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Boxe, Joshua abbatte Pulev e si conferma campione dei massimi. Ora con Fury per decidere l’unico re

Veloce, potente, determinato al limite della cattiveria. Il 'nuovo' Anthony Joshua abbatte Kubrat Pulev alla nona ripresa e si tiene stretto il titolo mondiale dei pesi massimi nelle versioni Wba, Wbo e Ibf. Gliene manca una, la Wbc. C'è l'ha l'istrionico Tyson Fury, e tutto va verso il match della riunificazione sotto un unico regno, in quello che sarebbe probabilmente il più importante nella storia della boxe inglese. "Sono pronto per Fury. Nella boxe bisogna parlare poco, conta quello che si fa sul ring. E io ho dimostrato quanto valgo", annuncia AJ. Vicino a lui il potentissimo organizzatore Eddie Hearn: "Joshua è il miglior massimo del mondo. Da domani ci metteremo al lavoro per organizzare il match con Fury". A proposito, il buon Tyson non era tra il pubblico: c'era, sul ring, il cuginetto Hughie, che ha battuto il gigante polacco Wach.

Dicevamo, il 'nuovo' Joshua. La serata della Wembley Arena (ammessi mille spettatori, niente male di questi tempi) probabilmente cancella definitivamente gli incubi del Madison Square Garden, quando AJ perse tutto in una notte, sorpreso dal panciuto messicano Andy Ruiz. Joshua aveva vinto il rematch, in maniera nettissima. Eppure non aveva convito in pieno. Tutto il contrario di quanto fatto vedere contro Kubrat Pulev. Il bulgaro era alla sua seconda chance mondiale dopo la sconfitta patita da Wladimir Klitschko sei anni or sono. Tosto fisicamente e mentalmente, nonché dotato di notevole mestiere. Ma non è di livello assoluto e poteva vincere il match solamente in un modo, con un colpo unico.

Non gli è riuscito per due motivi. Perché alla soglia dei 40 anni resta la potenza ma non la brillantezza. E poi perché Joshua è apparso in formissima sotto tutti gli aspetti. Non ha fatto correre rischi alla sua mascella non proprio impermeabile. Ha studiato un round il proprio avversario, poi ha iniziato ad esibire un jab sinistro chirurgico. Il colpo che tuttavia ha deciso il match è stato il destro. Ne citiamo tre, tutti molto belli: il primo, un montante al terzo round, che ha mandato Pulev una prima volta al tappeto. Da ravvisare in questa fase un errore tecnico dell'arbitro Deon Dwarte, che quando il bulgaro si è girato, quasi in segno di resa, lo ha graziato. E ancora, al nono e decisivo round: una serie di montanti stupendi (colpi non comune, i più pericolosi per chi lo riceve ma che espongono a rischi anche chi li porta) ha causato un primo atterramento, quindi un diretto, una vera fucilata, ha chiuso la contesa. In mezzo tutti in round dominati da AJ ad eccezione dell'ottavo, nel quale Pulev ha meritato una sfumatura.

Joshua, alla 24 vittoria da prof (22 prima del limite) a fronte di una sola sconfitta, non ha neanche atteso il verdetto per lasciare il ring ed andare a salutare Floyd Mayweather, presente a Londra, che si è voluto complimentare personalmente con il campione. Poi un po' di show, con il pugile di Watford che si è concesso alle domande del pubblico. La più gettonata? Scontato. A quando il match con Tyson Fury?

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