Nuvole nere all'orizzonte, provenienti da un sempre più probabile "no deal" Brexit. Un divorzio gelido si profila sui cieli del destino di Londra e Bruxelles. L'unico elemento di accordo, per ora, è che l'accordo non c'è, e rischia concretamente di non esserci nemmeno in extremis, a tre settimane scarse dalla fine della transizione post Brexit: con il pessimismo che cresce a ogni ora che passa. Un no deal commerciale, ha tagliato corto oggi la presidente della Commissione europea, Ursula von del Leyen, rivolgendosi ai leader dei 27, è ormai "più probabile" che non un'intesa dell'ultimo minuto alla scadenza delle trattative fra i team negoziali di Michel Barnier e David Frost fissata – salvo ripensamenti – per domenica 13. Di più, ha rilanciato il premier britannico Boris Johnson in toni persino più ultimativi durante una visita nel nord brexiteer dell'Inghilterra, è a questo punto "molto, ma molto probabile".
E i mercati cominciano a reagire di fronte a questa prospettiva. La banca d'affari americana Morgan Stanley, in un report rilasciato ieri, ha previsto che l'indice FTSE 250 della Borsa di Londra potrebbe scendere dal 6% al 10% se la Gran Bretagna non dovesse trovare un accordo commerciale con l'Unione Europea. E secondo lo stesso report le azioni delle banche britanniche potrebbero scendere dal 10% al 20% in uno scenario "no deal", dato che c'e' una maggiore possibilita' che la Banca d'Inghilterra tagli i tassi di interesse in territorio negativo. La banca d'investimento statunitense ha detto che anche le assicurazioni, le proprieta' immobiliari e le azioni immobiliari sono a rischio. Un risultato "no deal Brexit" rappresenterebbe una sorpresa inaspettata per i mercati, ma l'impatto negativo sarebbe attenuato da una prospettiva globale altrimenti positiva", hanno detto in una nota gli strateghi azionari della banca, guidati da Graham Secker.
Ed ecco le prime reazioni concrete a una propsettiva di questo tipo. Le Borse europee hanno chiuso in calo, con Milano che ha lasciato sul parterre lo 0,97%. Un momento di stanca dei mercati era da mettere in conto, dopo la corsa registrata dai listini nel mese di novembre e cosi' a dare il la' agli ordini in vendita sono stati i dubbi sul raggiungimento di un accordo per la Brexit entro domenica e le indicazioni date dalla Bce sull'economia del Vecchio Continente: l'istituto centrale ha previsto un colpo meno duro da parte della pandemia sul Pil 2020 (la stima e' stata rivista al -7,3% dal precedente -8%), ma ha anche messo in conto una ripresa meno energica l'anno prossimo, quando l'economia crescera' del 3,9% e non del 5%. Ad alleggerire le posizioni sono inoltre stati gli investitori che avevano scommesso su un effetto sorpresa da parte dell'Eurotower, che invece ha annunciato un ampliamento del Pepp da 500 miliardi, esattamente in linea con le attese.
A Piazza Affari Ferrari ha catalizzato l'attenzione dopo l'annuncio a sorpresa delle dimissioni di Louis Camilleri. Le azioni, dopo una sbandata iniziale, hanno chiuso in progresso dello 0,3%, con il mercato che gia' si interroga sul nuovo ceo, che secondo indiscrezioni potrebbe essere un nome di rilievo come quello di Luca Maestri, direttore finanziario di Apple. Sono scivolate del 3,5% le Leonardo, penalizzate dal timore di una Brexit senza accordo, in considerazione dell'esposizione del gruppo Oltremanica. La revisione al ribasso del giudizio di Mooys' su Tim ha fatto scivolare le azioni del 3,9%. Pochi i segni piu' tra i titoli del Ftse Mib: hanno brillato pero' le Moncler, salendo del 2,4% ancora sulla scia dell'acquisizione di Stone Island annunciata a inizio settimana. Sul fronte dei cambi, l'euro e' abbastanza stabile a 1,2111 dollari (1,2119 ieri sera). Vale inoltre 125,85 yen, mentre il dollaro-yen e' pari a 103,91. Occhi puntati sulla sterlina nell'attesa di sviluppi sulla Brexit: l'euro/sterlina si attesta a 0,9159, il cambio sterlina/dollaro a 1,3220. E' debole il greggio: il wti, contratto con consegna a gennaio, si attesta a 46,68 dollari al barile, in calo dello 0,2%.
