L’esecuzione del giornalista e attivista Ruollah Zam è diventata un caso politico tra l’Iran e l’Unione europea. Zam è stato giustiziato sabato. Da lunedì e per tre giorni si sarebbe dovuto tenere lo Europe Iran Business Forum, la prima grande conferenza organizzata negli ultimi due anni sugli scambi commerciali e gli investimenti tra Europa ed Iran, ma Italia, Francia, Germania e Austria hanno ritirato la partecipazione dei loro ambasciatori e l’incontro è saltato.
“Dopo la barbara e inaccettabile esecuzione del giornalista #Rohollah_Zam, il nostro Ambasciatore in #Iran, come quelli di Germania, Austria e Italia, ha cancellato la sua partecipazione al #EuropeIranBusinessForum”, ha fatto sapere l’ambasciata francese in Iran via Twitter. L’Italia aveva avuto un ruolo centrale nell’organizzazione della conferenza attraverso il forum Ambrosetti, che avrebbe dovuto ospitare l’evento sulla propria piattaforma digitale.
Iran: giustiziato Ruollah Zam, il reporter che aveva ispirato le proteste del 2017
di
Vincenzo Nigro
Domenica pomeriggio la Farnesina ha condannato l’esecuzione del reporter come avevano già fatto Francia e Germania suscitando la reazione di Teheran. Il ministero degli Esteri iraniano ha convocato l'ambasciatore tedesco a Teheran, Hans-Udo Muzel, e quello francese, Philippe Thiebaud parlando di “interferenze negli affari interni dell’Iran”.
La conferenza sul commercio doveva essere introdotta dai discorsi di Josep Borrell, Alto rappresentate della politica estera europea, e di Javad Zarif, il ministro degli Esteri iraniano. Si erano iscritte più di tremila persone, tra i partecipanti c’erano imprese e diplomatici dalla gran parte dei Paesi europei, sarebbe dovuto essere un momento importante per riaprire il dialogo commerciale in vista di nuovi possibili negoziati con l’amministrazione americana guidata da Joe Biden.
Quando nel 2013 iniziarono le trattative sul nucleare e poi nel 2015 fu firmato l’accordo, Teheran ferveva di manager e investitori europei pronti a sfruttare le occasioni di un mercato di 80 milioni di persone, perlopiù di giovani, in un Paese che produce petrolio e gas in grandi quantità. Ma il ritiro americano dall’intesa e il conseguente isolamento internazionale dell’Iran hanno spento gli entusiasmi. La comunità d’affari ora è molto prudente: commerciare con l’Iran resta un’operazione molto complicata, il sistema finanziario è isolato, fare transazioni economiche è difficile e le banche non sono disposte a sostenere le imprese se gli Stati Uniti non cancelleranno le sanzioni.
La linea dura di Teheran contro i dissidenti e sui prigionieri politici aggiunge un ulteriore elemento di tensione. Zam era stato arrestato nell’ottobre 2019 con un trucco: viveva in Francia ed era stato attirato in Iraq con la scusa di un falso incontro con il leader sciita al Sistani e da lì trasferito in Iran. I guardiani della rivoluzione lo accusavano di aver collaborato con l'intelligence francese e israeliana e di aver tentato di destabilizzare la situazione nel Paese incoraggiando le proteste antigovernative. Sabato è stato giustiziato.Original Article
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