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Coronavirus, Italia in giallo e arancione: appello al rigore. A Natale sì agli spostamenti, ma solo fra piccoli centri limitrofi

Da Bologna a Roma e scendendo giù lungo la Penisola a Napoli e Cosenza. Uno sciame di gente nelle vie dello shopping, sotto le luminarie, nella corsa al regalo di Natale. Come fosse un sabato qualunque e non quello che abbiamo imparato essere da marzo in qua. Via del Corso, via Toledo, corso Mazzini, i portici bolognesi sono immagini fotocopia di folla contro ogni regola anti-assembramento, contro ogni timore di contagio. Da oggi, inoltre, Basilicata, Calabria, Lombardia e Piemonte saranno zone gialle e l'Abruzzo tornerà arancione, mentre governo ed esperti continuano a raccomandare ovunque prudenza.

Le immagini delle feste spaventano. Almeno l'ala più cauta del governo, mentre è ancora in corso il braccio di ferro all'interno dell'esecutivo sul possibile allentamento del divieto di muoversi tra Comuni a Natale, Santo Stefano e Capodanno. Tre giorni "rossi" – 25 e 26 dicembre e 1 gennaio – per i rigoristi della linea dura sostenuta dai virologi e dai ministri della Salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Francesco Boccia. "Noi vogliamo continuare a essere molto rigorosi, se qualcuno vuole rimuovere i vincoli su tutti i Comuni italiani ci troverà contrarissimi – dice Boccia – Chi vuole allentare tutto ci metterà la faccia per risponderne agli italiani". La linea del Governo – proposta da Giuseppe Conte – resta quella di coinvolgere il Parlamento ma è possibile che la mediazione arrivi già oggi in un cdm che fino a ieri sera però non risultava ancora convocato.

Tre le ipotesi in campo. La più realizzabile è quella di consentire micro spostamenti tra micro Comuni consentendo di uscire dal proprio paese a chi vive in un centro con meno di 5 mila abitanti per raggiungere le cittadine limitrofe. Altra strada sarebbe quella di permettere gli spostamenti entro un raggio di 20 chilometri. Difficile applicarla e renderla sanzionabile ma si lavora per una sua fattibilità. E se resta difficile emendare il decreto Natale prima di gennaio, anche Camera e Senato sono affollate di provvedimenti da esaminare, tra legge di Bilancio, decreto Ristori e decreto Immigrazione.

Per dare l'ok alle modifiche in entrambi i rami del Parlamento entro il 23 (in modo da consentire la pubblicazione in Gazzetta ufficiale il 24), quindi, "la strada è stretta". Forse l'escamotage per i mini spostamenti potrebbe arrivare con nuove faq a cui starebbe lavorando il Viminale. "Se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi – avverte Boccia – il rischio di una terza ondata è certo".

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