AGI – Si chiamava Garibaldi il primo ariete iscritto nel 1928 nel libro genealogico dell'ovino di razza sarda, registro che il 14 dicembre prossimo compirà 92 anni. Con lui, anche una pecora, 'Agus nieddas' (Aghi neri) i proprietà della Cattedra ambulante di agricoltura di Cagliari allora diretta da Francesco Passino. A quella data si fa risalire la nascita della selezione della pecora sarda: in Sardegna furono così sottoposti a controllo individuale della produzione del latte 12 gruppi di ovini di altrettanti greggi, per un totale di 600 capi.
"È un animale autoctono, vero e proprio simbolo dell'economia agrozootecnica dell'isola", sottolinea Battista Cualbu, presidente dell'Associazione Nazionale della Pastorizia-AssoNaPa e alla guida di Coldiretti Sardegna, "ma è anche forte elemento culturale per la Sardegna, ci ha accompagnato per secoli nelle nostre attività pastorali". La Regione ha investito negli ultimi anni su un programma per migliorare la competitività della razza ovina sarda (che rappresenta il 50% del patrimonio ovino nazionale), in termini di qualità casearia e igienico-sanitaria del latte, anche col ricorso a tecniche innovative di selezione genomica.
Le verifiche sui capi iscritti nel Libro genealogico sono ora gestite dall'Aars-Associazione allevatori della Regione Sardegna e proseguono col contributo dell'assessorato all'Agricoltura, che ha di recente deliberato il programma per il 2021. Un archivio storico raccoglie i volumi dei primi controlli funzionali iniziati negli anni 30 del ‘900. "Contiamo di valorizzare questi dati", spiega il presidente dell'Aars, Luciano Useli Bacchitta, "anche per meglio comprendere da dove siamo partiti".
"Le attività, a quel tempo pioneristiche, di registrazione di produzioni e genealogie partirono nell'Ovile Sardo di Monastir (Cagliari)", ricorda Raffaele Cherchi, commissario straordinario dell'agenzia regionale Agris che ha raccolto l'eredità dell'Istituto Zootecnico Caseario della Sardegna. "Oggi come allora, il gregge di Monastir, che non ha perso la sua vocazione, è il volano dell'applicazione delle nuove conoscenze genetiche. Dopo 10 anni di ricerche, il gregge è pronto a produrre i primi indici genomici degli ovini di razza sarda, cioè indici genetici basati sulla conoscenza diretta del Dna: saranno inizialmente calcolati per i caratteri della proteina del latte – che sta subendo una preoccupante riduzione – e la resistenza ai parassiti gastrointestinali che costituiscono una diffusa patologia".
La Regione Sardegna ha varato un Programma aggiuntivo per il rilancio della competitività della razza Sarda. Il prossimo gennaio personale dell'Aars sarà destinato al gregge genomico di Monastir e al Centro Arieti di Bonassai (Sassari) per collaborare con i tecnici e i ricercatori di Agris nelle applicazioni di selezione genomica alla Pecora sarda.
La ricorrenza dei 92 anni – evidenzia Cualbu – ricorda la "svolta avvenuta quasi cent'anni fa, con quello che può esser definito l'inizio della selezione, con le prime prove di mungitura e l'istituzione del primo Libro Genealogico della razza, allora di livello provinciale, e i primi controlli funzionali". "Altro punto di svolta, per l'avvio dell'opera di miglioramento genetico è stata la costituzione dell'Ovile Sardo", aggiunge il presidente dell'Associazione nazionale della Pastorizia-AssoNaPa. "Senza l'opera di quegli anticipatori oggi la razza forse non sarebbe divenuta la più allevata in Italia e una delle migliori ovine da latte a livello europeo. L'impulso dato da AssoNaPa, a partire dalla sua costituzione nel 1960 ha aggiunto un ulteriore tassello, ponendo le basi della moderna selezione, che ci sta portando attualmente e con successo nell'era della genomica, favorendo l'espansione della razza non solo in termini quantitativi ma anche qualitativi".
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