All'indomani della giornata di fuoco in Parlamento, la maggioranza giallorossa si cura le ferite. Nonostante l'esecutivo di Giuseppe Conte abbia incassato il "sì" sulla risoluzione sul Meccanismo europeo di stabilità sia a Montecitorio sia (con molti patemi) a Palazzo Madama, il governo continua a traballare. Le tensioni tra gli alleati non sono state risolte e, anzi, i rapporti tra il presidente del Consiglio e la compagine renziana di governo sono sempre tesi. Nulla, in realtà, si è risolto. E la guerra Conte–Renzi prosegue e l'impressione – visti anche i retroscena che arrivano dalle stanze del Palazzo – è che la resa dei conti, e con essa la crisi, sia solamente rimandata al 2021.
Lo scontro tra il leader di Iv e l'inquilino di Palazzo Chigi è tutta sulla gestione dei fondi e dei progetti del Next Generation Eu (o Recovery Fund). Come abbiamo avuto modo di raccontare in questi giorni, l'intenzione del sedicente avvocato del popolo è quella di mettere in piedi una task force per gestire il pacchetto di aiuti europei. Un'impostazione che non piace affatto all'ex rottamatore, che ieri è tornato a sottolineare in Aula la propria contrarietà al disegno "contiano", ovvero affidarsi a una schiera di manager e tecnici.
"È bene essere chiari: non scambieremo il nostro sì alla proposta di governance in cambio di uno strapuntino o di 'un aggiungi un posto a tavola'. Non stiamo chiedendo che nella cabina di regia ci sia un ministro di colore politico più vicino al nostro. Deve dirci le cose in faccia, ora o mai più. Italia Viva non vuole poltrone, se Conte ne ha bisogno ci sono le nostre tre", il passaggio più significativo e pungente dell'intervento di Renzi, ieri sera, a Palazzo Madama.
Lo scenario più probabile all'orizzonte è quello di una verifica di governo a gennaio 2021. Come scritto nelle scorse ore da Marco Antonellis su Affaritaliani, infatti, il fondatore e numero uno di Italia Viva – "secondo autorevolissime indiscrezioni parlamentari" – è intenzionato a chiedere la verifica della maggioranza a inizio anno nuovo. E sempre il quotidiano online, oggi, racconta come da Palazzo Chigi e dai più stretti collaboratori del premier filtri una certa preoccupazione per lo spauracchio di una crisi di governo. "Verrà fatto ogni sforzo per capire le ragioni degli altri, ma non si crede a una crisi di governo che in un momento storico complicato come quello attuale finirebbe solo per allontanare di più cittadini e istituzioni", il pensiero del presidente Conte riportato sempre da Affaritaliani, forte di un sondaggio riservato secondo il quale sei italiani su dieci si dichiarano contrari ad aprire una crisi di governo in questo delicatissimo momento storico. Ciò detto, in casa giallorossa, nessuno può "stare sereno".
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