Una vita passata nel ristorante di famiglia, il mestiere imparato prima con la gavetta ma dopo anche con diplomi e master. Alla fine del lockdown di primavera per Michele Chinappi arriva la crisi: dopo quarant'anni la rottura non indolore della società con il cugino che lo fa ritrovare senza niente se non la forza di ricominciare.
Una forza che nel giro di pochi mesi lo ha portato a rimettersi in gioco con il suo nuovo ristorante. Apre il 16 dicembre, in piena emergenza Covid con le feste di Natale blindate e in pieno centro a Formia, in quella via Abate Tosti già ricca di solide realtà gastronomiche sia storiche che recenti.
"Dopo una vita di lavoro – racconta Michele Chinappi – io e mia moglie Angela ci siamo trovati praticamente senza la nostra casa, l'attività che avevamo curato per decenni. All'inizio sono stati momenti molto difficili anche per la salute, mi svegliavo di notte con la sensazione di soffocare, sono finito in ospedale con attacchi di panico. Malgrado questo, con Angela abbiamo passato settimane in estate ad andare in giro cercando un posto, una vetrina e una sala che ci facessero immaginare il nostro ristorante. Ma i timori erano tanti, soprattutto con i nuovi blocchi dovuti alla pandemia".
Il posto giusto, alla fine, si trova nella strada storica del quartiere Mola e insieme a questo anche la forza e l'aiuto per andare avanti: "Siamo stati investiti da un'onda di affetto incredibile – ricorda commosso il ristoratore – più di duecento clienti che sono anche amici e che ci spingevano a riprendere, si informavano di continuo, ci facevano sentire la loro vicinanza".
E anche le banche stavolta fanno la loro parte: "La Popolare del Cassinate ha creduto al mio business plan – spiega Chinappi – ha sposato il mio progetto legato a quello che era il mio brand creato in tanti anni e alla location che abbiamo trovato. È così l'investimento è partito".
Perché non si tratta solo di aprire un nuovo ristorante, ma di un progetto che si lega idealmente alle origini, al papà di Michele, Giuseppe negli anni Cinquanta fornaio e pizzaiolo e che adesso coinvolge anche Christian e Noemi i due figli di Michele e Angela. "Poco prima di ripartire ho postato sui social la foto di papà per ricordarmi il suo insegnamento. Mi diceva di farsi voler bene dai clienti, non imbrogliare mai, rispettare tutti. Perché il bene fatto poi ritorna e così è stato anche in questo momento difficile. Con l'aiuto dello chef Marco Bisleti abbiamo creato un menù di pesce molto legato ai crudi ed ai prodotti locali e di stagione. La loro conoscenza e il loro rispetto sono i due ingredienti base per stimolare la creatività in cucina. Per me ciò che la nostra terra ci dà ogni giorno è la musa ispiratrice delle nostre ricette". E poi le pizze, quelle classiche che vengono dritte dalla tradizione di papà Giuseppe a quelle reinterpretate e piene dei gusti del mare di Formia.
Ma con le vetrine affacciate in via Abate Tosti e il secondo ingresso vista mare come molti locali della zona, il ristorante non è solo al centro del quartiere marinaro e della sua tradizione culinaria ma anche della movida serale di formiani e turisti. Per questo la tradizione del menù diventa innovazione con l'aperitivo: "Lo gestiranno i miei figli e possiamo dire che è il modo di crescerci la nuova clientela, farla innamorare della qualità ma a prezzi accessibili. Faremo apericena ma a base di pesce. Stiamo studiando delle tapas italiane scarola e baccalà, tonnarelli, gamberi e burrata. Ma anche piatti poveri con salumi e carne di alta qualità sempre delle eccellenze locali". Perché in una zona da sempre a vocazione turistica ma adesso alle prese con la crisi come in molte parti d'Italia, puntare alle proprie eccellenze naturali e gastronomiche rimane la chiave giusta.
In attesa che tornino i turisti: "Io sono ottimista per questa zona – sorride Michele Chinappi – quest'estate c'è stato un 40 per cento di aumento negli affari dei locali, certo dopo il nulla della primavera. Tra Formia e Gaeta sono tornati i romani che negli anni d'oro erano i protagonisti del nostro turismo e aumentano quelli dalla Campania. Questo turismo interno ci può salvare dalla crisi". Ci crede Michele, come crede nella sua nuova sfida che, intanto, ha trovato proprio gli altri ristoratori di via Abate Tosti tra i principali tifosi. "Mi hanno accolto con grande affetto, sono tutti colleghi di alto livello e solo tutti insieme possiamo superare questo momento difficile e rivedere i nostri locali lavorare a pieno regime".
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