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Gattuso, il nuovo totem di Napoli

NAPOLI – Era arrivato a Napoli (per sostituire un totem come Carletto Ancelotti) l'11 dicembre 2019 e Gattuso festeggia il suo primo compleanno sulla panchina azzurra con la sofferta qualificazione ai sedicesimi di finale dell'Europa League, al termine di un girone che si è rivelato molto più difficile e insidioso del previsto. Sofferta anche l'ultima sfida contro la Real Sociedad, che ha onorato con una prestazione di alto livello il battesimo dello "Stadio Diego Armando Maradona", appena intitolato al campionissimo scomparso.

Europa League, Napoli-Real Sociedad 1-1: azzurri ai sedicesimi da primi del girone

di

Diego Costa


Insigne e compagni ne hanno onorato la memoria stringendo i denti e in qualche modo sono riusciti a mettere le mani sul passaggio del turno e sul primato nel gruppo F, che Ringhio aveva chiesto ai suoi per presentarsi come testa di serie nel sorteggio di lunedì in Svizzera. I giocatori hanno accontentato il loro allenatore e ne hanno di riflesso rafforzato la posizione, nella trattativa ormai in dirittura d'arrivo con Aurelio De Laurentiis per il rinnovo del contratto. Tra i due c'è già stata la stretta di mano e presto arriverà l'ufficialità, col prolungamento almeno fino al 2023.

Gattuso si è garantito la possibilità di aprire un ciclo lungo, sulla panchina del Napoli. Lo ha fatto in condizioni difficili, raccogliendo la pesantissima eredità di Ancelotti e restituendo agli azzurri la voglia di lottare e soffrire, come si è visto anche contro la Real Sociedad. Ringhio ha guidato i suoi giocatori a mezze maniche sotto il diluvio e con un occhio pesto, che lo ha costretto a rifuguiarsi al 90' nel tepore dello spogliatoio, senza rilasciare dichiarazioni. Ma è risaputo che il tecnico calabrese preferisca i fatti alle parole e in un anno lo ha dimostrato sul campo: vincendo la Coppa Italia con la Juventus a giugno e dimostrando di essere un allenatore anche molto preparato, oltre che grintoso. I risultati gli stanno dando ragione e per questo De Laurentiis si è convinto a puntare su di lui a lunga scadenza. L'opzione fino al 2024 promette al matrimonio di essere solido e duraturo. Di compleanni da festeggiare in panchina, dopo il primo appena tagliato del primo, ce ne saranno quindi molti altri. È d'accordo pure lo spogliatoio, in cui nel novembre del 2019 si era consumato un ammutinamento senza precedenti. Acqua passata, per Insigne e compagni: contenti di aver trovato un nuovo leader.

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