark Racing Technology. E le 18 Ego Corsa di Energica Motor Company, coi cerchi forgiati Marchesini, presenti anche in 7 team su 11 in MotoGP e in oltre il 50% dei piloti di Moto2, Moto3 e WSBK. Marchesini, cioè progettazione, realizzazione e commercializzazione di cerchi in lega leggera per moto da corsa e stradali. Leader del mercato come AP Racing, che si occupa di fornitura di freni e frizioni per auto e moto da competizione, e ha sede a Coventry: entrambi i marchi fanno parte del gruppo Brembo dal 2000.
Un’avventura cominciata con la Rossa
L’avventura nel motorsport era iniziata a metà degli anni Settanta con la Ferrari, una partnership per la fornitura di dischi freno in ghisa e una collaborazione che continua ancora oggi, dopo mezzo secolo. Dalla ricerca e lo sviluppo, nel 1984 erano nati i dischi freno in carbonio, da cui poi il carbonio-ceramico per le applicazioni stradali. Nel frattempo la produzione di sistemi frenanti si era già estesa al motomondiale: ancora Ferrari, ma questa volta un pilota (Virginio), che in sella a una Suzuki RG500 del team Gallina equipaggiata con pinze a 2 pistoni, pompa assiale e dischi in ghisa, nell’agosto 1978 vinse in 500 sulla mitica pista tedesca del Nurburgring. I dischi in carbonio a fine anni Ottanta, a inizio del decennio seguente le pinze monoblocco (la prima nel 1991 su Honda), poi quella con attacco radiale montata sull’Aprilia 250 che nel 1998 vince 12 gp e monopolizza il podio iridato con Capirossi, Rossi e Harada.
La “pompa a pollice” per Doohan
Ancora il genio e la leggenda: come la creazione della pompa a pollice, progettata da Brembo dopo l’incidente del ’92 di Mick Doohan ad Assen, che viene azionata da una leva spinta dal pollice del pilota e attiva il freno posteriore. Oggi in MotoGP vengono utilizzate pinze ad attacco radiale in alluminio (nel 2014 il litio è stato bandito dal regolamento) a 4 pistoni in titanio, con 2 tipologie di scelta: heavy e light duty. All’inizio di questo campionato è stata introdotta la nuova pinza GP4: si tratta monoblocco in alluminio interamente ricavata dal pieno, con attacco radiale a 4 pistoni e le nuove alette sul corpo esterno, garantendo un raffreddamento migliore e più rapido della pinza stessa e di tutto l’impianto frenante.
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