MILANO – "Continuerò a giocare finché potrò fare le cose che sto facendo adesso". Il ritiro, per Zlatan Ibrahimovic, al momento non è un'opzione. Lo svedese, attualmente fermo per infortunio ma leader di un Milan che continua a veleggiare in testa alla classifica, ai microfoni della BBC fa il punto sul momento della sua carriera: "Devo solo mantenermi fisicamente bene, il resto verrà di conseguenza. Con il Milan stiamo andando alla grande, siamo in una condizione di forma incredibile ma sappiamo che non abbiamo ancora vinto nulla e questo dobbiamo ricordarcelo sempre. La prima volta che sono venuto, il Milan era in lotta per il titolo, dopo tanti anni sono tornato per riportare la società e la squadra ai vertici del calcio. Questa è una sfida diversa, che mi piace, perché quando dicono che è troppo difficile, che è quasi impossibile, è lì che mi sento vivo, mi piace questa sensazione, perché è molto più bello vincere in un un club che non è al top. Sono molto motivato".
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Ripartire dal lungo stop
Nonostante l'infortunio al ginocchio patito a Manchester e l'esilio negli Stati Uniti, Ibrahimovic non si è mai sentito pronto a un addio al grande calcio: "Dopo l'infortunio mi sono detto che fino a quando posso giocare a calcio voglio giocare, quando giochi a questi livelli, però, è tutta una questione di prestazioni. Se giochi bene e porti risultati, allora sei ancora ai massimi livelli. Se non lo sei, allora verrà qualcun altro al posto tuo. Mi piace questa pressione, non voglio giocare per quello che ho fatto prima, ma perché tiro fuori il meglio di me ogni giorno. Ho molta esperienza, non sono lo stesso giocatore di cinque o 10 anni fa, il fisico cambia. Non corro come prima, ma corro con maggiore intelligenza. Per un attaccante il campionato italiano è il più difficile: è molto tecnico e si tende a pensare di evitare il gol piuttosto che di farlo".
La chiusura è sulle sfide figlie dell'età e sul Covid: "In Italia ho giocato contro Paolo Maldini e ora sto giocando con suo figlio, Daniel. Spero di poter giocare anche con il figlio di Daniel, sarebbe un miracolo. La positività al coronavirus è stata più una sfida mentale che fisica".
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