Le Borse europee sono state dominate dalla volatilita'. Il Ftse Mib, dopo un avvio poco sotto la parita', e' arrivato a cedere l'1,5% a meta' giornata, poi cercato di ridurre i danni e quindi è di nuovo peggiorato. Stesso movimento per le altre piazze europee con Francoforte che alla fine e' scivolata dell'1,3%, Madrid dell'1,4% e Parigi dello 0,76%. Anche Londra ha registrato un -0,8% in attesa del'esito dei colloqui tra Londra e Bruxelles. Oltreoceano Wall Street ha preso fiato, anche se gli indici continuano ad attestarsi in prossimita' dei massimi storici segnati nei giorni scorsi. In vista della fine dell'anno, alcuni investitori portano a casa i guadagni realizzati nelle ultime settimane. In piu' la situazione e' fluida: rimane la convizione che con l'arrivo delle vaccinazioni di massa il graduale ritorno alla normalita' spingera' la ripresa dell'economia, tuttavia serpeggia anche il timore che tempi del recupero del Pil possano essere piu' lunghi del previsto, considerando che l'inizio del 2021 potrebbe essere ancora complicato. Anche la Bce ieri ha ammonito che il Pil europeo del 2021 potrebbe registrare un risicato progresso pari solamente allo 0,4%, se l'efficacia delle misure mediche avra' impatto piu' avanti, verso il 2023.
A Piazza Affari hanno inoltre fatto male le banche, penalizzate dalle ipotesi che i regolatori europei alla fine decidano di estendere anche al 2021 il divieto di distribuire dividendi, pur ammettendo delle eccezioni agli istituti con una sufficiente e dimostrata solidita' finanziaria. Una decisione è attesa da parte della Vigilanza Bce la prossima settimana. Nel frattempo la Prudential Regulatory Authority della Banca d'Inghilterra, in una nota, ha annunciato la volonta' di ritornare nel 2021 al suo approccio standard sulla politica dei dividendi, lasciando cioe' la responsabilita' di decidere ai consigli di amministrazione. In particolare hanno perso quota le Bper (-3,3%) e le Banco Bpm (-2%), sebbene gli investitori ritengano che possano essere in prima fila nella danza delle fusioni e aggregazioni. Atlantia ha guadagnato l'1,5%, dopo la notizia che Cdp e i fondi Blackstone e Macquarie hanno chiesto ala societa' di allungare a gennaio i termini per presentare un'offerta vincolante su Autostrade per l'Italia, in modo da poter effettuare ulteriori approfondimenti sul dossier e di completare la due diligence, anche a fronte del fatto che il Pef non e' stato ancora approvato formalmente. Il board di Atlantia, in agenda per lunedi', esaminera' verosimilmente questa richiesta: il 14 dicembre e' comunque l'ultima data utile per convocare l'assemblea di meta' gennaio necessaria per avviare la scissione di Aspi.
Pochi i segni piu': oltre a Moncler si sono distinte le Amplifon (+1,7%) e le Nexi (+1,3%). Nel resto d'Europa sono crollate del 7,8% le Rolls Royce, sebbene la societa' abbia indicato che il piano di ristrutturazione e' sulla buona strada per realizzare 1,3 miliardi di sterline di economie, con oltre 5.500 posti che verranno soppressi nel 2020 su un totale di tagli pari a 9mila previsti entro fine 2022. Sono inoltre andate male le azioni di societa' che potrebbero risentire del contraccolpo di una Brexit senza accordo come la banca NatWest (-6,67%), il promotore immobiliare British Land (-3,43%) e la catena di abbigliamento (-3,97%). A Parigi Sanofi ha perso il 4%, risentendo dell'annuncio che i suoi vaccini contro il Covid necessitano di ulteriori approfondimenti e dunque saranno pronti probabilmente a fine 2021. Gli investitori hanno continuato a comprare titoli di stato. In Francia i decennali hanno toccato il minimo storico in quanto a rendimenti al -0,391%. In Italia lo spread ha chiuso in lieve rialzo in area 118 punti, mentre il rendimento dei titoli di stato si e' attestato in area 0,56%.
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