Si apre ufficialmente il cantiere del centrosinistra per le prossime regionali in Calabria. O almeno ci si prova. L’invito ufficiale è del Pd, che per oggi ha chiamato a raccolta non solo il Movimento Cinque Stelle e le forze che hanno sostenuto la coalizione alle regionali dell’anno scorso, ma anche quasi tutte le anime della sinistra calabrese, incluse le Sardine di Jasmine Cristallo, più un paio di movimenti civici di più o meno recente conio. Obiettivo, verificare se ci siano le condizioni per un eventuale fronte unico alle prossime regionali del 14 febbraio. Sempre che si facciano.
A dispetto dell’ampia finestra individuata dal governo per convocare i comizi elettorali, il centrodestra che governa la Regione e a poco più di un anno dall’ultima consultazione sarà costretto a sottoporsi nuovamente alla prova delle urne dopo la morte improvvisa della governatrice Santelli, ha scelto la prima data utile. Ma la pandemia continua a mordere, solo ieri la Calabria è uscita dalla zona rossa, mentre c’è chi parla già di terza ondata. Risultato, i più temono uno slittamento dei comizi, ma la macchina è ormai avviata. Entro il 14 gennaio sarà necessario depositare le liste e definire il nome del candidato governatore.
Un nodo centrale, tanto se non più del programma di un’eventuale coalizione su cui pesano tutte le tensioni e i mal di pancia che agitano non solo il governo, ma anche i partiti. Con Renzi che minaccia lo strappo e sgomita per avere un maggior peso tanto a Roma come a livello locale, i Cinque Stelle ormai spaccati in bande territoriali e parlamentari in guerra fra loro e il Pd che si ritrova il boccino in mano, ma in Calabria continua ad essere dilaniato nella lotta, oggi silente ma ancora ferocissima, fra correnti. Ai “romani” pezzi dei dem non hanno ancora perdonato il no alla ricandidatura dell’ex governatore Mario Oliverio, cui l’anno scorso è stato preferito il “civico” Pippo Callipo pur di convincere a una corsa a due i Cinque Stelle.
Tentativo fallito, i pentastellati si sono presentati da soli e ancora una volta hanno mancato l’ingresso in Consiglio regionale. L’ennesima batosta per il Movimento che a livello locale non è mai riuscito ad essere determinante e oggi anche a livello nazionale fa i conti con un vertiginoso calo di consensi. La voglia di un accordo per le prossime regionali sembra esserci, ma molto peseranno anche le dinamiche tutte interne al Movimento, dove l’ala “governista” sembra temere di scoprirsi a vantaggio di chi da tempo scalpita per contare di più, a partire dalla piccola ma bellicosa area di Nicola Morra.
“In ogni caso, sono decisamente cambiati i rapporti di forza” ragionano ai vertici dei dem locali, che oggi sembrano guardare con più interesse a quell’area più o meno civica che si agita alla loro sinistra e va da Dema alle Sardine, passando per Calabria aperta, movimento che ha raccolto centinaia di firme di intellettuali, amministratori, docenti, attivisti e portavoce di realtà di base con un appello a costruire insieme un percorso comune, chiaramente alternativo, in grado di battere le destre.
Una proposta che cammina di pari passo con quella che le Sardine avanzavano già l’anno scorso, quando fino all’ultimo hanno chiesto al Pd di rinunciare alla candidatura di Callipo, fare un passo indietro e provare a costruire un fronte progressista. E oggi? “Che ci si sieda al tavolo non vuol dire che ci sarà un accordo – mette le mani avanti Jasmine Cristallo – la nostra proposta rimane quella di costruire un fronte progressista, ecologista, femminista, meridionalista che permetta di combattere davvero la deriva politica di questa regione e sia di rottura con il passato. Diremo la nostra, ascolteremo, valuteremo. In democrazia si fa così”.
Un riferimento neanche troppo velato al movimento “Tesoro Calabria” dell’ex responsabile della Protezione Civile, Carlo Tansi, che qualche mese fa ha “espugnato” Crotone con il “suo” sindaco Vincenzo Voce, ma già inizia a zoppicare. La maggioranza in Consiglio è già andata sotto diverse volte, finendo per piegarsi anche ad una mozione dei leghisti locali contro la legge Zan. “Incidenti di percorso” dicono dal movimento, che oggi ha condizionato la propria partecipazione al tavolo ad una rapida definizione di candidato e programma. Anzi, lampo. “Massimo entro il 15 dicembre” ha fatto sapere Tansi a mezzo stampa, altrimenti non sarà in grado di raccogliere le firme necessarie per presentare le proprie liste, qualora decidesse alla fine di andare da solo. Un aut aut che ha fatto storcere il naso a molti.
È dunque un arcipelago vasto, potenzialmente assai litigioso, quello che si presenterà oggi al tavolo virtuale – l’intera riunione sarà in streaming – convocata dal commissario regionale Stefano Graziano, che per l’occasione sarà affiancato da Marco Pacciotti, attualmente responsabile nazionale Immigrazione dei democrat. Prospettive? Nessuno di sbilancia. Di certo servirà per tastare il terreno, ma le trattative non potranno certo andare avanti all’infinito. Perchè la campagna elettorale, con la pandemia a limitare rapporti e incontri, è alle porte.
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