Difficile fare una stima precisa, ma di calcoli sull'impronta di carbonio del mondo digitale ne stanno orami uscendo diversi. Solo i video, considerano l'energia necessaria per far funzionare i dispositivi sui quali li guardiamo e i server necessari per far funzionare i servizi streaming, dovrebbero produrre circa 300 milioni di CO2 all'anno. Più di quanto faccia un Paese come al Spagna o il Belgio.
di
Jaime D'Alessandro
Ora uno studio inglese della Royal Society se la prende in particolare con la definizione. Un film o una serie guardato sullo smartphone in alta definizione genererebbe emissioni otto volte superiori rispetto a quella standard. Secondo i ricercatori britannici la forbice del gas serra prodotto dall'universo digitale varia dall'1,4 al 5,9 per ceto sul totale ed esortano ad un uso più attento della tecnologia.
"Ad essere onesti, la tecnologia contribuisce in piccola parte alle emissioni rispetto, ad esempio, al volare in aereo anche una volta l'anno", ha dichiarato alla Bbc la professoressa Corinne Le Querre dell'Università dell'East Anglia, una delle autrici del rapporto. "Ma ogni bit risparmiato è significativo in fatto di CO2".
Evitare quindi la risoluzione più elevata nei video sul telefono, dato che la differenza è relativa su schermi di quelle dimensioni, ed evitare anche di ascoltare musica in streaming guardando i video di accompagnamento. Piccoli accorgimenti che secondo lo studio inglese potrebbe far risparmiare fino al 5 per cento delle emissioni di un servizio di streaming. Il rapporto suggerisce anche di non cambiare il proprio smartphone spesso, perché le emissioni create nella produzione di un nuovo dispositivo sono significative: circa la metà delle emissioni nell'arco vitale di un telefono vengono dalla fase di costruzione. Per lo stesso motivo, si suggerisce l'acquisto di un dispositivo di seconda mano.
Riuso
di
Simone Cosimi
E' ovvio che molto, se non tutto, dipende dalla fonte energetica. Se il nostro fornitore si basa sulle rinnovabili, e se lo stesso accade per i data center dai quali arrivano i servizi streaming, l'impronta di carbonio è praticamente nulla. Ad ogni modo il consumo energetico complessivo per guardare un film via Web è condiviso equamente fra il televisore dello spettatore e l'infrastruttura del servizio.
"Nel complesso, la mia analisi suggerisce che un video su Netflix nel 2019 consumava in genere 0,12-0,24 kWh di elettricità all'ora", ha scritto George Kamiya, analista dell'International Energy Agency (Iea), a marzo. "Ma i risultati cambiano molto secondo la scelta del dispositivo, dal tipo di connessione alla rete e della risoluzione".
Un televisore led da 50 pollici consuma cento volte più elettricità di uno smartphone e cinque volte di più di un portatile. Lo streaming attraverso le reti mobili 4G assorbe una quantità di elettricità quattro volte maggiore rispetto al guardare collegati ad una rete via Wi-Fi. "Poiché i telefoni sono estremamente efficienti dal punto di vista energetico, la trasmissione dei dati rappresenta quasi tutto il consumo di elettricità durante lo streaming via 4G, soprattutto a risoluzioni più elevate", prosegue Kamiya. Le conclusioni dell'analista da questo punto di vista coincidono con quelle della Royal Society.Original Article
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