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L’ultimo poster, con la morte di Paolo Rossi le camerette degli anni Ottanta non esistono più

Con la scomparsa di Paolo Rossi si è staccato l'ultimo poster. Delle camerette degli anni Ottanta restano segni di puntine e le ombre di angoli sulle pareti.
Quella foto di un Mondiale vinto come una magia promessa, le braccia tese e magre dell'eroe del 1982, il sorriso sotto capelli spettinati che non volevano dare altri messaggi se non quello di una felicità sudata come si sudava giocando nel cortile sotto casa. I bambini di mezzo secolo fa e le loro puntine da staccare e riposizionare su pareti di stanze divise tra fratelli e sorelle.

Paolo Rossi, la commozione per il ragazzo dell'82


Vicino alla finestra Maradona a scolorire quel celeste di sole. Accanto alla porta, George Michael in calzettoni e mèches. Eddie van Halen, la sua chitarrae sull'armadio la locandina di Profondo Rosso, gli occhi di Daria Nicolodi a guardare dallo specchio. C'era Michael Jackson e 2001 Odissea nello spazio, i Kraftwerk. Qualcuno avrà messo puntine sui Pooh, altri sui Queen, Whitney Houston. E c'era Lucio Dalla col suo berretto e gli occhiali tondi. Battisti, lo stereo con le cassette e le antenne della radio da sintonizzare puntandole a caso verso onde scelte a istinto.

C'erano Gigi Proietti e Sean Connery. C'era Darth Vader. E spesso, magari rimasto sotto, Superman di Christopher Reeve, con la riga da una parte e il ghiaccio secco del suo rifugio. Eppure non è passato così tanto, quella degli anni Ottanta è un'epoca spazzata via da eccessi o sfortuna, non dal tempo.

I poster venivano dati in omaggio con riviste come Cioè, la tascabile edita da Panini Magazines che si chiamava con la parola usata all'inizio di ogni frase, icona, pure quella, cioè, predecessore di tipo. Arrivata nelle edicole il 7 ottobre 1980, 40 anni fa, segnò la storia dell'editoria, e bucò pareti. La prima rivista ad avere un gadget in allegato. Al debutto, una gommina per cancellare a forma di cuore. Poi la copertina adesiva perfetta da diari. Infine i poster, ripiegati in quattro. Si staccavano con attenzione e venivano messi al muro, sugli armadi se non c'entravano più.

Nelle camerette ora si mettono in cornice rockstar sicure, scelte collaudate. Le meteore non si appendono, non si fa in tempo. Invece i poster si scambiavano, si sostituivano, si mettevano via, si strappavano facendo finta di non aver mai amato. Si rinnegavano. Quasi tutti, quasi sempre. Paolo Rossi però no. Con lui è caduto davvero l'ultimo poster. E all'improvviso oggi restano solo ultimi post.

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