Oggi Paolo Rossi è tornato nella sua Vicenza. Il feretro del campione scomparso mercoledì all'età di 64 anni, ha lasciato la camera mortuaria dell'ospedale Le Scotte di Siena su un carro funebre con la bara coperta da una corona di rose bianche della moglie Federica. Nel pomeriggio, intorno alle 15, lo stadio Menti ha accolto poi Pablito per l'omaggio dei tifosi e dei cittadini con la camera ardente che resterà aperta fino alle 20 di questa sera. L'ultimo saluto all'eroe dell'Italia che conquistò il mondo calcistico, nel 1982, verrà celebrato domani, alle 10.30, nel Duomo di Vicenza.
La Lega Serie A e tutti i club lo ricorderanno e gli renderanno omaggio attraverso una serie di iniziative in occasione del prossimo turno di campionato. I calciatori scenderanno in campo indossando una fascia nera al braccio sinistro e prima del calcio d'inizio di ogni partita sarà osservato un minuto di raccoglimento. Prima delle gare, inoltre, verrà diffuso all'interno di ciascun impianto un audio storico che ricorderà le gesta di Rossi al Mondiale del 1982. Sui maxischermi di tutti gli impianti sarà proiettata un'immagine commemorativa del campione e, infine, verrà realizzata una virtualizzazione del cerchio di centrocampo che riporterà una sua immagine.
Vicenza era stata eletta da Paolo Rossi come la sua "seconda casa" e il sindaco Francesco Rucco ha proclamato il lutto cittadino fino a domani, con bandiere a mezz'asta nei palazzi comunali. Proprio Rucco aveva consegnato lo scorso il 18 febbraio la cittadinanza onoraria a Pablito, primo sportivo nella storia a ottenerla. Il sindaco ha confermato oggi l'intenzione di dedicare in tempi brevi all'ex campione una parte dello stadio (già intitolato a Romeo Menti, morto nella strage di Superga) o la via in cui si trova l'impianto, via dello Stadio. All'esterno del Menti, quando mancava ancora un'ora all'apertura della camera ardente, sono arrivate e tuttora stanno giungendo tantissime persone. La fila conta circa 1.500 persone, disposte su una fila che ha raggiunto quasi il chilometro di lunghezza.
di
Maurizio Crosetti
La bara, di noce chiaro, è stata sistemata all'uscita degli spogliatoi, sotto la tribuna centrale. E' riparata da una struttura metallica di color nero, alta circa 3 metri, con quattro grandi mazzi di fiori, bianco e Rossi, adagiati a terra all'altezza dei sostegni. Inoltre, decine di cartelli e striscioni con la scritta "ROSSI GOL" sono stati esposti alle finestre e sui terrazzi della città veneta. Lutto cittadino anche a Prato, città natale di Rossi. "Invito tutti i pratesi a ricordare Paolo Rossi mettendo sui propri balconi e alle proprie finestre una bandiera italiana, esattamente come in quella splendida estate", ha proposto il sindaco Matteo Biffoni. Sempre il Comune di Prato si appresterebbe a valutare la possibilità di intitolare a quest'ultimo il proprio stadio, che attualmente porta il nome di Lungobisenzio. L'idea è già partita da alcuni consiglieri comunali pratesi e deve ora seguire un iter politico che non dovrebbe conoscere ostacoli ma che prevede alcuni giorni perché diventi ufficiale. A Perugia due monumenti-simbolo della città, la Torre degli Sciri e la Fontana Maggiore, saranno illuminati di rosso, in ricordo di Pablito.
E' partita inoltre in queste ore l'idea di dedicare a Paolo Rossi il titolo di capocannoniere della Serie A. "E' una bella idea", ha detto il presidente del Coni, Giovanni Malagò. "È un diritto che devono esercitare la Figc e la Lega Serie A. Non mi permetto di prevaricare ma mi sembra che l'idea sia straordinaria – ha commentato Malagò -. Abbiamo il dovere di ricordarlo: è stato lui, con un lavoro di squadra in un meraviglioso gruppo e con un grande allenatore, che ci ha permesso di battere le leggende del calcio e di farci salire sul tetto del mondo, e di renderci, una delle poche volte, orgogliosi e uniti, un unico Paese. Purtroppo la storia dell'Italia non è stata spesso caratterizzata da situazioni analoghe. Il merito di Paolo Rossi, non solo per quel motivo, va molto, molto oltre le gesta sportive".
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