Moni Ovadia, intellettuale impegnato da sempre nel mondo della sinistra, tra battaglie civili e esperienze politiche, è stato scelto per il guidare il Teatro Comunale di Ferrara, città a guida leghista dalle ultime amministrative. Il presidente del Cda, Mario Resca, ha seguito il consiglio di Vittorio Sgarbi per la scelta di Ovadia come direttore generale, a quanto riportato da Il Resto del Carlino. L'attore e scrittore di origine ebraica, che è diventato celebre proprio lavorando sulla musica kletzmer e sull'umorismo tradizionale, per poi approdare anche alla regia della Supplici di Eschilo, è un vero simbolo del mondo progressista. Sempre in prima linea in tante battaglie, dalla difesa della Costituzione al ricordo della Liberazione con i Modena City Ramblers dell'album "Appunti partigiani", Ovadia sembra quanto di più distante dalla giunta leghista della città estense.
L'amministrazione guidata da Alan Fabbri e dal discusso vice sindaco Naomo Lodi è balzata finora agli onori delle cronache per iniziative di segno diverso. L'ultima in ordine di tempo, la proposta di un consigliere comunale leghista di "valutare la tipologia di libri che viene acquistata dalle biblioteche comunali" che ha scatenato un vespaio di polemiche. Per questo la scelta di Moni Ovadia, che è stato candidato con la lista Tsipras alle Europee del 2014 raccogliendo più di 33 mila preferenze nel suo collegio, anche se poi ha lasciato il posto al primo dei non eletti perché si trattava di una candidatura "di servizio" rispetto a una nuova esperienza politica, ha lasciato a bocca aperta il mondo della cultura e della politica.
La tradizione culturale di Ferrara è sicuramente una lunga e ricca storia, densa di personalità di primo piano. Ma nondimeno la nomina di Ovadia, che ha più volte attaccato pubblicamente il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, accusandolo di "sparare c…", oppure definendo la Lega "terreno fertile per il fascismo" è un vero colpo di scena.
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