Scoperta una maxi frode, con un giro di fatture false per 60 milioni di euro: per questo sono state indagate 14 persone che tramite un consorzio di cooperative aveva architettato una complessa rete di subappalti per ingannare il Fisco. I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Firenze, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica (titolari del fascicolo di indagine il procuratore aggiunto Gabriele Mazzotta e il sostituto procuratore Fabio Di Vizio) hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo di beni e liquidità del valore di circa 13 milioni di euro – adottato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale fiorentino, Federico Zampaoli – nei confronti dei rappresentanti di un consorzio di cooperative, con sede nella provincia di Firenze, responsabili di un giro di false fatture ammontante a circa 60 milioni di euro.
L'inchiesta ha appurato che il consorzio di cooperative otteneva contratti d'appalto aventi ad oggetto prestazioni di facchinaggio e di trasporti, subito dopo affidate, in subappalto, a una cooperativa di lavoratori consorziata. Questa cooperativa fatturava nei confronti del consorzio "prestazioni di servizi", assoggettandole ad Iva ed accumulando in poco tempo significativi debiti di imposta. L'imposta sul valore aggiunto dovuta dalla cooperativa, tuttavia, non veniva versata e, dopo poco tempo, una volta raggiunta una significativa esposizione debitoria verso l'Erario, la stessa cooperativa cessava l'attività. Il subappalto veniva affidato, quindi, a un'altra cooperativa, subentrante nel contratto e nell'esecuzione dei lavori, alla quale venivano trasferiti i lavoratori della prima.
Nel corso dell'indagine, sono state individuate 59 cooperative – succedutesi operativamente nel tempo – per così dire "accumulatrici serialì di Iva" e utilizzate nel corso degli anni dal consorzio per perpetrare la frode, raggiungendo, tra il 2002 e il 2018, un debito tributario complessivo di 23 milioni di euro. Questo sistema, hanno spiegato gli investigatori della Guardia di Finanza, "si traduceva in un illecito vantaggio per il consorzio, che beneficiava dell'Iva a credito derivante dalle prestazioni fatturate dalle cooperative, traslando in capo alle stesse ogni responsabilità rispetto alla successiva insolvenza e ai mancati versamenti".
I servizi dal consorzio fiorentino erano commissionati da note aziende italiane del settore delle spedizioni espresse e dei servizi logistici. Attraverso il meccanismo fraudolento il consorzio riusciva anche a praticare ai committenti prezzi assai concorrenziali, a scapito, non solo del Fisco, ma anche di una lineare gestione del personale utilizzato dal consorzio per il tramite delle singole cooperative. La conclusione delle indagini ha consentito alla Procura della Repubblica di Firenze, diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo, di richiedere al Tribunale fiorentino il sequestro di beni e liquidità, nei confronti del consorzio e di 14 persone fisiche, indagate, responsabili nel tempo e a vario titolo delle condotte penali contestate.Original Article
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