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Brexit, c’è aria di rottura. E ora Bruxelles vara il piano di emergenza

Londra. Soltanto tre giorni. Sono quelli rimasti a disposizione per raggiungere un accordo sulla Brexit che sembra ormai farsi sempre più remoto. La cena a base di pesce che si sono concessi a Bruxelles Ursula von del Leyen e Boris Johnson non ha dato i risultati sperati anche i recenti commenti del ministro degli Esteri Dominic Raab non fanno presagire nulla di buono. "È altamente improbabile che le trattative proseguano dopo domenica – ha dichiarato Raab – anche se quando si parla con l'Europa, mai dire mai". Johnson è stato ancora più chiaro, anche se si è detto disponibile a recarsi a Bruxelles, Parigi o Berlino per trovare un'intesa: "C'è una forte possibilità che Regno Unito e Ue non raggiungano un accordo commerciale".

Ieri i negoziati tra Lord Frost e il collega europeo Michel Barnier sono ripresi, ma tra le due parti permangono significative differenze. A questo punto si fa dunque sempre più pressante l'incertezza su quello che accadrà nel caso il Regno Unito decida di andarsene sbattendo la porta, ma anche nell'eventualità che si arrivi a un accordo tardivo, impossibile da mettere in atto nei primi giorni del 2021.

È ormai evidente che i cambiamenti saranno molti e che alcune categorie ne saranno particolarmente colpite. Già ieri ad esempio, il Times rivelava l'ipotesi che le compagnie aeree britanniche non potessero più volare liberamente in Europa a causa delle restrizioni anti Covid. Altri quotidiani nazionali prevedevano il caos ai confini e negli approvvigionamenti dei beni alimentari di prima necessità. Ma in zona Cesarini la Commissione Europea ha deciso di comunicare le misure d'emergenza per evitare il blocco completo delle comunicazioni stradali e aeree tra l'Europa e la Gran Bretagna. Molti stati dell'Unione le chiedevano da tempo, ma Bruxelles ha tergiversato fino a ieri visti i negoziati ancora in atto. "Le trattative sono ancora aperte, ma il periodo di transizione è ormai agli sgoccioli – ha twittato ieri la presidente della Commissione von del Leyen – e non vi è certezza alcuna che, se e quando verrà trovato un accordo, possa entrare in vigore in tempo". Von der Leyen ha quindi sottolineato la necessità di essere preparati anche al peggio e le misure d'emergenza serviranno ad affrontare il periodo di vacanza di qualsiasi accordo.

Sono stati quindi pensati quattro regolamenti specifici in modo da riequilibrare una situazione che altrimenti sarebbe disastrosa. Per rendere continuativi i voli tra le due parti, l'Europa propone delle misure che garantiscano la fornitura di determinati servizi a patto che il Regno Unito faccia lo stesso. Nel campo della sicurezza aerea i certificati attuali dovrebbero poter essere utilizzati dagli aerei europei e da quelli britannici in modo da evitare il blocco dei trasporti. Anche il trasporto di merci e persone su strada dovrebbe essere garantito, in ogni caso, per i prossimi sei mesi, sempre che il Regno Unito sia d'accordo.

Infine l'accesso alla pesca, che rimane uno dei tre nodi ancora da sciogliere, dovrebbe rimanere reciproco fino al dicembre del prossimo anno o fino al raggiungimento di un accordo specifico con il Regno Unito. Rimane da vedere se il governo Johnson accetterà queste misure oppure rigetterà anche questa proposta. La posizione inglese sulla pesca rimane ancora molto chiara. "Non accetteremo mai accordi sull'accesso alle nostre acque che siano incompatibili con il nostro status di stato indipendente", ha ricordato ieri per l'ennesima volta un portavoce di Downing Street.

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