AGI – Le radiazioni ultra violette sembrano uccidere il coronavirus, ma il loro (mal) utilizzo presenta anche dei rischi per la salute dell'uomo. Fnomceo ha fatto il punto sul tema sulla pagina "Dottore, ma è vero che…" consultabile sul sito Internet della federazione.
I raggi UV-C, come sottolinea anche Francesco Bochicchio, fisico dell'Istituto superiore di sanità, "sono noti da tempo come antibatterici, utili per sanificare attrezzi e ambienti disattivando il virus. Mai però in presenza delle persone. Parliamo di attrezzi e ambienti, non di cura per l'uomo".
Tra i molti studi condotti sull'efficacia della sterilizzazione per mezzo dei raggi UV – ricorda Fnomceo – lo scorso giugno anche la nota rivista scientifica Nature ha pubblicato uno studio in cui i ricercatori hanno "dimostrato che dosi molto basse di luce Uvc (a una distanza di sicurezza dalle persone) uccidono efficacemente i coronavirus umani trasportati dagli aerosol" e concludono: "È probabile che la luce Uvc mostri un'efficienza di inattivazione rispetto ad altri coronavirus umani, incluso Sars-Cov-2".
L'azione germicida dei raggi Uvc su batteri e virus è dovuta alla capacità dei raggi di "rompere i legami molecolari di DNA e RNA che costituiscono questi microorganismi. Diversi sistemi basati su luce UV-C sono già utilizzati per la disinfezione di ambienti e superfici in ospedali e luoghi pubblici" ricorda l'Agenzia regionale di sanità della Regione Toscana, un ente tecnico con finalità di consulenza e ricerca verso vari organi istituzionali.
Tuttavia, si legge sul sito, "gli effetti nocivi dei raggi UV possono essere a breve termine, quale la produzione di eritemi a seguito di brevi esposizioni, o a lungo termine, quali l'induzione di tumori della pelle a seguito di esposizioni prolungate. Sia i raggi UV solari che quelli emessi da lampade abbronzanti sono stati classificati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità quali cancerogeni certi".
Come procedere allora? "La radiazione Uvc può essere utilizzata in sicurezza in sistemi chiusi per disinfettare le superfici o gli oggetti in un ambiente chiuso in cui la luce Uv non fuoriesce all'esterno. Basta infatti un contenitore di plexiglas o di vetro per schermare efficacemente la radiazione Uvc".
Occhio però al fai da te: "C'è un proliferare di pubblicità su lampade che producono UV-C che dovrebbero essere adoperate solo da operatori esperti e comunque mai davanti a estranei per evitare che i raggi colpiscano occhi e pelle", mette in guardia Bochicchio.
"Alcune lampade producono ozono, che è altrettanto dannoso, e gli ambienti dovrebbero essere ventilati prima di introdurre gli utenti. È una situazione molto pericolosa. Si dicono mezze verità senza dare il giusto risalto ai rischi", spiega il fisico.
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