ROMA – E’ già scattato il coprifuoco quando, nella notte tra sabato e domenica, il ministro dell’Economia Gualtieri, i capigruppo della maggioranza che sostiene il governo e alcuni parlamentari, si riuniscono in collegamento zoom, per verificare l’intesa sugli emendamenti alla legge di Bilancio. Riunione cruciale perché lunedì si comincia votare in Commissione Bilancio della Camera. Molte questioni vengono evase tra la noia e la stanchezza ma ad un certo punto Ettore Rosato, esponente di spicco di Italia Viva getta sul tavolo un emendamento all’articolo 80 della legge di Bilancio intitolato “Ulteriori misure sulla spesa sanitaria”. La nuova norma stanzia un milione per gli Irccs, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. Fin qui niente di male, ma la copertura è a carico di un aumento della tassazione sul tabacco riscaldato per le sigarette elettroniche: c’è un raddoppio da 25 al 50 per cento. L’argomento scotta perché fino ad oggi il tabacco riscaldato, il filtro che si inserisce nelle sigarette elettroniche, ha avuto una tassazione più bassa del resto dei prodotti analoghi sul mercato: paga il 75 per cento in meno rispetto alle normali bionde, mentre le e-cig con il liquido alla nicotina e le e-cig senza nicotina hanno una tassazione ancor meno severa.
La lotta tra lobby va avanti da anni anche perché ciascuna delle big del tabacco ha puntato su un prodotto e lo difende sul piano fiscale: una parte dei Cinque Stelle è stata accusata di essere favorevole alla detassazione tant’è che la proposta fu messa anche nel programma di governo gialloverde e lo stesso esecutivo ridusse l’accisa ai valori odierni. Una materia assai delicata.
Torniamo all’altra notte. La riunione improvvisamente si anima. I Cinque Stelle passano all’attacco: “Non se ne parla”, dicono. Intervengono grossi calibri come Maria Elena Boschi e Marattin: aumentiamo le tasse sul tabacco riscaldato, e invece eliminiamo la plastic tax e la sugar tax che davvero fanno male all’economia. Il senatore grillino Matteo Mantero alza la manina e accende il microfono: ripete il “no”. Al massimo concede che si può aumentare l’accisa del 5 per cento portandola al 30. La replica è un niet.
I grillini sparigliano e, di rimando, mettono sul tavolo la carta della cannabis: avevano già presentato emendamenti ma ora insistono, e vogliono allargare le maglie e aumentare anche il principio attivo consentito. Scoppia il caos. "Un conto è la canapa sativa e curativa, un altro conto è allargare le maglie sulla marijuana", spiega una fonte contraria all’iniziativa grillina citata dall’Agi.
La riunione si chiude con un nulla di fatto, ma le tensioni si cumulano. Anche perché il pressing dei Cinque stelle non è limitato a tabacco e cannabis. Si allarga alla proroga dell’ecobonus fino al 2023 (il Pd non va oltre il 2022) e sulla vicenda del reintegro pubblico del fondo pensioni piloti e personale di terra (anche qui c’è una soluzione di mediazione del Tesoro). Il clima con l’opposizione su Ristori e manovra è bipartisan, ma all’interno della maggioranza sono scintille.
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