È morto a 89 John le Carrè, scrittore famoso in tutto il mondo per i suoi romanzi di spionaggio. A darne la notizia Jonny Geller, ceo del Curtis Brown Group. Il suo vero nome era David Cornwell. "È stato un gigante della letteratura inglese. L'ho rappresentato per 15 anni, ho perso un amico", le parole di Geller in una nota.
Quasi tutti i romanzi di Le Carré appartengono ai filoni dello spionaggio e del thriller, con una particolare attenzione ai blocchi contrapposti durante la Guerra fredda. Una notevole eccezione è "Un ingenuo e sentimentale amante", nel quale l'autore fa trasparire alcuni elementi autobiografici, poiché il rapporto tra i protagonisti James e Susan Kennaway, è ispirato al primo matrimonio di Le Carré.
Il lavoro di Le Carré è per molti versi una risposta critica e ragionata al sensazionalismo che contraddistingue il più celebre esponente letterario del genere: James Bond. I suoi protagonisti sono tridimensionali e l'interazione con il mondo che li circonda è complessivamente più realistica e meno "glamour". George Smiley, uno degli agenti segreti più amati dai lettori di tutto il mondo, nasce nel 1961 con il primo romanzo "Chiamata per il morto".
La consacrazione definitiva arriva nel 1963 con la pubblicazione de La spia che venne dal freddo. Nei romanzi di Le Carré spesso risalta la fallibilità dei sistemi di spionaggio occidentali, con la considerazione implicita che Unione Sovietica e NATO sono sostanzialmente i due lati della stessa moneta, in cui i protagonisti sembrano votati allo spionaggio più che all'ideologia che dovrebbero difendere.
I romanzi successivi, in quello che si potrebbe definire il ciclo di Smiley, La talpa, L'onorevole scolaro, Tutti gli uomini di Smiley, consacrano Le Carré come uno dei massimi esponenti della narrativa di spionaggio.
La fine improvvisa della Guerra Fredda con il crollo del Patto di Varsavia, mette in crisi tutto il genere, non risparmiando neppure l'autore inglese, che sembra incapace di trovare una nuova vena creativa. Tuttavia, con Il sarto di Panama (1996) e Il giardiniere tenace (2001) dove si ispira ad una vicenda realmente accaduta, ritorna al successo, adattando lo spionaggio a nuove necessità, comiche nel primo titolo dichiaratamente ispirato a Graham Greene e al suo Il nostro agente all'Avana, sociali nel secondo in cui attacca lo strapotere delle multinazionali farmaceutiche e denuncia la tragica situazione africana.
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