Un accordo troppo poco ambizioso, debole e incapace di ascoltare la scienza, insufficiente – secondo attivisti e ambientalisti – per riuscire davvero ad invertire la rotta della crisi climatica che corre sempre più veloce. Nella notte l'Europa ha festeggiato lo storico accordo che porta dal 40 al 55% la volontà di riduzione delle emissioni climalteranti entro il 2030 e fissa il traguardo della neutralità climatica nel 2050, una ambizione però che secondo Wwf e Greenpeace, passando anche per Greta Thunberg e i ragazzi di Fridays For Future, è in sostanza troppo morbida e insufficiente per riuscire a frenare davvero il surriscaldamento globale.
Green Deal, la Ue trova l'accordo: dal 40 al 55% la riduzione delle emissioni entro il 2030
dal nostro corrispondente
Alberto d'Argenio
La speranza è ora che altre ambizioni e impegni da parte dei Paesi di tutto il mondo per cercare di ridurre le emissioni ed evitare un aumento delle temperature, possano essere svelate domani, quando in occasione dei cinque anni dagli Accordi di Parigi si terrà il Climate Ambition Summit dell'Onu, una tappa fondamentale verso il Cop26 di Glasgow, slittato in quest'anno di pandemia al novembre 2021.
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Claudio Gerino
Nell'incontro del 12 dicembre non solo si farà il punto sul rispetto degli Accordi di Parigi, ma diversi Paesi saranno chiamati infatti ad annunciare i loro piani e azioni concrete per ridurre in tempi brevi le emissioni. Una chiamata all'agire non soltanto sulla carta, ma reale: le Nazioni Unite hanno infatti ribadito di voler evitare una passerella di politici e discorsi vuoti, ma di voler garantire la parola (su oltre 70 leader di diversi stati presenti e collegati) solo a chi annuncerà obiettivi concreti contro il global warming.
Per l'Italia parlerà il premier italiano Giuseppe Conte, che avrà diritto di parola in quanto il nostro paese è fra gli organizzatori del summit insieme a Gran Bretagna, Francia, Cile e Onu. Al vertice è atteso anche un messaggio da parte di Papa Francesco, con il Vaticano sempre più attento alla questione delle politiche climatiche. La speranza concreta è dunque quella che alcuni dei 126 Paesi che hanno dichiarato l'intenzione di aggiornare i propri obiettivi climatici, prendano la parola per annunciare nuovi impegni reali, con obiettivi anche più alti di quelli europei e date precise entro cui rispettarli.
Se il Climate Ambition Summit dell'Onu nella lunga strada verso il Cop26 di Glasgow potrebbe rivelarci nuovi obiettivi per rispettare il patto sul clima, per ora nonostante le tante parole le previsioni da parte di diversi scienziati ci indicano però che con gli attuali livelli di consumo delle fonti fossili e conseguenti emissioni di gas serra, lo scopo di rimanere entro la soglia di +2°C è ancora lontano.
Le critiche all'Europa – Proprio su questo punto e sulle indicazioni da parte delle scienza, premono attivisti e ambientalisti che criticano per esempio l'accordo raggiunto dal Consiglio Europeo la scorsa notte. La presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen festeggia per l'accordo, il commissario all'Economia Paolo Gentiloni ricorda che "l'Europa fa sul serio", il premier italiano Giuseppe Conte parla di "neutralità climatica pensando alle nuove generazioni" e il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha definito il taglio delle emissioni e il nuovo accordo come "importante e ambizioso", ma nonostante la gioia dei leader politici per i ragazzi che scioperano per il Pianeta o i gruppi ambientalisti nel nuovo obiettivo manca il rispetto delle indicazioni fornite dalla comunità scientifica.
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Il WWf per esempio parla di "accordo deludente", "con questa intesa la riduzione effettiva delle emissioni è solo del 50,5-52,8%, a seconda dei pozzi di assorbimento del carbonio considerati. Questo è in contraddizione con le indicazioni della comunità scientifica, che ha dimostrato che sarebbe necessaria una riduzione effettiva delle emissioni del 65% entro il 2030 per evitare i maggiori rischi del riscaldamento globale" sostiene l'associazione del panda secondo cui i leader europei hanno "diluito la scienza con la politica".
Molto critica anche Greenpeace che evidenzia la riluttanza dei governi a seguire la scienza. "I governi senza dubbio definiranno questo accordo come storico, ma la realtà è che si registra solo un piccolo miglioramento rispetto ai tagli alle emissioni che l'Ue aveva già in programma di raggiungere. È evidente che la convenienza politica ha la precedenza sulla scienza del clima, e che la maggior parte dei politici ha ancora paura di affrontare i grandi inquinatori" ha detto Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima Greenpeace, aggiungendo che "il nuovo obiettivo dell'Ue in materia di clima permetterà alle compagnie petrolifere e del gas di continuare con il solito business, e non trasformerà la mobilità e i metodi di produzione del cibo con la velocità necessaria a superare l'emergenza climatica, lasciando così le persone più vulnerabili indifese rispetto agli impatti della crisi climatica".
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Scontento, per un accordo europeo non sufficientemente ambizioso, emerge anche dai ragazzi dell'onda verde. Mentre Greta ha partecipato al suo 121esimo sciopero, ha anche lanciato ai potenti del Pianeta un messaggio, "basta scappatoie" ha ribadito per chiedere di fare di più. "Domani sono cinque anni dall'Accordo di Parigi; cinque anni di inattività e di scappatoie. Non possiamo continuare così. E' ora di passare da obiettivi 'zero' troppo distanti a obiettivi reali con budget annuali vincolanti di CO2 a partire da ora", dice la giovane Thunberg su Twitter.
My name is Greta Thunberg and I am inviting you to be a part of the solution.
As #ParisAgreement turns 5, our leaders present their 'hopeful' distant hypothetical targets, 'net zero' loopholes and empty promises.??
But the real hope comes from the people.?
#FightFor1Point5 pic.twitter.com/o9mmFuIoyI— Greta Thunberg (@GretaThunberg) December 10, 2020
Sulla stessa scia anche i ragazzi italiani di Fridays For Future che ribadiscono il fatto che "non c'è ancora nessun impegno vincolante nella lotta ai cambiamenti climatici" sottolineando che "i prossimi cinque anni non possono assomigliare agli ultimi cinque". E all'Italia, in particolare, mandano un messaggio chiaro: "Finora le misure economiche post Covid-19 sono state tra le peggiori in Europa dal punto di vista climatico. Vanno ridotte subito le nostre emissioni salvaguardando i posti di lavoro. E la riduzione delle emissioni non può passare attraverso il finanziamento di programmi di greenwashing delle compagnie fossili maggiormente responsabili della crisi climatica. La politica dovrebbe saperlo – concludono in una nota – una seria transizione ecologica ed energetica è l'unica via per rilanciare l'economia e limitare al contempo le catastrofi climatiche".Original Article
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