All'Avana c'è qualcuno che spera che Raúl Castro, il leader del partito comunista, riesca in quello che da anni è il suo sogno politico: trasformare Cuba in una piccola "tigre" caraibica favorendo la nascita di un mercato capitalista nell'ultimo fortino comunista.
La fine della doppia moneta – peso e peso convertibile – a Cuba è un salto in avanti che annuncia la nascita di un nuovo mercato. È la conclusione di un processo iniziato nel 2008, quando Raúl arrivò al potere prendendo il posto del fratello Fidel e aprì le porte ai vecchi nemici della Guerra Fredda, fino ad invitare l'allora presidente americano Barack Obama a visitare Cuba.
In questo quadro anche la vittoria di Joe Biden alla Casa Bianca è un tassello importante. Infatti il presidente eletto potrebbe prendere finalmente una decisione storica sull'embargo contro Cuba, uno strumento ormai obsoleto che ha dimostrato tutta la sua feroce inutilità: affama un popolo, ma non ottiene il risultato per il quale è stato imposto, ossia costringere i fratelli Castro ad accettare la democrazia. Mi dice sempre lo scrittore Norberto Fuentes – biografo di Fidel – che Raúl sa benissimo che il potere conquistato armi in pugno non si cede per nessuna ragione. Fidel e Raúl non sono mai stati disposti a negoziare con Washington una loro uscita di scena in cambio della fine dell'embargo. Ora però si tratta di fare in modo che l'isola abbia una reale possibilità di sopravvivenza.
A voler essere precisi, Raúl chiude con questa ennesima svolta un processo iniziato negli anni Ottanta, quando a Mosca c'era Gorbaciov e a Cuba avevano già capito che sarebbero rimasti senza "padrini". La risposta di Fidel fu aprire al turismo e creare la seconda moneta, il Cuc o peso convertibile. Quella stagione si concluse con l'episodio più grave della Cuba contemporanea: la fucilazione del generale Arnaldo Ochoa, un temibile antagonista anche per Fidel Castro.
L'unificazione monetaria che inizia il 1° gennaio sarà comunque un terremoto. Finisce la piramide rovesciata, ossia la possibilità che un tassista grazie al contatto con gli stranieri abbia un potere d'acquisto triplicato rispetto a un maestro di scuola, ma c'è il rischio che esploda l'inflazione.
Sembra evidente che l'obiettivo importante è la volontà di attirare solidi investimenti esteri e favorire la nascita di industrie e attività private competitive. Ci vorrà qualche mese per capire quante possibilità di successo ha questa scommessa. Ma i fondi per la partenza ci sono e sono vicinissimi a Cuba. Stanno a Miami, dove migliaia di cubani sono fuggiti negli ultimi sessant'anni per liberarsi dalla dittatura. Ora Raúl guarda alla possibilità del ricongiungimento tra le due sponde dello Stretto della Florida.
Lui, suo fratello Fidel, Che Guevara e Camillo Cienfuegos fecero la rivoluzione per abbattere il colonialismo, sconfiggere la povertà e industrializzare l'isola. Ora Raúl, rimasto da solo, ci prova per questa altra strada.
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